L’Aberdeen è diventato un club satellite dell’Atlanta United

I rapporti di forza tra il calcio europeo e quello americano sono destinati a cambiare?

L’Aberdeen è una realtà storica della Scottish Premiership: non è mai retrocesso in seconda divisione, ha in bacheca un trofeo europeo (la Coppa delle Coppe 1982/83) e a tutt’oggi resta l’ultima squadra capace di spezzare il duopolio asfissiante di Celtic e Rangers, grazie al successo in campionato del 1985 – queste due imprese riuscirono a un giovane manager dal futuro radioso, Alex Ferguson. Da qualche giorno, il club del nord della Scozia ha stretto una «partnership strategica» con una società di Mls, l’Atlanta United. La notizia è stata ufficializzata una settimana fa, ed ha una particolarità: sono stati gli americani a investire in un club europeo, in pratica da oggi l’Aberdeen può essere considerato un club satellite dell’Atlanta United.

Secondo quanto riporta il Guardian, AMB Sports & Entertainment – il fondo che gestisce la franchigia della Georgia – ha acquistato quote dell’Aberdeen per due milioni di sterline. Darren Eales, presidente dell’Atlanta United, avrà un posto nel consiglio di amministrazione dei Dons. Proprio lui ha spiegato come questo accordo «poterà dei benefici a entrambe le parti in causa: noi cercavamo una partnership in Europa, abbiamo investito un po’ di soldi per dimostrare fin da subito il nostro impegno».

In passato, il Rayo Vallecano e il Manchester City hanno investito in club della piramide calcistica statunitense – il Rayo OKC e il New York City, rispettivamente. Ora, però, siamo di fronte a una cosa mai vista prima: per la prima volta, infatti, una società di Mls farà da riferimento. Non è un caso che si tratti di Atlanta: lo United è considerato un modello, dall’alto di un’esperienza gestionale e sportiva maturata all’interno di un network di altissimo livello, che comprende anche gli Atlanta Falcons, franchigia di Nfl. E che ha già portato a una vittoria in Mls, nell’edizione 2018. Il progetto sembra serio, già si parla di un nuovo stadio per l’Aberdeen, che punta a lasciare il suo storico Pittodrie Stadium (inaugurato nel 1889) entro il 2023, per trasferirsi in un impianto da 20mila posti costruito in periferia. L’altra voce riguardo questa nuova partnership riguarda una possibile espansione ulteriore di AMB Sports & Entertainment ad altri club in altre leghe europee, sul modello delle multiproprietà Red Bull oppure del City Football Group – il fondo che possiede il Manchester City, e che ha acquistato altri club in India, negli Stati Uniti, in Cina. Aberdeen, insomma, potrebbe essere solo un punto di partenza per conquistare uno spazio sempre più ampio nel calcio del Vecchio Continente. Una svolta storica per il soccer americano, ma soprattutto un cambiamento nei rapporti di forza che era stato preannunciato per anni, e che ora si è concretizzato nella realtà.