L’Atalanta è uno spettacolo
Il cinque a zero al Milan è un risultato enorme, per l’Atalanta. È una certificazione – l’ennesima – di un successo sportivo, manageriale, culturale. Esiste una sintonia perfetta, assoluta, tra il calcio di Gasperini, il lavoro della società bergamasca e l’atteggiamento dei calciatori, e questa corrispondenza è stata – ed è – in grado di generare momenti di calcio fantastici, giornate e serate meravigliose, attimi memorabili di pura superiorità calcistica. Certo, anche la pochezza del Milan di Pioli ha indirizzato la partita in un certo modo, ma la realtà è che poche squadre in Europa avrebbero potuto fermare l’Atalanta vista ieri. La bellezza accecante dei gol di Gómez e Ilicic è frutto di grandi qualità individuali, certo, ma anche del fatto che queste qualità sono perfettamente incastrate in un sistema ormai perfezionato – che non vuol dire “non perfettibile” perché questa squadra sembra avere i margini per crescere ancora. Il secondo ritorno in Champions è un obiettivo alla portata, il risultato del percorso europeo di quest’anno sta lì a dimostrare che l’Atalanta merita tutto ciò che si è guadagnata. E che non ha alcuna intenzione di fermarsi, dopo un 2019 perfetto chiuso con l’ennesima partita che ha fatto la storia, anche per il Milan ma nel modo sbagliato: i rossoneri non perdevano con cinque gol di scarto dal 1998, ed è solo la quarta nella storia con queste proporzioni.
L’Inter ha dimostrato di essere una squadra matura
Oltre alla sua rilevanza statistica, il primo gol in Serie A del 17enne Sebastiano Esposito ha anche un altro significato importante: mostra, anzi dimostra come l’Inter sia diventata una squadra in grado di rispondere alle difficoltà, alle contingenze negative. Il giovane attaccante nerazzurro ha sostituito lo squalificato Lautaro Martínez, nella stessa partita in cui era assente anche un altro giocatore fondamentale per la squadra di Conte (Brozovic). Eppure l’Inter è riuscita a venir fuori con sicurezza dalla partita contro il Genoa, ha interpretato alla perfezione i vari momenti della sfida, certo ha trovato – e sfruttato – gli appunti eccellenti di un Lukaku in grande forma, ma ha anche mostrato di saper andare oltre se stessa, oltre la comfort zone costruita da Conte. I 42 punti a fine anno solare parlano da soli, raccontano di una squadra ormai matura, perfettamente a suo agio nel ruolo di contender per lo scudetto, a patto che però rappresentino una base su cui edificare il futuro piuttosto che un punto d’arrivo. Conte ha già parlato in questi termini, ma ha – più volte – richiesto l’intervento della società sul mercato. Tra dieci giorni si aprirà le finestra di trasferimenti invernali, e anche quello sarà un momento importante per capire fino a che punto potranno spingersi le ambizioni nerazzurre.
La prima vittoria e il progetto di Gattuso
Il Napoli torna al successo dopo otto partite di astinenza in campionato, e già questa è una notizia importante. Poi, però, la notte di Reggio Emilia va analizzata da diversi punti di vista: il primo tempo degli azzurri è stato davvero pessimo, è come se Insigne e i suoi compagni fossero mentalmente assenti, fuori dal gioco, senza stimoli. Poi è arrivato il gol di Allan ed ecco che il Napoli è tornato in vita: da lì in poi la squadra di Gattuso ha fatto vedere cose interessanti, trame più veloci e distanze più brevi rispetto al passato recente, soprattutto ha mostrato di nuovo una manovra offensiva efficiente, forse non ancora fluida e brillante, ma le occasioni sono arrivate a cascata, e così il gol nel finale – per quanto casuale – è apparso meritato. Le qualità individuali del Napoli non sono mai state in discussione, eppure la squadra di Ancelotti sembrava lunga, slegata, senza equilibrio nelle varie fasi di gioco. Il nuovo allenatore ha deciso di avviare la restaurazione del calcio sistemico, un percorso ambizioso e perciò lungo, complesso. Ieri sono arrivati i primi segnali positivi, certo il discorso su Sassuolo-Napoli è più tattico che emotivo, ma in realtà i due aspetti interagiscono tra loro, quindi non è un caso che il Napoli visto nel secondo tempo contro il Sassuolo sia sembrato più compatto sul campo e più libero nella testa, più sicuro di sé e quindi più efficace. E non è un caso che sia tornato alla vittoria proprio ieri.