Grazie al secondo posto nel torneo di Championship appena terminato, lo Sheffield United è tornato in Premier League 13 anni dopo l’ultima promozione. Nel frattempo, però, il club sta vivendo un complicato procedimento giudiziario che vede contrapposti Kevin McCabe, 71enne co-proprietario della squadra, e il principe saudita Abdullah Bin Mosaad Bin Abdulaziz Al Saud, che possiede il 50% delle quote azionarie. Secondo quanto riportato dal Times, McCabe sostiene che il suo socio Al Saud sarebbe responsabile di «cospirazione e condotta pregiudizievole» nei suoi confronti, in merito alla gestione della società.
Durante l’ultima udienza, gli avvocati della famiglia reale saudita hanno menzionato Saleh Mohammed bin Laden, parente di Osama bin Laden, terrorista e leader di Al Qaeda, ritenuto responsabile degli attentati alle Torri Gemelle nel 2001 e ucciso nel 2011 da un corpo speciale di Marines e da agenti della Cia durante una missione segreta in Pakistan. Saleh Mohammed bin Laden sarebbe stato uno dei possibili investitori citati durante una riunione avvenuta a Dubai nel 2017, in cui si discuteva del futuro dello Sheffield e di nuove operazioni immobiliari. La famiglia bin Laden è una delle più ricche dell’Arabia Saudita.
Simon McCabe, figlio di Kevin, ha raccontato la sua reazione dopo aver sentito il nome di bin Laden: «Sono rimasto interdetto per qualche istante, subito dopo il mio unico pensiero era che non avremmo voluto entrare in affari con un membro della famiglia bin Laden». Le prossime udienze del processo chiariranno tutti gli aspetti della vicenda.