Andy Ruiz non è il tipico campione dei pesi massimi

La vittoria contro Anthony Joshua è stata una delle più inattese nella storia della boxe.
di Redazione Undici 03 Giugno 2019 alle 12:31

La vittoria di Andy Ruiz su Anthony Joshua è già entrata nella storia della boxe, tanto è stata inattesa e sorprendente. Per trovare un paragone nel passato, Sports Illustrated è arrivata fino al 1990, alla sconfitta di Mike Tyson contro Buster Douglas. Ruiz ha vinto le corone Wba, Ibf e Wbo, è diventato il primo campione del mondo dei pesi massimi con discendenza messicana (è nato a Imperial Valley, in California, da genitori messicani) e soprattutto ha costretto Joshua alla sua prima sconfitta da professionista – prima dell’incontro al Madison Square Garden, il record dell’inglese era di 22 vittorie, di cui 21 per ko. Il tutto, nonostante una fisicità particolare, apparentemente tutt’altro che atletica: 112 kg per 188 centimetri, anche se durante la carriera è arrivato anche ai 135 kg di peso. Una mole che però non gli ha impedito di costruire un percorso eccezionale nella boxe: ha esordito tra i pro nel marzo 2009, a 20 anni da compiere (è nato l’11 settembre del 1989), e da allora ha messo insieme 32 vittorie (di cui 21 per ko) e una sola sconfitta, per ko tecnico.

La forza di Ruiz si è manifestata anche nella sfida con Joshua: il pugile messicano ha mandato l’avversario al tappeto per quattro volte, finché Joshua non si à abbandonato alle corde durante il settimo round, inducendo l’arbitro a decretare la fine dell’incontro per ko tecnico. La Bbc ha scritto che l’ex campione del mondo «è crollato sotto i colpi dell’avversario, ma in realtà sembrava essere in frantumi fin dall’inizio del combattimento».

Eddie Hearn, manager di Joshua, ha già annunciato una rivincita prima della fine dell’anno, probabilmente in Inghilterra: «Questa sconfitta lo devasterà, ma tornerà più forte di prima. Per farlo, però, dovrà battere Ruiz». Il neo campione del mondo, invece, ha parlato di rivincita personale dopo la vittoria: «Non posso credere di essere arrivato fino a qui, sono anni che lavoro per vincere, da sempre sogno questo momento. Volevo che gli scettici sul mio conto si ricredessero, tutti pensavano che sarei andato al tappeto alla terza ripresa e invece ho vinto. Sul ring ha parlato il mio sangue messicano».

>

Leggi anche

Altri sport
C’è ancora tanto da sistemare, per l’Italia del curling, in vista di Milano Cortina 2026
Gli Europei hanno lanciato segnali contraddittori, per le rappresentative azzurre: gli uomini hanno fatto bene ma sono usciti tra i rimpianti, dalle donne ci si aspettava qualcosa in più.
di Redazione Undici
Altri sport
La Torcia Olimpica di Milano Cortina 2026, Essential, è un inno al design italiano e racconta il nostro Paese
Intervista a Carlo Ratti, fondatore dello Studio Carlo Ratti Associati e creatore di uno dei simboli più potenti per ogni edizione dei Giochi Olimpici.
di Alessandro Cappelli
Altri sport
Il Villaggio Olimpico di Milano ha una doppia anima, e lascerà qualcosa di importante alla città
WINTER CITY Cosa succede a Milano e e nelle altre località coinvolte nelle Olimpiadi – Dopo la fine dell'evento a cinque cerchi, l'area di Porta Romana diventerà uno studentato a prezzi convenzionati.
di Redazione Undici
Altri sport
I volontari di Milano Cortina 2026 non stanno più nella pelle
Abbiamo parlato con delle persone che saranno fondamentali nello svolgimento dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali: il loro ruolo, le loro aspettative, le loro emozioni in vista di un evento che può cambiare una vita.
di Alfonso Fasano