L’Italia sa vincere in ogni maniera

Meno attacco, più solidità difensiva e attenzione: la vittoria con la Cina ha dimostrato le molte risorse delle Azzurre.
di Redazione Undici 26 Giugno 2019 alle 12:59

La partita contro la Cina prometteva di essere difficile per un motivo molto simile a quello che ha reso ostica, nonostante la vittoria, la prima gara contro l’Australia: la maggior fisicità delle asiatiche, in grado di tenere ritmi alti e di impostare una partita dura, oltre che tecnica. L’Italia, da parte sua, rischiava di essere in netto svantaggio proprio su quel piano, con due delle migliori giocatrici fino a questo momento, come Giugliano e Bonansea, non del tutto attrezzate per il gioco più duro, ma, invece, adatte alla rapidità. In più, la Cina aveva dimostrato una grande solidità difensiva: un solo gol subito nelle prime tre partite, contro la Germania alla prima uscita.

L’Italia che si è vista a Montpellier è stata diversa, in un certo senso, dalle precedenti versioni delle Azzurre: il merito va dato, innanzitutto, a Milena Bertolini, capace di sterzare la gara con un cambio modulo coraggioso, inserendo Aurora Galli già nel primo tempo per dare più copertura al centrocampo, togliendo Cristiana Girelli dal reparto offensivo. Ma prima, il gol: in una partita difficile, in cui ha brillato meno che in precedenza, Barbara Bonansea è riuscita comunque a firmare il vantaggio delle Azzurre. Controllando con calma quel pallone offerto da Giacinti al limite dell’area, l’attaccante piemontese ha attirato a sé due avversarie, potendo poi servire (con un po’ di fortuna) l’inserimento di Bartoli. Da lì, la respinta e il gol di Giacinti, rimasta sul lato destro dell’area.

Minuto 49: Aurora Galli prende la mira e segna il 2-0 (Tullio M. Puglia/Getty Images)

Il difficile è arrivato nei minuti successivi: la Cina ha iniziato a spingere mostrando tutte le caratteristiche che l’Italia temeva all’inizio: forza fisica, e soprattutto capacità di verticalizzare e di giocare sulle fasce. Soprattutto a destra: si è visto subito dopo il vantaggio, al minuto 24, quando Sara Gama è riuscita a rinviare un cross colpendo un’attaccante cinese Wang, e portando a un breve silent-check su un possibile fallo da rigore. E ancora da destra è partita l’azione che ha portato, pochi minuti dopo, un altro rischio per le Azzurre, con un cross respinto da Linari ma raccolto dalla numero 13 Wang Yan. È in questo senso che l’ingresso di Galli ha equilibrato le forze in campo: andando ad allargare il centrocampo – non più a 3, ma a 4 – per tentare di contrastare le avanzate laterali cinesi.

L’importanza di presidiare le fasce si è vista poco dopo la ripresa, quando Alia Guagni ha recuperato un pallone sulla destra servendo immediatamente Aurora Galli. Che, dopo uno sguardo al portiere, ha mirato l’angolino basso per il 2-0, con Peng troppo arretrata sulla linea per potersi opporre. Poi, per mezz’ora, un’Italia che si è dimostrata solida come non mai: Elena Linari, soprattutto, non ha concesso mai una possibilità alle cinesi, confermando la coppia formata con Sara Gama come una delle migliori viste fino a qui ai Mondiali. Zero, alla fine, i corner per la squadra di Bertolini, e ben 9 per la Cina. Ci sono state anche buone ripartenze, per levarsi di dosso un po’ di pressione: avrebbero potuto essere di più, se fossimo riuscite a verticalizzare meno e giocare più in orizzontale. Piccoli accorgimenti che serviranno per i quarti di finale contro una delle squadre più forti del mondo e del Mondiale, l’Olanda di Lieke Martens, che fa proprio delle fasce laterali la sua arma in più.

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