La Nazionale maschile degli Usa vuole che le calciatrici americane guadagnino molto di più

Per gli uomini, la Federazione è «discriminatoria nei confronti delle donne».
di Redazione Undici
13 Febbraio 2020

Da tempo è in atto un contenzioso tra la Federcalcio americana e la Nazionale femminile campione del mondo sulla questione dei salari. Già prima della scorsa estate, e del Mondiale vinto in Francia, le giocatrici lamentavano la disparità negli stipendi rispetto ai loro colleghi maschi, e infatti a marzo 2019 avevano intentato una causa contro la USSF (United States Soccer Federation) per cercare di risolvere la situazione. In questa querelle, ieri è arrivata una chiara presa di posizione da parte della Nazionale maschile, che ha esortato i funzionari di Chicago (gli uffici federali hanno sede nella metropoli dell’Illinois) ad aumentare significativamente la retribuzione delle atlete. Si tratta di una notizia molto positiva, considerando che solo qualche mese fa le due rappresentative non si erano risparmiate delle stoccate in merito a questa vicenda.

In una nota ufficiale diffusa ieri dal sindacato dei giocatori maschi, si legge: «L’accordo collettivo per il calcio femminile, valido per il periodo 2017-2021, è peggiore rispetto a quello maschile scaduto nel 2018. La Federazione continua a discriminare le donne in termini di salari e condizioni di lavoro. Quello che crediamo dovrebbe accadere è semplice: la Federazione deve versare cifre più alte alle donne, più alte pure rispetto al contratto collettivo maschile che è scaduto alla fine del 2018. Secondo la nostra stima, le donne avrebbero dovuto incassare almeno il triplo di quanto abbiamo guadagnato noi fino a un anno fa».

Secondo il sindacato maschile, «la Federazione si sta impegnando per vendere al pubblico, e anche ai membri del Congresso, un racconto fasullo di quello che è successo, in modo da colpire alcune atlete che hanno militato o militano nella Nazionale femminile». In un altro punto del comunicato, l’associazione calciatori ha esortato i tifosi a rivolgersi al Congresso per evitare che le calciatrici siano ancora trattate ingiustamente, e a «sollecitare gli sponsor della Federazione a interrompere i rapporti commerciali fino a quando le donne non potranno firmare un contratto collettivo che impedisca discriminazione di genere».

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