Tre cose sulla 25esima giornata di Serie A

Fabián Ruiz, i segnali di Spal-Juve, la Lazio oltre ogni cosa.

La vittoria e altre buone notizie per la Juve (in vista di Lione e Inter)

Nonostante la sofferenza che la Spal, affamata di punti-salvezza, ha imposto alla Juventus, la squadra di Sarri ha vinto una partita molto importante. In primo luogo perché anticipa un test match importante per i bianconeri, quella sfida al Lione in Champions che è il primo confronto di livello dopo alcune settimane; inoltre, perché la Lazio ha vinto ancora, e tenere le distanze è fondamentale, anche dal punto di vista emotivo. Nonostante la Juve possa contare su un roster di primissimo livello, le certezze dei bianconeri erano un po’ diminuite con i risultati di inizio febbraio, ma già dalla vittoria con la Fiorentina si era tornati a respirare un’aria più rilassata, meno tesa. Contro la Spal la Juve ha avuto un po’ di difficoltà, ha trovato una squadra ben messa in campo da Di Biagio. Per Sarri, però, sono arrivate alcune buone notizie: intanto, il gol consecutivo numero undici di Ronaldo; poi la rete di Ramsey, un giocatore su cui Sarri avrebbe voluto puntare molto, solo che guai fisici e problemi tattici hanno rallentato il suo inserimento; poi il ritorno fondamentale di Chiellini, soprattutto in vista del finale di stagione – per una questione di leadership nello spogliatoio, e di solidità difensiva. Per l’ex allenatore del Napoli, i prossimi obiettivi sono importanti, se non decisivi: il Lione e l’Inter, attesa domenica a Torino. Anche per questo i tre punti e gli altri segnali positivi arrivati dal match di Ferrara hanno un significato importante nella stagione di Sarri e dei suoi uomini.

La Lazio va oltre ogni cosa

A Genova, la Lazio è riuscita a superare le avversità di una sfida ostica e da non sottovalutare. Basti pensare al momento positivo del Genoa, reduce da una striscia da otto punti conquistati in quattro partite. La precisione di Cataldi nel gol del 3-1 e la forza di Marusic nella rete del vantaggio hanno un significato importante per Inzaghi: le seconde linee sono risorse alternative ma fondamentali. È così che nascono e si definiscono le grandi squadre, ed è un evento già verificatosi nel recente passato: Caicedo si è preso il posto da titolare e ieri ha timbrato l’assist per Marusic, lo stesso Vavro ha giocato una buona partita a Marassi. Il Genoa si è difeso bene e non si è accontentato solo di agire in ripartenza, ha aggredito alto i biancocelesti. Tuttavia, due minuti e la Lazio era già in vantaggio. Per Inzaghi e i suoi uomini, il gol di Marusic è stato fondamentale perché ha permesso di rendere più agevole una gara che sarebbe potuta diventare insidiosa – dopotutto, Strakosha ha subito due gol in una partita: non accadeva dal 10 novembre 2019 contro il Lecce. La differenza di classifica a tratti non si è vista, e proprio per questo il risultato finale rappresenta stato l’ennesimo grido di una squadra completa e pure godibile dal punto di vista estetico, grazie un’idea di calcio che va sempre, o quasi sempre, oltre il sistema di gioco degli avversari.

Gli highlights di Genoa-Lazio

Il ritorno di Fabián Ruiz

Il discorso sul ritorno di Fabián Ruiz alle sue misure migliori non si ferma ai due (splendidi) gol realizzati contro Inter e Brescia in poco più di una settimana, tra l’altro le due conclusioni che hanno battuto Padelli e Joronen sono state molti simili, due traiettorie arcuate, a giro sul secondo palo, partite più o meno dalla stessa zolla grazie una coordinazione efficace, elegante – è un colpo frequente per lo spagnolo, infatti a Brescia, pochi minuti dopo il gol, Joronen ha deviato in angolo un altro tiro, praticamente uguale, con una gran parata. Il punto è che Fabián Ruiz ha trovato il suo spazio nel gioco di Gattuso e si è ripreso il Napoli, o meglio il suo ruolo centrale nel Napoli: durante la sua esperienza in azzurro, Ancelotti ha utilizzato l’ex Betis come ingranaggio mobile del centrocampo, in tutte le posizioni, con un rendimento sempre altissimo – almeno fino alla crisi della squadra, che ha inglobato anche lui. Le prime partite di Gattuso a Napoli avevano ridimensionato la figura di Fabián, era una questione tattica – l’ex tecnico del Milan l’ha schierato davanti alla difesa in un centrocampo a tre, e non ha funzionato – ma era evidente che il ragazzo vivesse un momento difficile anche dal punto di vista emotivo. Pian piano, però, è stato ricostruito un contesto positivo intorno a Fabián. E lui ha risposto bene: l’arrivo di un regista puro, per quanto atipico, come Demme, ha permesso a Gattuso di utilizzare l’andaluso come interno. La fine degli equivoci di campo ha stimolato il calciatore, che ha ricominciato a prendersi diverse responsabilità tecniche. Da alcune partite, Fabián ha libertà di muoversi, di associarsi ai compagni in tutte le zone del campo, si propone per organizzare il gioco ma anche per rifinirlo – il passaggio a Insigne appena prima del fallo di mani di Mateju, a Brescia, è proprio di Fabián. E poi, giusto per chiudere il cerchio, due gol belli e pesanti che hanno dato un’iniezione di fiducia, di entusiasmo, a una squadra che ne aveva bisogno. Appena prima del Barcellona, ovvero nel momento migliore per il Napoli e per lo stesso Fabián, che ora punta a riprendersi tutto ciò che sembrava aver smarrito. Era considerato uno dei centrocampisti giovani più forti d’Europa, non a caso, ha ricominciato a far vedere perché.

Anche il gol di Chancellor non è niente male