Il Celtic ha creato una squadra per partecipare ai Mondiali di Call of Duty

È il primo club britannico a investire negli eSports non legati al calcio.

Perdendo in casa contro il Cluj (2-3), il Celtic Glasgow ha mancato l’accesso ai gironi di Champions League. È la quarta volta in sei stagioni che i campioni di Scozia falliscono l’appuntamento con i preliminari estivi, e quindi ora dovranno ripiegare ancora una volta sull’Europa League. La dirigenza biancoverde, però, ha deciso di concentrarsi anche su un’altra competizione: i Campionati Mondiali di Call of Duty, famosissimo gioco di sparatutto arrivato alla 17esima edizione della serie canonica – ma ci sono anche 8 spin-off.

Secondo quanto riportato da alcune testate britanniche – per esempio il Times e la Bbc –, il Celtic ha deciso di creare una squadra che parteciperà alla manifestazione in programma a Los Angeles, a partire da mercoledì 14 agosto e per i successivi quattro giorni. Il gruppo scelto per rappresentare i colori biancoverdi è formato da Sean “Seany” O’Connor, Shea “QwiKeR” Sweeney, Ben “Bance” Bance, Byron “Nastie” Plumridge e Sam “Chain” Dineley. Per “Seany” e QwiKeR, la scelta non è casuale: entrambi i gamer sono nativi di Glasgow e sono da sempre tifosi del Celtic.

Questa operazione è una prima volta assoluta per il calcio britannico: nessun club del Regno Unito aveva mai investito in una squadra da iscrivere a un torneo di eSports con videogiochi non calcistici. Ovviamente, tutto rientra nell’ottica di una strategia di marketing e di promozione del brand da parte del Celtic: l’attenzione mediatica intorno ai Mondiali di Call of Duty è enorme, il torneo in programma in California ha un montepremi di circa 1,6 milioni di sterline; inoltre, le visualizzazioni Twitch dell’edizione 2018 sono state di oltre 7 milioni. Miguel Pacheco, responsabile dello sviluppo commerciale internazionale del Celtic, ha dichiarato: «Si tratta di una grande opportunità per la nostra società, abbiamo deciso di concentrarci in un settore degli eSport in cui non si registra alcun impegno da parte delle organizzazioni sportive tradizionali».