Real Madrid e Barcellona sono tappe obbligate per i grandi calciatori?

Eden Hazard è l'ennesimo campione che ha scelto di imporsi nella Liga.

Qualcuno ha scritto che il Real Madrid, nel trovare il sostituto di Cristiano Ronaldo, ha impiegato meno tempo del Manchester United – che, evidentemente, è ancora alla ricerca. Eden Hazard è indiscutibilmente uno dei calciatori più forti al mondo e arriva in un momento di profonda trasformazione degli spagnoli: il belga è l’uomo copertina di una gargantuesca campagna acquisti promossa da Florentino Pérez, e probabilmente l’impulso, circa due decenni dopo la prima volta, a una nuova era di galácticos. «Ma io non lo sono ancora, spero di diventarlo un giorno», ha detto Hazard nel corso della sua presentazione. «Per ora sono solo un buon giocatore».

L’insolito understatement di Hazard – che più volte ha affermato di sentirsi tra i migliori, se non il migliore, al mondo – stona con l’ingente investimento del Real Madrid (89 milioni di sterline più 60 di bonus), con la cornice in occasione della sua presentazione (circa 50mila persone al Bernabéu) e, soprattutto, con il plot alla base del suo trasferimento in merengue: riempire il vuoto da 450 gol in dieci stagioni lasciato da Cristiano Ronaldo. I numeri di Hazard al Chelsea in sette anni sono meno mostruosi ma restano impressionanti: 85 reti e 54 assist in Premier League sono il terzo miglior score nella storia dei Blues – dopo i 147 gol e 90 assist di Lampard e i 104 gol e 55 assist di Drogba. Nelle 352 presenze complessive con il Chelsea, Hazard ha segnato in 91 partite (per un totale di 110 reti), e il 78 per cento di queste si è risolto con una vittoria. L’ultima – con una doppietta – in finale di Europa League contro l’Arsenal – per il belga, si è trattato del sesto titolo vinto nella sua esperienza inglese. Hazard è stato, negli anni più recenti, la garanzia più pura delle ambizioni del Chelsea. «È la più grossa perdita della Premier dai tempi di Cristiano Ronaldo», ha detto John Cross del Mirror. «Illumina il gioco in ogni occasione e sembra che fluttui in campo. È un giocatore meraviglioso, e un duro colpo per il Chelsea».

Eppure Hazard, nel suo primo giorno da madridista, ha in un certo modo sconfessato questa grandezza calcistica. «Ho avuto un certo successo al Chelsea, ma qui riparto da zero», assecondando l’idea di uno step di crescita, e quindi di un maggior livello di difficoltà, a cui è andato incontro con il passaggio a Madrid. Il continuo ritornello sull’«essere nella squadra migliore al mondo» è la sottolineatura di un nuovo status che il Chelsea non poteva garantirgli. È lo stesso concetto espresso da un suo vecchio compagno di squadra, Fernando Torres: «Hazard è un giocatore spettacolare che ha bisogno della spinta di un club come il Real Madrid per raggiungere il livello a cui aspira».

La Premier League è il torneo più ricco e seguito al mondo, ma molti giocatori hanno deciso di lasciare l’Inghilterra per Real Madrid o Barcellona nel momento migliore della loro carriera, come se la Liga fosse un passaggio obbligato per una consacrazione personale: negli ultimi anni ci sono stati i casi di Gareth Bale, Luka Modric, Coutinho, Luis Suárez, Cristiano Ronaldo. I prossimi potrebbero essere Christian Eriksen o Paul Pogba. A fare il percorso inverso sono stati calciatori che, viceversa, vivevano una fase discendente della loro carriera, o si sono sentiti “indesiderati”: Di María, Özil o Sánchez fanno parte di questa categoria. Non c’entra la forza dei club o del campionato – quale pubblicità migliore per la Premier, dopo due finali europee tutte inglesi? «Ho 28 anni, il momento ideale per arrivare qui», ha detto Hazard, presupponendo ancora una volta l’avvicinarsi alla sfida più importante della sua carriera.

Nelle ultime tre stagioni Hazard ha vinto una Premier, una Fa Cup e un’Europa League con il Chelsea, ha giocato un gran Mondiale da protagonista, e in generale ha creato attorno alla sua figura una certa idea di onnipotenza calcistica – Hazard miglior dribblatore della Premier, Hazard riferimento centrale che sconta i peccati dei centravanti senza gol, Hazard che parte da centrocampo e salta senza sforzo gli avversari, come ricordano al West Ham. Non gli è bastato, però, per ottenere una considerazione di primissimo piano: non è mai ricordato insieme ai Messi e ai Ronaldo, e le votazioni del Pallone d’Oro ne sono la piena dimostrazione – solamente tre volte nella top 20, l’ottavo posto come miglior risultato. Quando, poco meno di un anno fa, al belga era stato chiesto un parere sull’argomento, aveva risposto senza troppi giri di parole: «Forse è per questo che voglio andarci». Nelle ultime dieci edizioni del Pallone d’Oro, per dieci volte il premio è stato vinto da un giocatore della Liga; ancor più impressionante, il dato di 26 calciatori provenienti dal campionato spagnolo sui 30 classificatisi sul podio.

Hazard al Real Madrid non cambierà certo il suo gioco, difficilmente aggiungerà elementi nuovi al suo calcio – del resto, al Chelsea ha sperimentato parecchie situazioni – e i suoi margini di crescita, a 28 anni, sono praticamente nulli. È un trasferimento che ha a che fare con una questione di prestigio personale, e che solo al Real Madrid – o al Barcellona – avrebbe potuto ottenere. Da mesi Hazard aveva deciso di lasciare il Chelsea – squadra senza una precisa conduzione, aggravata dal blocco del mercato che ne restringe ulteriormente le ambizioni – e ha scelto la Liga, e non c’è stata la benché minima suggestione di un Manchester City o di un Liverpool, progetti tecnici in Premier decisamente più avanzati e competitivi ai massimi livelli. La Spagna – una delle due big del Paese – continua a esercitare un’attrazione troppo forte. Probabilmente, intramontabile.