Quando Santiago Solari criticava la gestione del Madrid

Nel 2011, su un articolo pubblicato da El País.

Con un lungo comunicato, Julen Lopetegui è stato sollevato dall’incarico di allenatore del Real Madrid. La notizia era da tempo nell’aria a seguito della bruciante sconfitta per 5-1 al Camp Nou, ma è ancora sconosciuto il nome del tecnico che prenderà il posto dell’ex ct della Nazionale spagnola. Se il nome di Conte è sempre meno probabile, alla luce delle richieste dell’allenatore italiano (durata del contratto più staff al suo seguito, che il Madrid non vorrebbe accontentare), al momento l’unica certezza è Santiago Solari, allenatore a interim. Solari, che con i merengues ha giocato tra il 2000 e il 2005, è stato promosso dal Castilla, la seconda formazione, che allenava dal 2016. Chissà se, in mancanza di alternative (la più gettonata, al momento, è Roberto Martínez), Solari non possa seguire il percorso di Zinédine Zidane, anche lui passato dal Castilla prima di alzare tre Champions League con il Real. Per ora, Solari sarà in panchina per il match di Coppa del Re, contro il Melilla.

Santiago Solari è tornato alla Casa Blanca, da tecnico, nel 2013, allenando numerose formazioni giovanili: il Cadete B, il Cadete A, lo Juvenil B, lo Juvenil A e poi appunto il Castilla. Nel 2011, però, su El País, in un articolo scritto a quattro mani con Ramón Besa, non era stato molto tenero nei confronti della gestione societaria e tecnica del Real Madrid, all’epoca allenato da José Mourinho, elogiando invece il modello Barcellona. «Il Barcellona ha costruito una storia eccezionale, unica nel campo calcistico, con un’interpretazione unica, e ha dalla sua figure riconosciute come Manuel Vázquez Montalbán. Il messaggio del Real Madrid, invece, molte volte è rimasto in mano all’hooliganismo, confinato al clamore mediatico. L’altoparlante lo ha messo Mourinho e il certificato di garanzia è stato sottoscritto da Florentino Pérez. La tesi è che per il Madrid è impossibile vincere il campionato in circostanze così avverse, e quindi qualsiasi vittoria deve essere salutata come un’impresa eroica».