Moses-Conte e altri casi di giocatori e allenatori innamorati tra loro

Quasi tutti i tecnici hanno i loro feticci.

Nel cinema, diversi attori hanno legato la propria carriera a registi che hanno voluto investire nel loro talento con una certa continuità, lavorando insieme in molte pellicole. I casi più celebri di coppie divenute storiche sono Scorsese-De Niro, Almodóvar-Penélope Cruz, Tarantino-Samuel L. Jackson, Fellini-Mastroianni. Parallelamente, nel calcio, ci sono allenatori che chiedono di inserire nella propria squadra giocatori di cui si fidano, elementi che negli anni hanno interpretato bene il loro calcio. Per questo, in un certo senso, il trasferimento di Victor Moses (in prestito) all’Inter era da mettere in conto con largo anticipo: l’esterno nigeriano ha giocato con il Chelsea di Conte 78 partite in due stagioni, ossia durante l’intero periodo di gestione dell’allenatore italiano. Moses è stato l’esterno sinistro titolare dei Blues sia in Premier League che in Champions League, mentre nelle altre annate vissute a Stamford Bridge ha giocato molto meno (50 partite totali dal 2012 a oggi) ed è stato girato in prestito al Liverpool, allo Stoke City, al West Ham e al Fenerbahce.

Proprio Antonio Conte, nel corso della sua carriera, ha mostrato di fidarsi molto di alcuni giocatori ben precisi. La cosa particolare è che certi elementi non sono di prima fascia, anzi probabilmente non sarebbero valorizzati in roster di prima categoria con altri tecnici. Per quanto riguarda le preferenze di Conte, vanno considerate anche le caratteristiche del suo gioco: magari ha insistito e insiste su elementi con qualità leggermente inferiori, che però conoscono a memoria i meccanismi del suo 3-5-2, sanno interpretare bene le alte richieste – atletiche ed emotive – del tecnico salentino. Il discorso va oltre Moses, infatti Conte ha stretto un rapporto molto forte con Emanuele Giaccherini alla Juventus (e in Nazionale), con Kwadwo Asamoah sempre in bianconero e ora a Milano, dopo aver provato a portarlo pure a Stamford Bridge. Altri allenatori italiani hanno utilizzato lo stesso metodo. Walter Mazzarri, per esempio, una volta nominato allenatore del Watford nell’estate del 2015, fece acquistare alla famiglia Pozzo due senatori di quello che fu il “Napoli di Mazzarri”: Miguel Britos e Valon Behrami; poi a Vicarage Road arrivò pure Juan Camilo Zuñiga. Anche Maurizio Sarri a Napoli fece acquistare alcuni suoi fedelissimi dell’Empoli: insieme a lui, nell’estate del 2015, arrivarono Hysaj e Valdifiori, mentre un anno dopo fu la volta di Zielinski e Tonelli; nel 2017, infine, ecco Mario Rui. Al suo arrivo a Londra, la scelta per il nuovo regista cadde su Jorginho, centro motore del suo Napoli. Mihajlovic, invece, pretese al suo arrivo a Bologna l’ex pupillo Roberto Soriano, esploso ai tempi della Sampdoria con l’allenatore serbo in panchina. Altri tentativi sparsi hanno riguardato Walter Novellino e Sergio Volpi, Leonardo Semplici e Kevin Bonifazi, Vincenzo Montella e Matías Fernández,

Per rimanere ad alti livelli, molti tifosi della Juventus rimasero sorpresi dalla volontà dell’allenatore Allegri di avere in squadra a tutti i costi il terzino del Milan Mattia De Sciglio, che il tecnico livornese aveva promosso dalla Primavera alla prima squadra proprio ai tempi della sua esperienza rossonera. All’estero, altri esempi di coppia funzionale riguardano Mourinho e David Luiz, Ancelotti e James Rodríguez, Guardiola e Thiago Alcántara. Proprio il tecnico catalano, parlando del centrocampista acquistato ai tempi del Bayern, chiarì che la sua scelta riguardava esclusivamente quel calciatore: «È un grandissimo centrocampista, in quel ruolo arriva lui o non arriva nessuno». Difficile essere più chiari di così.