Sei giovani talenti per l’Italia in vista degli Europei

Meret, Bastoni, Mancini, Tonali, Castrovilli e Orsolini.

Siamo all’inizio dell’anno che ci porterà ai primi Europei itineranti della storia. L’Italia guidata da Roberto Mancini aprirà la manifestazione affrontando la Turchia a Roma, il 12 giugno, poi sarà la volta di Galles e Svizzera, sempre all’Olimpico. Abbiamo scelto di raccontare sei calciatori giovani che non sono ancora sicuri di entrare nel gruppo dei convocati per l’Europeo, oppure che non hanno il posto da titolare assicurato: si tratta di ragazzi che hanno mostrato di essere in crescita e che da qui a giugno aspirano a cambiare le gerarchie di Mancini, così da ritagliarsi il proprio spazio e/o diventare protagonisti in uno degli eventi calcistici più attesi dell’anno.

Sandro Tonali 

Oltre l’eccezionale geometria del lancio, la tenacia negli interventi e la qualità dei passaggi, la cosa più stupefacente di Sandro Tonali è la sua intelligenza. Nelle azioni del centrocampista del Brescia è impossibile non notare la grande velocità con cui legge le situazioni in anticipo rispetto agli avversari. La rapidità di gambe non elevatissima è compensata da un pensiero che sa essere immediato, quindi imprevedibile, e allora l’avversario che lo sta sfidando finisce per essere sorpreso dalla sua scelta. Ha già indossato per tre volte la maglia dell’Italia, secondo più giovane (dopo Moise Kean) con Mancini in panchina. Difficile che possa scalzare una figura fondamentale come Jorginho già in vista dei prossimi Europei, ma sarà quasi certamente convocato. E poi, tra  i talenti della Generazione Z, il centrocampista del Brescia è quello che ha il maggior appeal anche all’estero, e qualitativamente, nel suo ruolo, è tra i giocatori più promettenti di tutto il mondo.

Alex Meret 

Alex Meret è una delle poche note liete nella stagione del Napoli. Dopo una prima annata con discrete prestazioni, il portiere friulano ha alzato notevolmente il livello del suo rendimento: sicurezza nella gestione del pallone tra i piedi, intesa con i compagni, impressionanti gesti tecnici, però ci sono stati anche alcuni errori gratuiti. Al netto di queste incertezze, vanno sottolineate soprattutto le parate in Champions League contro il Liverpool, partite che l’hanno visto esaltarsi e l’hanno portato in una dimensione superiore. Quella per cui Meret si giocherà il posto da titolare in Nazionale con Donnarumma, oggi e nel futuro. Il portiere del Napoli (classe 1997) è più grande di quello del Milan, è forse migliore nelle uscite ma è inferiore per quanto riguarda il movimento tra i pali. E poi c’è l’aspetto mentale: nonostante gli ultimi mesi difficili del Napoli, Meret sta continuando a crescere, a migliorare. Per gli Europei partirà in secondo piano, ma rappresenta una risorsa importante per la Nazionale del futuro.

Alex Meret ha esordito con la Nazionale maggiore in occasione del match contro l’Armenia giocato a Palermo lo scorso 18 novembre (Maurizio Lagana/Getty Images)

Gaetano Castrovilli 

Dopo la buona stagione in Serie B alla Cremonese, Gaetano Castrovilli ha iniziato quest’annata ripetendo le stesse prestazioni del passato campionato. Nonostante sia passato alla Fiorentina, è sembrato che Castrovilli, classe 1997, non abbia pagato il cambio di categoria, sorprendendo tutti anche in una gara delicata come quella contro la Juventus a settembre. Nella squadra viola, Castrovilli è una mezzala da cui passa il vero incipit dell’azione offensiva; padrone dei mezzi spazi, con i suoi movimenti e la sua tecnica riesce a spostare il gioco dal centrocampo agli ultimi metri di campo e a esaltarsi nell’uno contro uno. Il talento pugliese è stato selezionato a novembre da Mancini per il roster della Nazionale, e ha esordito contro la Bosnia; nel centrocampo dell’Italia la sua qualità e la sua imprevedibilità negli inserimenti potrebbero essere utilizzati nello slot di mezzala del 4-3-3 amato e praticato dal ct Mancini.

La prima rete in Serie A di Gaetano Castrovilli, a San Siro contro il Milan

Gianluca Mancini 

Nella seconda metà di ottobre, l’allenatore della Roma Paulo Fonseca si è trovato con tanti giocatori fuori uso a centrocampo. Perciò, è stato costretto a utilizzare Gianluca Mancini nel ruolo di mediano. Nelle quattro gare disputate in mezzo al campo, il 23enne ex Atalanta ha cancellato le preoccupazioni di stampa e tifosi per le assenze, ma soprattutto ha mostrato una grande flessibilità tattica e dei grandi miglioramenti in fase di impostazioni. Oggi Mancini è il difensore centrale numero uno nelle gerarchie di Fonseca, si è ripulito dai tanti cartellini di inizio campionato ed è ritornato l’eccellente marcatore che si era visto a Bergamo. Al suo omonimo Roberto Mancini, il centrale romanista piace proprio perché ha tutti i connotati del difensore moderno, e perché parliamo di un giocatore che vive un momento di crescita che sembra inarrestabile, in quattro anni è arrivato in Nazionale partendo dal Perugia, in Serie B, e ora punta agli Europei. In vista del torneo che comincerà a Roma il 12 giugno, Mancini dovrebbe partire alle spalle di Chiellini e Bonucci, ma si candida per essere il successore dei due difensori della Juventus.

Gianluca Mancini ha collezionato tre presenze con l’Italia, tutte nel 2019 (Claudio Villa/Getty Images)

Riccardo Orsolini

É il minuto 94′ di Bologna-Fiorentina del 6 gennaio, e la squadra di casa sta perdendo per 1-0. In quella che è l’ultima azione della partita, Riccardo Orsolini decide di calciare una punizione da posizione estremamente defilata cercando direttamente la porta. Risultato: gol. L’esterno marchigiano ha dimostrato con questa rete — la quinta in campionato — di avere il coraggio e la personalità per gestire situazioni complesse. Per risolvere le partite. Oltre alle qualità che ha già fatto percepire, Orsolini quindi è cresciuto nella gestione dei momenti clou, come ha fatto vedere con i gol realizzati e con altre scelte efficaci – per esempio l’assist risolutivo servito contro la Spal. È quello che ci si aspetta da un giocatore di livello superiore. Il classe 1997 del Bologna piace perché è un esterno moderno, un laterale che gioca a piede invertito, ottimo nel dribbling e con una velocità dirompente. In Nazionale attualmente manca un esterno destro “mancino” (con Zaniolo indisponibile agli Europei) e Orsolini può essere una pedina importante su quel lato del campo. Lui e Chiesa, per Roberto Mancini, sarebbero un concentrato di esplosività.

Il gol di Orsolini contro la Fiorentina

Alessandro Bastoni 

«Faccio delle scelte, anche con il Genoa ha giocato Bastoni. Non è la prima volta e rappresenta il nostro futuro. Ha personalità e gioca la palla da dietro. Sa creare situazioni importanti, ma deve diventare più cattivo in difesa». Queste le parole di Antonio Conte su Alessandro Bastoni, classe 1999. Il difensore dell’Inter è stato titolare nelle ultime quattro partite dei nerazzurri, prendendo spesso il posto di Diego Godín. Nella linea difensiva di Conte, probabilmente è il più bravo con il pallone fra i piedi, ha una buona postura e una accentuata adattabilità tattica, frutto di esperienze in un reparto a tre (Inter e Atalanta, tra settore giovanile e prima squadra) e a quattro (al Parma). Come il giallorosso Mancini, Bastoni è un modello di centrale di ultima generazione, anche se forse, a differenza del romanista, qualitativamente il nerazzurro ha ancora alcune lacune in fase di lettura delle situazioni. A 20 anni Bastoni ha già raggiunto le 40 presenze in Serie A ed è in rampa di lancio con Antonio Conte, un allenatore fra i migliori in Europa ma storicamente non proprio avvezzo all’utilizzo di giovani talenti. Proprio per questo, il futuro dell’Inter e dell’Italia sembra appartenergli di diritto.