Il mercato del Betis è sempre sorprendente, da diversi anni

Fekir come William Carvalho e Lo Celso: come il club spagnolo riesce a concludere operazioni che sembrano fuori portata.

Tutto è iniziato nell’estate 2015: il Betis torna in Liga dopo una stagione in Segunda División, e decide di acquistare Rafael van der Vaart. L’arrivo dell’olandese in Andalusia si rivelerà un colpo puramente mediatico: l’ex Real Madrid è un calciatore palesemente a fine carriera, proprio come l’altro gran colpo a parametro zero della sessione estiva (Juan Manuel Vargas). Ci sono anche Joaquín, di ritorno dall’esperienza italiana alla Fiorentina, Cristiano Piccini – sempre dai viola – e Germán Pezzella, che con la Fiorentina poi entrerà in contatto solamente dopo. Lo stretto rapporto con la squadra toscana è dovuto all’ingaggio di Eduardo Macía, direttore sportivo assunto nel 2015 dopo un’esperienza a Firenze come primo collaboratore di Daniele Pradé.

Il calciomercato 2015 del Betis è sorprendente, pensato e attuato per assecondare le esigenze tecniche della squadra ma anche le richieste dei tifosi, con elementi di alto livello. Macía lascia il Betis un anno dopo, ma il club andaluso prosegue nella sua politica mista di costruzione della squadra, alla ricerca di nomi importanti si alternano operazioni prospettiche. Nel 2016 arriva Toni Sanabria dalla Roma, poi nel 2017, la leggenda betica Llorenç Serra Ferrer diventa vicepresidente con delega all’area sportiva e allora arriva il cambio di marcia: nella prima sessione, il Betis acquista Tello, Guardado e Javi Garcia, a gennaio è la volta di Marc Bartra dal Borussia Dortmund. Gli investimenti sono bilanciati da una grande cessione ogni anno: nel 2017 Ceballos passa al Real Madrid, un anno dopo Fabián Ruiz viene preso dal Napoli dietro pagamento di clausola rescissoria.

È qui che il Betis si dimostra scaltro, che raffina la sua strategia: con le plusvalenze garantite dal settore giovanile, acquista giocatori apparentemente fuori portata (William Carvalho lo scorso anno, Fekir pochi giorni fa) e continua a rinforzare la rosa in maniera oculata, con investimenti mirati. Ad esempio Pau López, acquistato a parametro zero un anno fa dall’Espanyol e rivenduto alla Roma per 23 milioni di euro. È lo stesso percorso che avrà Lo Celso, arrivato in prestito con diritto di riscatto (un investimento totale da 25 milioni di euro) dal Psg e destinato a essere ceduto per una cifra vicina ai 50 milioni. I prossimi colpi in uscita potrebbero essere Junior Firpo e Diego Laínez, esterni offensivi di 22 e 19 anni, protagonisti dell’ultima stagione. La politica sell-to-buy è liberamente ispirata al metodo-Monchi, come spiega El Confidencial in questo articolo: «Ángel Haro e José Miguel López Catalán, rispettivamente presidente e vicepresidente del Betis, hanno rivoluzionato l’area sportiva. Per digerire l’addio di Serra Ferrer, hanno deciso di riprodurre anche al Betis il metodo-Monchi: Ángel Catalina e Jesús Sánchez hanno lavorato con il direttore sportivo del Siviglia e sono i capi dello scouting, operano sotto la supervisione di Alexis Trujillo e, in particolare, López Catalá, manager dell’area sportiva. Hanno a disposizione una grande quantità di big data per individuare i migliori profili per la squadra affidata a Rubi dopo l’esonero di Setien, e per il futuro del Betis».

L’ultimo aspetto interessante riguarda le modalità d’acquisto di calciatori che prima di accettare e/o essere accostati al Betis sembravano avere una dimensione troppo superiore rispetto a quella del club. È il caso dei già citati Carvalho e Fekir, ma anche di altri nomi che sono entrati nel radar del club andaluso – ad esempio Rabiot, prima che accettasse di trasferirsi alla Juventus. La strategia è semplice: investire una cifra non eccessiva per l’acquisto del cartellino e offrire ai calciatori un ingaggio elevato, che li convinca a unirsi a una squadra ancora non pienamente affermato a livello europeo. Fekir, ad esempio, percepirà una cifra tra i 6 e i 7 milioni di euro all’anno; William Carvalho, lo scorso anno, ha firmato un contratto da 2,5 milioni di euro per stagione. Secondo i media spagnoli, anche Rabiot sarebbe stato avvicinato con una proposta del genere: 3 milioni di euro di ingaggio, più un bonus per la firma e la metà dei proventi della futura cessione. Il centrocampista francese ha scelto la Juventus, e allora il Betis ha dirottato il suo budget su Fekir.