Tre temi sulla 12esima giornata di Serie A

Juve-Milan, il Napoli in crisi politica, un esame per Cagliari e Fiorentina.

Juve-Milan è una vecchia rivalità, ma con una differenza di valori quasi inedita

Juventus-Milan è una classica del calcio italiano: l’incrocio tra due delle più grandi squadre della Serie A è sempre una suggestione fortissima per gli appassionati. Poche sfide come quella della prossima giornata, però, sono state caratterizzate da un divario così ampio: tra bianconeri e rossoneri, al momento, ci sono sedici punti di differenza in classifica, e più di tutto è il diverso momento che stanno vivendo a marcare un reale scompenso di valori tra le due squadre – la Juventus, nel pieno del germoglio del processo Sarri, sta raccogliendo punti con regolarità, mentre il Milan, pur con il cambio di panchina avvenuto meno di un mese fa, non riesce a raddrizzare una classifica a dir poco deficitaria. A ciò si aggiunga che lo storico della sfida, nelle ultime stagioni, pende decisamente a favore della Juventus – al Milan non è mai riuscito espugnare lo Stadium, l’ultima vittoria in casa dei bianconeri risale alla stagione 2010/11. La figura di Gonzalo Higuaín è, per certi versi, l’immagine della differenza tra le due squadre: intristito al Milan – tra l’altro, sbagliò un rigore nella sfida di San Siro proprio contro la Juventus – e completamente recuperato in bianconero – protagonista degli ultimi due successi della squadra di Sarri, con un ingresso poderoso a gara in corso contro il Torino (da una sua gran giocata è nato il corner vincente) e l’assist per la meravigliosa rete di Douglas Costa a Mosca.

Il Napoli vive una situazione paradossale

Tutto ciò che è avvenuto all’interno del Napoli negli ultimi giorni è una novità assoluta, non tanto per i fatti in quanto tali – sarebbe ingenuo pensare che tutti i giocatori del mondo vivano in armonia con i compagni, gli allenatori, i dirigenti –, ma perché la vicenda è stata esasperata dal punto di vista mediatico, è come se delle dinamiche che tutti cercano di nascondere, di tenere interne, si fossero invece svolte volutamente alla luce del sole, fossero state svelate davanti a tutti, senza filtri. Il vero paradosso è che domani si gioca, c’è Napoli-Genoa, una sfida fondamentale per la squadra di Ancelotti, settima in classifica, già molto distante da Juventus e Inter (11 e 10 punti), e che per questo è chiamata a una vittoria che manca da quattro partite ufficiali. È difficile immaginare quale potrebbe essere l’approccio del Napoli alla notte del San Paolo, ed è un discorso che riguarda le scelte tecnico-tattiche di Ancelotti (uno dei primi dubbi, per esempio: i leader della rivolta contro la società saranno schierati dal primo minuto?) e la condizione psicologica di una squadra che vive una crisi di risultati, più che di gioco, e che dopo la sosta sarà attesa dalle trasferte a Milano, per affrontare il Milan (un’altra società che vive una situazione esplosiva), e ad Anfield Road. Anche la scelta temporale di questa gigantesca crisi politica non è stata proprio propizia, in realtà.

Al San Paolo, un anno fa, Napoli-Genoa finì 1-1

Cagliari-Fiorentina è un esame di ammissione

Ci sono cinque punti di differenza tra Cagliari e Fiorentina – i sardi sono quarti a 21 punti, i viola sono a quota 16 –, e infatti c’è una discrepanza emotiva tra le due squadre, nel senso che quella di Maran è immersa nell’entusiasmo, mentre quella di Montella è ancora alla ricerca della continuità. Al netto di questo gap, siamo di fronte a due progetti diversi, eppure convergenti: Giulini e Commisso hanno in mente di rilanciare ad alto livello i loro club, hanno investito sul calciomercato, lo stanno facendo e lo vogliono fare sulle strutture, allora è come se le due squadre fossero imbevute di questa ambizione, hanno un’identità di gioco (grazie al lavoro dei due allenatori) e puntano sempre a imporre il proprio ritmo. Soprattutto in virtù di quest’ultimo punto, il lunch match di domenica sarà una partita interessante, dirà tanto sul futuro del Cagliari e della Fiorentina: in caso di vittoria (sarebbe la quarta in cinque partite), i rossoblu alimenterebbero la loro candidatura nella corsa che vale l’Europa; stesso discorso per i viola, che batterebbero una concorrente diretta e si avvicinerebbero molto al gruppo di testa, un risultato difficile da pronosticare dopo l’avvio da incubo (due punti nei primi quattro turni di campionato). Per entrambe le squadre, dunque, si profila all’orizzonte un vero e proprio esame di ammissione a un livello più alto rispetto a quelli cui sembravano destinate, quindi i punti in palio hanno e avranno un peso specifico maggiore, a breve e a lungo termine.

L’ultimo precedente in Sardegna: 2-1 per la squadra di Maran