La tripletta contro il Messico ci ha detto che Lautaro Martínez è un attaccante completo

Schierato come unica punta, ha segnato tre gol tutti diversi tra loro.

La nuova dimensione di Lautaro Martínez nell’Inter, almeno per quanto si è potuto percepire nelle prime due giornate di campionato, è quella della seconda punta di movimento. È un ruolo abbastanza inusuale nel calcio contemporaneo – dominato dai sistemi di gioco con un solo attaccante puro – che però si addice perfettamente alle caratteristiche dell’ex Racing Avellaneda: richiede dinamismo e propensione al sacrificio, oltre a una buona proprietà tecnica per sostenere i dialoghi continui con il compagno di reparto – ovviamente parliamo di Romelu Lukaku. Solo che Lautaro è anche altro, sa fare (bene) anche altro, come si è visto chiaramente ieri sera nell’amichevole tra Argentina e Messico: il ct della Selección, Lionel Scaloni, lo ha scelto come centravanti in un modulo liquido, con De Paul, Marcos Acuña e il giovane MacAllister alle sue spalle, e l’attaccante dell’Inter ha risposto con una tripletta in poco più di 20′, tra il 17esimo e il 40esimo del primo tempo.

La prima rete è arrivata al termine di una bella azione personale: lancio in verticale di Paredes, Lautaro affronta da solo tutta la difesa del Messico, non perde mai il controllo del pallone, supera in velocità il primo avversario e poi si costruisce lo spazio per la conclusione col sinistro; il tiro è preciso, Ochoa forse non sceglie la posizione migliore e va troppo lentamente a terra, ma il gol resta davvero bello per tutta la fase di preparazione che precede il tiro in porta.

 

Pochi minuti dopo la prima rete, Martínez raddoppia il suo bottino con un gol completamente diverso, un piccolo saggio di lettura del gioco: l’Argentina riparte veloce dopo un recupero palla, l’attaccante dell’Inter scambia (fortunosamente) con Palacios e poi detta il passaggio in verticale, in area di rigore, eludendo il fuorigioco del Messico. Il taglio alle spalle dei difensori è perfetto, perfettamente calibrato nel tempo e nello spazio, la conclusione è ancora di sinistro, e anticipa l’uscita – questa volta abbastanza tempestiva – di Ochoa. Il tocco sembra facile e invece non lo è, anche perché serve un bel po’ di qualità per trovare la giusta forza, la giusta traiettoria.

 

La terza rete è la meno raffinata, perché si concretizza anche a causa di un errore evidente di Nestor Araujo, difensore messicano del Celta Vigo: Lautaro porta avanti il pallone con uno stop a seguire non perfetto, Araujo potrebbe impadronirsi della sfera oppure rinviarla lontano, invece incespica e lascia lo spazio libero dietro di sé; Martínez se lo prende tutto e fredda Ochoa, stavolta con il destro, dopo un tocco per prepararsi la conclusione, sempre col piede destro.

 

Grazie alla tripletta realizzata contro il Messico, Martínez ha confermato il suo ottimo score in Nazionale: 9 gol segnati in 13 partite dal 2018 a oggi. L’attaccante dell’Inter è sempre più al centro del progetto di Scaloni, che lo ha scelto da titolare per tutta la Copa América e anche per aprire il nuovo ciclo. Probabilmente la dote migliore di Lautaro è proprio la sua duttilità, la completezza formale e sostanziale del suo gioco: nel torneo che si è svolto in Brasile, ha agito come spalla di Agüero, l’attaccante del Manchester City non è stato convocato per le partite contro Paraguay e Messico e allora il commissario tecnico ha affidato a Lautaro il ruolo di unica punta nel suo schema. La scelta si è sempre rivelata azzeccata, Lautaro ha dimostrato di saper essere efficace in entrambi i contesti, e offre un contributo prezioso in tutte le situazioni di gioco. Anche all’Inter dovrebbero essere contenti di questa parentesi internazionale, in attesa di migliorare ancora l’intesa con Lukaku e i sincronismi nel nuovo progetto di Antonio Conte.