Il Vissel Kobe di Iniesta e David Villa sta lottando per non retrocedere

Un progetto ambizioso che rischia di naufragare.

La partita di oggi tra Vissel Kobe e Sagan Tosu è finita 6-1 per il Vissel, la squadra in cui giocano Iniesta e David Villa. Nonostante questo risultato roboante, la classifica degli amaranto negativa: il Vissel ha allungato a +5 sulla zona retrocessione, al terzultimo posto c’è proprio il Sagan Tosu. Nonostante il Vissel Kobe avesse – e ha – un progetto ambizioso, si ritrova dunque a lottare per non retrocedere. Una sorpresa in negativo, considerando le premesse iniziali: non è solo un discorso riferito ai grandi nomi arrivati a Kobe, città da un milione e mezzo di abitanti nella Prefettura di Hyōgo, quanto di idee che si stanno scontrando nella realtà. Come spiegato dal Guardiantutto inizia nel 2014, quando l’azienda Rakuten – gigante dell’e-commerce che da lì a poco sarebbe diventata main sponsor del Barcellona – acquista il Vissel Kobe per trasformarlo nella squadra più forte del calcio asiatico. L’inizio della partnership con il Barça aveva offerto un’occasione per accelerare il progetto: tra la Catalunya e il Giappone si sarebbe stabilita una relazione proficua, che avrebbe alimentato il Vissel dal punto di vista tecnico e commerciale. Ecco che nel giro di pochi mesi arrivano Iniesta, e David Villa, ma anche altri due ex blaugrana come Vermaelen e Sergi Samper.

L’aspettativa cresce, diventa enorme, e Iniesta è ovviamente la più grande attrazione del Vissel, ma forse anche dell’intera J-League. Il Guardian scrive quando don Andrés è stato costretto a saltare una partita in trasferta, la squadra avversaria (il Fc Tokyo) ha dovuto ingaggiare un sosia-imitatore del centrocampista spagnolo per intrattenere i 50mila spettatori accorsi allo stadio. Che era tutto esaurito, come non succedeva da anni. Nonostante l’hype, il Vissel ha giocato un campionato molto al di sotto delle aspettative: 8 vittorie e 5 pareggi in 24 partite, l’abbandono del tecnico spagnolo Juan Manuel Lillo dopo le prime 7 giornate e l’avvicendamento con un altro allenatore abbastanza riconoscibile, Thorsten Fink, ex calciatore del Bayern Monaco e poi sulla panchina di Amburgo e Grassopphers, tra le altre. Il suo arrivo a Kobe, secondo il Guardian, «ha segnato la fine di un progetto a lungo termine per replicare lo stile di gioco del Barcellona, virando verso un calcio più pragmatico». Solo che i risultati continuano ancora a essere tutt’altro che esaltanti.

Come detto, il margine sul Sagan Tosu – la squadra in cui gioca Fernando Torres, tra l’altro – ora è un po’ più rassicurante. Nel caso però i risultati continuassero a essere negativi, il Vissel rischierebbe di finire al terzultimo posto. Una posizione di classifica che, a fine campionato, costringerebbe Iniesta, Villa e compagni a giocarsi lo spareggio salvezza contro la terza classificata della J-League 2, la seconda divisione della piramide calcistica nipponica. Per i giocatori ex Barça, si tratterebbe di una sfida mai vissuta in precedenza.