Gabriel Martinelli sta bruciando le tappe

Un 18enne proveniente da un club di quarta divisione brasiliana si sta affermando all'Arsenal.

Una delle cose più significative che sono già accadute nella breve carriera di Gabriel Martinelli è stata raccontata da suo padre, João Carlos Martinelli, in un’intervista rilasciata a Bleacher Report: «C’erano tante squadre interessate ad acquistare Gabriel, alla fine la scelta è ricaduta sull’Arsenal perché abbiamo concordato con il club un percorso di sviluppo interno, senza una sua cessione in prestito. Mi hanno promesso che Gabriel sarà inserito immediatamente, anche se per tappe, nelle rotazioni della prima squadra. All’Arsenal hanno in mente un progetto per lui e si aspettano di vederlo raggiungere l’apice della carriera entro una, due o tre stagioni». Queste parole risalgono alla scorsa estate, per la precisione al 26 luglio, pochi giorni dopo l’annuncio ufficiale del trasferimento di Gabriel Martinelli dall’Ituano ai Gunners. Ed evidenziano come l’operazione che ha portato il giocatore in Inghilterra sia stata pensata e attuata in maniera approfondita, mirata, da entrambe le parti in causa.

Oggi che il giovanissimo italobrasiliano (è nato il 18 giugno 2001) è considerato uno dei talenti più promettenti del calcio europeo, non fosse altro che per il suo straordinario impatto sulla squadra di Unai Emery (7 gol in 525 minuti di gioco in tutte le competizioni), si può dire che l’ambizione apparentemente esagerata di João Carlos Martinelli per la carriera del figlio non era frutto del suo amore di genitore, almeno non solo; poi si deve sottolineare il grande lavoro svolto dal reparto scouting dell’Arsenal, che ha scovato un elemento dal grande potenziale in una modesta società della quarta divisione brasiliana, e l’ha acquistato a un prezzo decisamente contenuto (6 milioni di sterline); infine va aggiunto che il merito di questa rivelazione immediata appartiene in larghissima parte al ragazzo, a Gabriel Martinelli, che si è imposto subito come un giocatore già pronto per avanzare al livello successivo, e lo ha fatto praticamente subito, quasi come a voler giustificare il prima possibile, nel miglior modo possibile, la fiducia che l’Arsenal ha riposto in lui, garantendogli un certo spazio in prima squadra – una condizione privilegiata rispetto a molti altri suoi coetanei che si trasferiscono in Europa poco dopo aver compiuto 18 anni.

In realtà era andata così anche all’Ituano, il piccolo club che rappresenta la comunità di Itu, una cittadina di 167mila abitanti nello stato di San Paolo, un luogo famoso in tutto il Brasile perché gli artigiani locali costruiscono degli oggetti molto grandi, sovradimensionati, tendenzialmente inutili – per esempio una cabina telefonica alta 4 metri. Dopo i primi calci nel Corinthians e il percorso di formazione nel settore giovanile dell’Ituano, intervallato anche da alcuni provini andati male con Barcellona e Manchester United, Gabriel Martinelli è esploso all’improvviso: ha segnato sei gol in quattro partite nella São Paulo Youth Cup, all’inizio del 2019; poche settimane dopo ha esordito in prima squadra, si è preso il posto da titolare e ha trascinato i compagni fino ai quarti di finale del Campionato statale. Il verbo trascinare, in questo caso, non è eccessivo: Martinelli ha realizzato 6 reti in 14 partite, praticamente un terzo delle 20 totali dell’Ituano, ma soprattutto ha mostrato una qualità tecnica e una maturità impressionanti per la sua età, al punto da essere premiato come giocatore rivelazione del Paulistão e come miglior giocatore paulista, e ha aggiunto a tutto questo la nomination per la top 11 della stagione. Questi tre riconoscimenti l’hanno trasformato inevitabilmente in uomo mercato. Per dire: uno dei suoi agenti ha raccontato di aver ricevuto proposte concrete da 25 club diversi in tutta Europa.

Al termine di Liverpool-Arsenal 5-5, una delle partite più divertenti negli ultimi decenni di calcio inglese, Jurgen Klopp ha utilizzato termini entusiastici per definire Gabriel Martinelli: «È un attaccante incredibile, secondo me un talento del genere nasce una volta ogni cento anni». Ad Anfield, Martinelli ha giocato come unica punta, sostenuto da Ozil e da due esterni offensivi, ha segnato due gol molto simili, “di posizione”, da distanza ravvicinata, ma soprattutto ha messo in mostra una disponibilità non comune al pressing, una certa aggressività nei contrasti, una presenza continua nei duelli con i difensori avversari.

Anche gli altri gol sono da attaccante puro, già svezzato: tre colpi di testa contro Vitória Guimarães, Standard Liegi e Nottingham Forest, due grandi conclusioni di destro, entrambe da posizione difficile e/o defilata, contro lo Standard e il Nottingham. Anche mercoledì, in Europa League contro il Vitoria Guiamaraes, Emery l’ha utilizzato al centro di un attacco a tre punte. Per la prima volta non ha segnato gol quando è stato schierato dal primo minuto, ma la sua interpretazione del ruolo è stata comunque utile per la squadra, perché molto generosa: oltre ai movimenti fatti per allungare la difesa avversaria, Martinelli ha effettuato tantissimi rientri profondi per sostenere i compagni degli altri reparti, si è sacrificato molto in fase di non possesso, al punto che al 90esimo minuto i suoi palloni intercettati sono stati quattro.

Il gol più bello di Gabriel Martinelli è stato realizzato contro il Nottingham Forest, in Coppa di Lega

La caratteristica migliore del gioco di Gabriel Martinelli è proprio questa sua capacità di mettere insieme l’efficacia in area avversaria e un contributo importante in tutte le altre situazioni di gioco. Anche per questo Emery ha iniziato a utilizzarlo anche in Premier League – finora quattro ingressi a partita iniziata –, ma per questi appuntamenti diversi, più importanti, gli ha ritagliato un ruolo più laterale, geograficamente e concettualmente, come seconda punta accanto ad Aubameyang o come esterno offensivo – anzi, il manager spagnolo ha spiegato che la posizione in cui Martinelli rende meglio, almeno secondo lui, è quello di laterale destro. L’impatto non è stato devastante come nelle altre competizioni in cui ha avuto spazio da titolare, ma il contesto della Premier è decisamente più competitivo rispetto a quello della fase a gironi dell’Europa League e della League Cup, quindi ci può stare che Martinelli debba aspettare ancora un po’ prima di essere decisivo anche a certi livelli. Del resto, è ancora all’inizio della sua avventura all’Arsenal, anzi della sua carriera di calciatore, finora lui e il suo club hanno pianificato un percorso di sviluppo che sta andando più veloce di quanto tutti si aspettassero, ma non si può pretendere che tutto avvenga immediatamente.

Emery si è espresso così su Martinelli: «La posizione di attaccante non è la migliore per lui, eppure ho scelto di schierarlo come centravanti. Ho preso questa decisione perché in Brasile veniva utilizzato in quel ruolo e perché ha bisogno di accumulare minuti con la prima squadra» (Laurence Griffiths/Getty Images)

Al di là di questa attesa necessaria, c’è una cosa, però, che andrà risolta velocemente: Martinelli ha chiarissime origini italiane, possiede il passaporto del nostro paese e quindi è eleggibile per giocare nella Nazionale azzurra – esattamente come in quella brasiliana. Le ottime prestazioni disegnate con l’Arsenal hanno già stuzzicato il ct azzurro Roberto Mancini, che ha spiegato quale sarebbe l’iter di una sua eventuale convocazione: «Tutto dipende da una richiesta formale e dalla decisione del calciatore. Non possiamo fare altro che aspettare». Nel frattempo, Martinelli è stato aggregato dal ct brasiliano Tite al gruppo di calciatori giovani che hanno fatto da sparring partner alla Seleçao durante la preparazione per ll’ultima Coppa America – vinta proprio dal Brasile dopo la finale contro il Perù.

Insomma, la sensazione è che da qui a poco saremo di fronte a una sfida intercontinentale tra federazioni per accaparrarsi il futuro di Martinelli, per poter fondare su di lui  le squadre che giocheranno i Mondiali che verranno. E se magari quest’ultima previsione potrebbe sembrare avventata, fin troppo ottimistica, è bene ricordare che finora Gabriel è sempre stato conforme alle aspettative che c’erano su di lui, anzi spesso è andato oltre, ha saputo trasformare le esagerazioni in realtà, quindi non possiamo proprio dire dove potrà arrivare, cosa potrà essere, date queste premesse così positive.