L’effetto Solskjaer è svanito subito

Dalla sua nomina come manager a tempo pieno, lo United ha vinto 2 partite su 9.

Ole Solskjaer è stato nominato manager a tempo pieno del Manchester United il 28 marzo del 2019. Prima, il suo ruolo era quello di caretaker, “traghettatore” nella traduzione contestualizzata in italiano – una figura istituzionalizzata nel calcio britannico. Il contratto firmato dal tecnico norvegese sembrava un atto dovuto per i risultati colti dai Red Devils dopo la separazione da Mourinho: rimonta in campionato, gioco più efficace, soprattutto il clamoroso successo contro il Psg negli ottavi di Champions, 3-1 al Parco dei Principi dopo la sconfitta dell’andata (0-2 a Manchester).

Solskjaer sembrava l’uomo giusto per ereditare la panchina di Ferguson, mai realmente dimenticato dal pubblico di Old Trafford nonostante il passaggio di un allenatore totalizzante come Mourinho. Da allora, però, l’andamento dello United è stato disastroso: al successo in Premier League contro il Watford (2-1), il 30 marzo, sono seguite 2 sconfitte, una vittoria, altre 3 sconfitte e 2 pareggi. In quest’ordine. Le ultime due partite contro Chelsea (1-1) e il già retrocesso Huddersfield (1-1) hanno sancito l’esclusione matematica dei Red Devils dalla prossima Champions League. È la quarta volta nelle ultime 6 stagioni – ovvero, dall’addio di Ferguson a oggi. I tifosi sembrano già stufi del loro ex idolo norvegese, Solskjaer a sua volta ha spiegato che l’Europa League «sembra essere il posto giusto per una squadra che non riesce ad arrivare terza o quarta pur avendone l’occasione». Eppure «non è da considerare come una cosa solamente negativa, basta vedere l’Arsenal e il Chelsea di quest’anno».