La squadra di Premier che ha speso di più finora è una neopromossa

L'Aston Villa ha investito 93 milioni per 7 nuovi acquisti.
di Redazione Undici

L’Aston Villa è riuscito a centrare la promozione in Premier League dopo tre stagioni in Championship, e ha deciso di festeggiare il ritorno nel massimo campionato con un calciomercato di grande impatto. A oggi, il club di Birmingham è quello che ha speso di più sul mercato rispetto a tutti i suoi 19 avversari: 93 milioni investiti per 7 acquisti. Poco più di 3 milioni in più rispetto al Manchester City di Guardiola, campione d’Inghilterra in carica. In questo momento, i Villans sono l’ottava squadra d’Europa per investimenti sul mercato.

I 7 giocatori acquistati sono Wesley (dal Bruges, 25 milioni), Mings (Bournemouth, 22,3), Targett (Southampton, 15.6), Konsa (Brentford, 13.3), El Ghazi (Lille, 9), Jota (Birmingham, 4.5) e Hause (Wolverhampton, 3.4). La proprietà dell’Aston Villa appartiene all’imprenditore egiziano Nassef Sawiris tramite la società NSWE, insieme con il miliardario americano Wes Edens. Il progetto portato avanti dal nuovo management è stato spiegato dall’allenatore Dean Smith, da un anno sulla panchina del Villa dopo le esperienze con Walsall e Brentford: «Il nostro calciomercato si è orientato sull’acquisto di giovani giocatori con esperienza in Premier League, e con il potenziale per crescere ancora».

In realtà gli investimenti per il potenziamento della rosa erano iniziati già durante il periodo vissuto in Championship: 107 milioni in 3 anni per oltre 30 giocatori acquistati. Tra questi, quelli più maturi sono stati svincolati al termine della scorsa stagione: Alan Hutton, Ross McCormack, Micah Richards, Mile Jedinak, Mark Bunn. Tutti oltre i trent’anni. L’obiettivo, evidentemente, è quello di creare/costruire una rosa che possa migliorare nel tempo, e di non ripetere gli stessi errori commessi dal Fulham esattamente un anno fa. I Cottagers, di ritorno in Premier dopo quattro stagioni, investirono 120 milioni sul mercato, eppure ad aprile erano già matematicamente retrocessi. La politica adottata fu quella di mischiare giocatori giovani (Anguissa, Mitrovic, Mawson) con elementi già affermati (Schürrle, Le Marchand, Babel). L’Aston Villa ha scelto una strategia diversa, ma ugualmente dispendiosa.

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