Con l’acquisto di Matthijs de Ligt dall’Ajax, la Juventus ha aggiunto un tassello di valore indiscutibile alla sua rosa, ma ha anche sottolineato una tendenza chiara del calciomercato moderno: per avere l’olandese dell’Ajax, la dirigenza bianconera ha investito 75 milioni (più 10 di commissione), un anno e mezzo dopo che il Liverpool ha versato al Southampton 84 milioni di euro per il suo connazionale Virgil van Dijk. Il centrale dei Reds è il più costoso della storia, ma il primato relativo al suo acquisto potrebbe essere persino superato dal Manchester United, apparentemente disposto a spenderne quasi 90 per Harry Maguire, 26enne in forza al Leicester e da due anni pilastro dell’Inghilterra di Southgate.
Non è una novità che i prezzi dei calciatori siano in costante aumento da almeno un ventennio. Solo nelle ultime stagioni, però, i club più importanti hanno manifestato maggiore disponibilità a spendere per certi ruoli piuttosto che per altri. «Il vecchio detto per cui con gli attaccanti si vincerebbero le partite e con i difensori i campionati», scriveva Bleacher Report nel 2013, «sembra perdere di significato ogni volta che apre il mercato». Da allora sono trascorsi appena sei anni: un arco di tempo brevissimo, ma sufficiente per avviare una vera e propria rivoluzione del mercato dei difensori. Se si fa eccezione per le operazioni che tra 2001 e 2002 portarono alla Juventus e al Manchester United, rispettivamente, Lilian Thuram e Rio Ferdinand, l’unico difensore centrale acquistato prima del 2014 che resiste tra i 25 più costosi della storia è Thiago Silva – dal Milan al Psg per 42 milioni di euro nell’estate del 2012 .
L’accelerazione con cui il prezzo dei difensori è andato crescendo in questi ultimi anni è nettamente superiore rispetto a quella che ha contrassegnato gli altri ruoli. Secondo Transfermarkt, il subreparto dei centrali è quello con il maggior numero di operazioni più recenti fra i trasferimenti più costosi della storia: ben 21 delle prime 25 sono state portate a termine tra la sessione estiva del 2014 e quella tuttora in corso, contro le 18 legate agli attaccanti, le 17 dei centrocampisti e dei terzini e le 16 dei portieri nello stesso periodo. Significa che negli ultimi 5 anni si è percepita l’importanza di un ruolo su tutti: il difensore centrale. I club, in primis quelli di alto livello, hanno iniziato a rendersi conto che un calciatore di grande qualità e personalità al centro della terza linea può, anzi deve essere pagato quanto gli altri pezzi pregiati – o quasi. Certo, i cartellini di Griezmann e João Félix (solo per fare i nomi più recenti) continuano a valere di più di quelli dei centrali, ma oggi non è più scandaloso che il trasferimento di Maguire possa costare appena dieci milioni in meno rispetto a quello di Hazard.
Il passaggio di Virgil van Dijk al Liverpool, come detto, è stato il «turning point» per il mercato dei difensori, come lo ha efficacemente definito Forbes in questo articolo. Certo, anche i 60 milioni spesi dal City per John Stones nel 2016 hanno fatto traballare le convenzioni, ma il superiore rendimento di van Dijk e la sua forte candidatura al Pallone d’Oro 2019 lo rendono il nuovo difensore originale, nel senso letterale del termine. Sbarcato ad Anfield accompagnato da un certo scetticismo, l’olandese si è conquistato la fiducia sul campo e in pochi mesi è stato persino nominato vice-capitano, facendo ben presto passare in secondo piano – come auspicato da Klopp nei giorni successivi al suo acquisto – l’enorme esborso del club.
Se citiamo il suo caso, però, non è solo per evidenziare come abbia rappresentato una rottura sul piano storico, il fatto che ci siano un pre van Dijk ed un post van Dijk, ma anche perché gli apprezzamenti che le sue caratteristiche ricevono sono l’esemplificazione perfetta di un nuovo modo di osservare, pensare e parlare dei difensori. van Dijk è un giocatore completo, non solo un centrale completo: è sicuramente un ottimo regista difensivo, secondo nella scorsa Premier League per passaggi completati (oltre 3mila), dietro al solo Jorginho; con 6 reti realizzate tra campionato e coppe l’anno scorso, si è rivelato pure una preziosissima risorsa alternativa quando si tratta di finalizzare. Ma soprattutto è un grande difensore in assoluto, nel senso che per gli attaccanti non è facile trovare la porta quando c’è lui di fronte: durante la scorsa stagione soltanto Sané è riuscito a superarlo, e in una sola occasione.
Inutile sottolineare come il discorso fatto per van Dijk sia perfettamente aderente ai giocatori menzionati in precedenza. Ad esempio de Ligt: con il suo connazionale, in particolare, il nuovo centrale della Juventus condivide tecnica difensiva, attitudine alla partecipazione alla costruzione del basso e facilità nel trovare la porta; anche per Laporte e Militão – al momento rispettivamente al quarto e al sesto tra i difensori più costosi della storia – vale lo stesso. Il fatto che i centrali siano sempre più valutati in base alla loro completezza e polivalenza spinge indubbiamente verso l’alto l’asticella del loro prezzo: se ci accorgiamo che i più bravi sanno fare più cose, e che le sanno fare generalmente bene, è doveroso considerare più sensati i maxi-investimenti fatti per acquistarli.
Il successo di difensori come van Dijk, de Ligt, Lucas Hernandez e Laporte (solo per citare quelli ceduti quando già affermati, ma senza dimenticare Piquè, Koulibaly, Varane), inoltre, era lo step necessario per aggiornare profili come quelli di David Luiz e Bonucci, fin troppo moderni in un certo senso, e per giustificare definitivamente agli occhi del pubblico spese che fino a soli tre o quattro anni fa sarebbero apparse incomprensibili.
Una generazione perfettamente aderente a un nuovo modo di giocare, di stare in campo: guardando ai top club europei, dalla Juventus al Psg, dal Barcellona al Bayern Monaco, dai Manchester al Liverpool e fino alle squadre londinesi, si hanno sempre maggiori conferme sul fatto che l’evoluzione direzione evolutiva spinga il gioco verso la proattività, lo invita a fondarsi sulla ricerca del controllo, e contestualmente sulla costruzione dal basso.
Una situazione che vede come attori di primo piano proprio i centrali, che diventano centrali anche di fatto: dai loro piedi passano tanti palloni (spesso la maggior parte), ma sono fondamentali anche nelle marcature preventive, per giocare d’anticipo e limitare al massimo il tempo in cui gli avversari dispongono del pallone. Se i loro prezzi si sono impennati è anche e soprattutto per questo: perché sono più partecipi, più visibili, e quindi inevitabilmente più apprezzati.