Tre temi sulla 25esima giornata di Serie A

La Juve non può fermarsi, sfide equilibrate a Firenze e Verona.

La Juventus non può proprio fermarsi

L’andamento della stagione, inteso come intreccio di risultati e prestazioni, e gli scherzetti del calendario hanno messo la Juventus di fronte a un periodo molto duro. La partita con la Spal, infatti, è il preludio a una doppia sfida decisiva per i bianconeri di Sarri, e il “problema” è che il margine sulle inseguitrici in campionato è risicato, non consente all’allenatore e ai giocatori di variare in maniera sostanziale gli uomini, oppure di sperimentare nuove idee tattiche. Proprio ciò che servirebbe alla Juventus, che non sono ancora riusciti a trovare una continuità reale – quantomeno nel rapporto tra punti ottenuti e qualità del gioco. A Ferrara, i bianconeri troveranno una squadra che ha ancora poche chance per restare aggrappata alle proprie avversarie in classifica (gli uomini di Di Biagio sono otto punti sotto la zona-salvezza), eppure non potranno fermarsi, dovranno migliorare la qualità del gioco e dovranno vincere, poi dovranno ipotecare il passaggio ai quarti di Champions in casa del Lione – appuntamento all’OL Land mercoledì sera – e infine dovranno affrontare l’Inter allo Stadium. Tre test in difficoltà crescente, almeno sulla carta, e allora è proprio per questo che la trasferta in Emilia Romagna può, deve dire molto sullo stato di salute del gruppo di Sarri, su come sta procedendo il processo metabolico rispetto alle idee dell’ex allenatore del Napoli. Proprio Sarri ha spiegato che la sua Juve non può e non potrà giocare come altre squadre del suo passato. Una visione anche corretta nella forma e nella sostanza, ma ora lui e i suoi giocatori hanno il dovere di accelerare. Perché i risultati finora sono più che buoni, ma siamo alle porta della primavera e delle partite senza ritorno, senza appello. Quelle che difficilmente vengono vinte da chi non è sicuro dei propri mezzi, di ciò che deve fare in campo.

Fiorentina e Milan sono allo stesso livello

Se tutti i mesi del campionato fossero stati gennaio, Fiorentina-Milan sarebbe un match d’altissima classifica, per numeri quasi da Scudetto. Invece, gennaio è stato un momento, una fase di rilancio per entrambe le squadre dopo una prima fetta di stagione totalmente da cancellare. Con due nuovi allenatori (e un Ibrahimovic in più), Fiorentina e Milan hanno guadagnato punti, fiducia e motivazioni, inseguendo dal lato viola il punto più alto nella parte sinistra della classifica, e dal lato rossonero una posizione europea. La gara di andata esaltò un magistrale Castrovilli a San Siro, in quella che forse può essere definita la peggior prestazione del Milan di Giampaolo nel suo breve periodo rossonero. Oggi, Pioli e i suoi uomini sembrano aver guadato il fiume delle incertezze grazie a un capitano navigato, quel Zlatan Ibrahimovic che contro la Fiorentina ha segnato 8 gol in carriera – terza squadra più bucata dallo svedese in Italia – e che adesso ha il Milan sulle spalle. A Firenze le due squadre arrivano a scontrarsi in un momento di forma molto positivo nonostante il Milan abbia perso con l’Inter e la Fiorentina con la Juventus, e in campo il livello fra le due formazioni è pressoché lo stesso. Un Milan più verticale e fluido contro una Fiorentina più chiusa e orientata al gioco in contropiede, che per quanto meno estetica ha in Chiesa, Castrovilli e Vlahovic delle armi appuntite; se Iachini punta sui giovani per correggere la stagione della Fiorentina, Pioli invece ha scelto l’esperienza di gennaio per risollevare i rossoneri, con Ibra e Kjaer – che però non sarà della gara, al suo posto toccherà a Gabbia, alla seconda di sempre in Serie A – a guidare una formazione con un’età media tutto sommato molto bassa. Ma fra giovani e meno giovani, la sfida del Franchi si appresta a essere molto equilibrata.

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Verona-Cagliari, sensazioni ribaltate nella corsa all’Europa

Se Verona-Cagliari si fosse giocata solo qualche mese fa, avremmo parlato di una partita completamente diversa. La squadra di Maran era piena di certezze, aveva iniziato benissimo il campionato, veleggiava meritatamente in zona Europa League, affrontava tutti gli avversari con grande sicurezza nei propri mezzi. Praticamente, la descrizione del Verona attuale: oggi Juric e i suoi uomini sarebbero qualificati in ogni caso all’Europa League, ma soprattutto mettono in mostra un calcio peculiare, evidentemente vicino alla mentalità dell’allenatore e cucito sulle caratteristiche dei giocatori. Le sensazioni sono ribaltate anche a livello di risultati, anzi sono i risultati ad averle ribaltate: il Cagliari ha vinto l’ultima partita il 2 dicembre, cinque giorni dopo è arrivata l’ultima sconfitta dell’Hellas in campionato. Eppure il match del Bentegodi resta un confronto diretto, la classifica è molto corta, se il Cagliari dovesse vincere si ritroverebbe a pari punti con la squadra di Juric, pienamente in corsa per centrare la qualificazione in Europa. In virtù di tutto questo, e aggiungiamoci anche la legge dei grandi numeri, Verona-Cagliari è una partita da seguire. Oltretutto, poi, Maran dovrebbe recuperare anche Nainggolan, un primo passo importante per cercare di ritrovare lo spirito ma soprattutto i meccanismi che avevano portato in alto il Cagliari, che potrebbero ancora raddrizzare la stagione, come detto prima la classifica non ha ancora reso impossibile la rimonta dei rossoblu, che però hanno il dovere di cancellare gli ultimi mesi e ripartire. In questo senso, la partita di Verona potrebbe essere la migliore ma anche la peggiore possibile: la forza della squadra di Juric rende la sfida molto difficile, ma un eventuale successo permetterebbe di ribaltare le sensazioni, ancora una volta.

Già nel match di andata si era percepito che il Verona potesse essere un avversario molto scomodo, per chiunque