Aubameyang è una macchina da gol

Da cinque anni realizza almeno 20 reti in tutte le competizioni.

Pierre-Emerick Aubameyang è un attaccante fortissimo, e basta leggere le cifre della sua carriera per rendersene conto: per la quinta stagione consecutiva, il gabonese dell’Arsenal ha toccato quota 20 gol in tutte le competizioni. Il rigore trasformato ieri nello scontro diretto contro il Manchester United ha permesso all’ex Borussia Dortmund di arrivare alla 20esima marcatura tra Premier League (17), Europa League (2) e coppe nazionali (una), cui va aggiunta anche la rete realizzata con la maglia del Gabon, contro il Burundi, nel match di settembre per le qualificazioni alla Coppa d’Africa.

Sono numeri importanti, eppure non è la miglior stagione di Aubameyang, il suo record personale è di 40 reti in tutte le competizioni nella stagione 2016/2017, al Borussia Dortmund. Queste cifre sono la testimonianza oggettiva di una continuità realizzativa impressionante, che non si è ridimensionata dopo il trasferimento in Premier League: con la maglia biancorossa dei Gunners, Aubameyang ha segnato 30 gol in 52 partite in tutte le manifestazioni, e in alcune occasioni ha giocato da attaccante esterno, non come unico terminale offensivo. È l’altra grande caratteristica di Pierre, una punta moderna in grado di interpretare il ruolo in zone diverse del campo, senza perdere in efficacia sotto porta.

Un titolo che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni

Non sono mancati momenti complessi: nel sentito North London Derby contro il Tottenham, giusto dieci giorni fa, l’attaccante franco-gabonese ha sbagliato il rigore della vittoria, facendosi intercettare la conclusione da Lloris. Ieri, Aubameyang si è ripresentato dal dischetto, ha sconfitto i fantasmi di Wembley e ha consolidato il vantaggio della sua squadra – arrivato nel primo tempo con una tiro da fuori di Xhaka. Il modo migliore per confermare una crescita ormai definitiva, a 30 anni da compiere a giugno Aubameyang si trova all’apice della sua carriera, e pochi attaccanti hanno le sue qualità e la sua versatilità tattica. Probabilmente è un giocatore troppo poco reclamizzato rispetto alle sue reali capacità, una condizione costante lungo tutta la sua carriera, fin dai tempi del Milan, quando venne scartato senza mai essere davvero testato ad alto livello.