Quando Michael Jordan fece un profumo che non piaceva a nessuno

Lanciato nel 1996, per alcuni «puzzava di formaggio stagionato».
di Redazione Undici
18 Aprile 2019

La carriera e la vita di Michael Jordan sono state una continua rincorsa al successo, ed è una questione di sport come di businessman e marketing. Certo, c’è stato qualche passaggio a vuoto, basti pensare all’esperienza come giocatore di baseball. Il sito SB Nation, però, ha raccontato una storia interessante su un altro fallimento di Micheal Jordan come imprenditore: nel 1996, il fuoriclasse dei Chicago Bulls ha creato la sua acqua di colonia. Ebbene, le reazioni furono tutt’altro che positive. Anzi, le critiche furono davvero durissime.

Nell’articolo di SB Nation si leggono alcune recensioni sul prodotto: Eddie Huang, chef e ristoratore, spiegò che l’acqua di colonia puzzava «di formaggio stagionato in un guanto da baseball»; Jay Willis, uno giornalista di GQ, ricorda di aver comprato il profumo in seconda media, e la sensazione era quella di «spruzzarsi della lacca per capelli in faccia». Un’esperta di fragranze, Mary Bendeth, ha spiegato cosa non andava nell’acqua di colonia firmata Jordan: «Più che un cattivo profumo, il problema è stato non aver intercettato il target commerciale di riferimento: piuttosto che essere rivolta a ragazzi sportivi, quindi al segmento demografico più vicino a Jordan, la fragranza è per uomini maturi, se un 14enne la utilizza può dire “profumo come mio papà”». Anche la strategia di marketing non fu perfettamente centrata: «Nello spot pubblicitario, Jordan si trova in un bagno fumoso, con solo un asciugamano addosso, fischietta e si rade. Non ci sono dialoghi o voci voce fuori campo. L’annuncio non si preoccupa di presentare l’acqua di colonia, piuttosto dice solamente: Michael Jordan è sta lanciando questo prodotto».

Dal punto di vista puramente economico, però, l’acqua di colonia firmata da Micheal Jordan non fu un completo fallimento. Anzi, il profumo fu uno dei più venduti dell’anno 1996. Solo che l’hype si spense dopo la prima ondata, e il ricordo di quest’operazione resta quantomeno sospeso, se non del tutto negativo. Al punto da essere ricordato ancora oggi come uno dei pochi insuccessi di Jordan.

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