I progressi del giovane Sancho

Chi è l'inglese classe 2000 che sta conquistando la Bundesliga.

Forse il calcio inglese non sta benissimo, se guardiamo ai club, ma la situazione è molto diversa se si parla delle Nazionali. Dal Mondiale Under 20 vinto nel 2017 agli importanti risultati (anche nello stile di gioco) raggiunti dalla Nazionale di Southgate, il talento in Inghilterra c’è e continua a sbocciare come non succedeva da anni. Non è un caso che uno dei “giovanissimi” che più sta facendo parlare di sé sia proprio un inglese, segno di come il calcio britannico stia facendo grandi passi avanti nella formazione di talenti. Jadon Sancho, classe 2000 e primo giocatore inglese della storia del Borussia Dortmund, è uno dei principali trascinatori della squadra di Favre, attualmente in testa alla Bundesliga. Impressionanti i numeri: se già nella scorsa stagione aveva la media di un assist ogni 173 minuti, ad oggi ha effettuato la bellezza di 7 assist in appena 214 minuti (uno ogni 30), pur avendo giocato una sola gara da titolare. La società giallonera, nel frattempo, ha provveduto a rinnovare il contratto di Sancho fino al 2022, col direttore sportivo Michael Zorc che si è lasciato andare a parole importanti: «È eccezionale, sa fare cose che ho visto raramente. Anche se è un tipo di giocatore diverso, mi ricorda Ousmane Dembele».

L’assist contro il Bayer Leverkusen è stato uno dei più importanti, ha consentito al Borussia di riacciuffare la gara. Video tratto dal profilo Youtube della Bundesliga

Se lo strepitoso rendimento che sta tenendo in Germania ha alzato l’attenzione sul ragazzo, va detto che in Inghilterra ci sono già da tempo molte aspettative su di lui. Prima di tutto perché a livello giovanile ha già fatto grandi cose, trascinando la Nazionale Under 17 al secondo posto nei Campionati europei 2017 giocati in Croazia, venendo persino nominato secondo miglior giocatore della competizione. Inoltre, a incidere nel creare hype su di lui sono soprattutto le caratteristiche: nel recente passato, l’Inghilterra ha fatto tanta fatica nel produrre giocatori di fantasia, ali o trequartisti di estro che si esaltino nel giostrare tra le linee e che sappiano creare superiorità numerica (nel caso di Sancho, in ogni lato del campo). Dan Micciche, che lo ha allenato ai tempi dell’Under 16, si è soffermato proprio su queste caratteristiche: «Potrebbe diventare il nostro Neymar come tipo di giocatore. È bello da vedere, ma tremendamente efficace, proprio come il brasiliano. Da troppo tempo non avevamo un profilo del genere, penso che non siamo stati bravi a supportare e valorizzare giocatori con queste caratteristiche. Abbiamo avuto gente come Joe Cole, che però non è diventato un top player».

Il fatto che un giovane inglese con così tante aspettative addosso abbia scelto di andare in un’altra nazione per provare a esplodere non è un caso così isolato come si può a prima vista pensare. Anzi, da qualche tempo ci sono diversi club che acquistano giocatori dalle cantere inglesi, come Chris Willock, passato dall’Arsenal al Benfica. Dopo aver fatto vedere ottime cose col Watford, il Manchester City ha acquistato Sancho nel 2015. Nella stagione successiva, “The Rocket” è divenuto un giocatore chiave dei citizens Under 18 – 12 gol in 14 gare –, risultati che lo hanno addirittura fatto convocare nelle partite del City Under 23, dove Sancho si è confrontato con avversari molto più grandi di lui.

La concorrenza e la quantità delle altre stelle del Manchester City, tuttavia, ha fatto molto riflettere Sancho su quale fosse la scelta migliore per il suo futuro. Quando poi il ragazzo di origini del Trinidad è stato escluso, nel 2017, dal ritiro pre-stagione (al contrario dei suoi compagni di allora Phil Foden e Brahim Diaz), ha definitivamente capito che per lui sarebbe stato meglio cambiare aria. Non può essere un caso il fatto che la scelta sia ricaduta sul Borussia Dortmund, società che – nonostante risultati sportivi altalenanti – è sempre spiccata per la valorizzazione di giocatori offensivi. Il numero di maglia scelto (il 7) è lo stesso di Ousmane Dembele, calciatore che dopo una sola stagione in Westfalia è stato ceduto al Barcellona per 105 milioni di euro più (ricchi) bonus. Inoltre, giocare libero dalle pressioni della stampa inglese può aiutarlo a crescere con più serenità.

Per la verità, il disastroso inizio di stagione del Borussia Dortmund 2017/18 non ha aiutato l’approccio di Sancho in Germania, con l’ex Watford che ha iniziato a trovare spazio soprattutto nella seconda parte di stagione, quando la squadra era guidata da Stoger e non più da Bosz. La prima partita da titolare fu il 18 gennaio e da lì in poi divenne sostanzialmente pedina fissa dell’undici di partenza, saltando solo qualche gara per infortunio. Per quanto anche con Favre sia sceso in campo dal primo minuto soltanto una volta, il contributo del giovane inglese si è già rivelato determinante. All’interno di una squadra che per ora tende a risolvere la partita nell’ultima fase del match, la freschezza e la brillantezza portate da Sancho a partita in corso si stanno rivelando decisive. Reus ha detto: «I nostri avversari sanno che possiamo cambiare la partita in corsa, sanno che con Sancho abbiamo un’ottima arma in panchina: è bello avere un asso come lui nella manica».

Osservandolo giocare, sia da titolare che da subentrato, si nota in Sancho un approccio molto diverso se paragonato a quello di altri giovani talenti con caratteristiche simili alle sue. Se tendenzialmente, quando sono così poco maturi, le ali vivono per il dribbling e la progressione (soffrendo invece quando devono prendere la decisione giusta e alzare la testa), Sancho è l’esatto opposto. È costantemente a testa alta, sa leggere in anticipo lo sviluppo del gioco e il movimento dei compagni. Si può dire che vive per l’assistenza, per la continua ricerca del dialogo con gli altri giocatori e per premiare i loro inserimenti.

Una giocata significativa. L’azione è apparentemente bloccata, ma non per questo perde la lucidità, anzi appena Reus fa il movimento lo serve con puntualità

Anche quando non ci sono apparentemente spazi e si trova costretto a tenere palla per tanto tempo, non perde lucidità: anzi, ha la pazienza di aspettare che si venga a creare una soluzione di passaggio. Ciò non si traduce in un giocatore che pretende sempre palla sulla figura, anzi sa buttarsi molto bene negli spazi per aggredire la profondità quando il terzino rivale si trova fuori posizione. Inoltre, anche se non lo usa spesso nel calciare, l’ottimo utilizzo del piede debole rende difficile all’avversario anticipare le sue intenzioni, visto che dà l’idea di puntare l’uomo sul proprio sinistro per poi rientrare velocemente sul destro.

Grande triangolo con Reus, da notare l’ottimo tempismo con cui va ad aggredire la profondità.  Successivamente, invece di provare il dribbling “di forza”, temporeggia, spostandosi palla da sinistra a destra

Insomma, un’ala diciottenne piuttosto atipica, caratterizzata dalla continua ricerca dell’associatività e non dallo spunto individuale. Ha infatti numeri piuttosto bassi sia nel dribbling che nel tiro in porta, svettando però come maggior creatore di occasioni degli uomini di Favre. Se questa strepitosa intelligenza calcistica si traduce in un rendimento eccezionale (pure in non possesso è molto diligente), forse per crescere ancora dovrebbe migliorare in doti più “classiche”: ossia, sapere anche puntare l’uomo con più incisività e migliorare la resistenza ai duelli, un po’ più di cattiveria nel dribbling insomma.

Il meraviglioso inizio di stagione di Sancho gli è valso la chiamata di Southgate, che per la prima volta ha convocato un nato negli anni Zero nella Nazionale inglese: «Sono molto contento di aver scelto il Borussia Dortmund poco più di un anno fa, perché tutto si è rivelato vero: questa città vive il calcio come nessun’altra e ai giovani giocatori della BVB viene dato tempo e spazio. Qui posso formarmi in modo eccellente, sono completamente felice, soddisfatto e orgoglioso di far parte di questa squadra», ha detto lui. Andare a studiare all’estero, per i giovani inglesi, sembra funzionare benissimo.