Tre cose sulla prima giornata di Serie A

Le certezze della Juve, il Napoli tra talento e squilibrio, la qualità dell'Atalanta.
di Redazione Undici 26 Agosto 2019 alle 11:05

La Juventus riparte dalle certezze

È bastato un gol di Giorgio Chiellini per piegare le resistenze del Parma, e qualcosa vorrà pur dire. Che la capacità micidiale della Juventus – vista puntualmente negli ultimi anni – di decidere le partite con una miriade di soluzioni a disposizione è restata immutata. Più che una rottura fragorosa, i bianconeri al Tardini hanno espresso una linea di continuità rispetto al passato, ben illustrata dall’undici titolare – nessuno dei nuovi in campo dal primo minuto. Anzi, la Juve si è affidata all’ossatura degli anni precedenti, con giocatori – Matuidi e Khedira su tutti – che sembravano addirittura fuori dal progetto di Sarri. Per quanto forte possa essere la suggestione di una totale metamorfosi di gioco della Juventus, certe caratteristiche – che poi sono dei veri punti di forza – non possono essere abbandonate. E quindi, il controllo dei ritmi di gioco a proprio piacimento e persino una certa “sofferenza” nel finale di gara, senza rischiare davvero niente, fanno parte della Juventus di Sarri esattamente nella stessa misura in cui appartenevano a quella di Allegri. Nessuna vergogna e nessun allarme, comunque: perché certe rivoluzioni non devono essere sconvolgenti, semmai creare le premesse, in modo graduale e sempre più invasivo, di un cambiamento. I segnali positivi per Sarri sono tanti, e si possono riassumere in un sol concetto: la Juventus è forte e solida, e anche in questo campionato sarà la squadra da battere.

Il gol di Chiellini contro il Parma

Il Napoli e l’equilibrio che manca

Al termine di Fiorentina-Napoli 3-4, la sensazione era che i tre punti fossero andati alla squadra con le maggiori risorse in termini di qualità dei singoli. Il match giocato allo stadio Artemio Franchi è stato come una gara amatoriale dei 100 metri, una corsa in cui ha vinto il più veloce, quasi senza strategie, senza una forma, tutta e pura sostanza: grazie a Insigne, Mertens e Callejón, il Napoli ha battuto la Fiorentina di Chiesa, Pulgar, Sottil e Castrovilli – i due giovani schierati da Montella hanno disputato una partita di ottimo livello. Nel frattempo, però, la squadra di Ancelotti ha evidenziato delle lacune in fase difensiva. Certo, siamo ancora all’inizio, ci sono tutte le attenuanti: Manolas e Koulibaly erano alla prima partita ufficiale giocata insieme, il senegalese è reduce dalla Coppa d’Africa e si è allenato pochissimo, Di Lorenzo e il centrale greco ex Roma sono stati gli unici due nuovi acquisti a debuttare dal primo minuto, Allan è in evidente ritardo di condizione. E poi il Napoli ha un assetto nuovo – due mediani di cui uno tecnico e offensivo, un trequartista libero di muoversi tra le linee, due esterni alti – che va metabolizzato, lubrificato nei meccanismi. Solo che tra una settimana ci sarà già Juventus-Napoli, e allora Ancelotti dovrà provare a correggere subito gli errori mostrati in questa prima giornata: ad esempio, la Fiorentina sembrava poter essere pericolosa ogni volta che trovava le linee di passaggio dietro il centrocampo, un rischio calcolato quando si gioca con due mediani, ma che va ridimensionato con un atteggiamento (ancora più) aggressivo, con una squadra intensa, corta, che difende in avanti ma sa anche scappare velocemente all’indietro. Cose che si risolveranno con il tempo e con il lavoro, ma che andranno testate – anche nella loro versione definitiva – contro squadre più forti della Fiorentina. È il destino di chi vuole lottare per i traguardi più importanti, l’inizio del Napoli è stato incoraggiante, ma solo a patto che la squadra di Ancelotti cresca nell’equilibrio tattico, nella capacità di bilanciare l’abbondante talento d’attacco e un sistema difensivo che possa supportarlo.

Boateng segna il terzo gol al Napoli, che in effetti non difende benissimo

L’Atalanta avrà anche la Champions, ma ha più qualità

Le griglie di partenza, anzi di arrivo, di questa Serie A 2019/20 secondo diversi quotidiani, siti web e blog, forse addirittura tutti, vedono il terzetto di testa composto da tre squadre: Juventus, Inter e Napoli, in ordine sparso. Il quarto posto è più combattuto: c’è chi si è fatto affascinare dal carattere estivo della Roma di Fonseca, chi crede che Giampaolo possa dare gioco e continuità al Milan, chi scommette sulla solidità di Immobile e della Lazio. In pochissimi, forse nessuno, puntano su una possibile conferma dell’Atalanta di Gasperini. C’è la Champions, scrivono tutti. Ma la partita contro la Spal ha mostrato – sempre considerando che le prime uscite ufficiali non sono indicative – un rivolto che non era, forse, stato abbastanza considerato: la qualità dell’Atalanta, in termini di assist e finalizzazioni, sembra essersi alzata drammaticamente. Laddove, quindi, potrebbe subentrare la stanchezza causata dalla Champions, laddove la gioiosa macchina di Gasperini dovesse incepparsi, ci potrebbe essere gente del calibro di Luis Muriel, che contro la Spal, con due conclusioni precise da fuori area ha ribaltato un risultato pesante (nonostante un secondo tempo in cui i ferraresi hanno faticato moltissimo). In attesa di Ilicic, il qualitatometro dei bergamaschi si è alzato anche grazie a Ruslan Malinovskyi, entrato un minuto prima del colombiano. Con Ilicic, Gómez e Zapata, un fronte offensivo superiore a quasi la totalità delle squadre di A.

Gli highlights di Spal-Atalanta 2-3, decisa dall’ingresso e una doppietta di Luis Muriel
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