Classe 2000 — Phil Foden

Il centrocampista inglese è già pronto per raccogliere l'eredità di David Silva.

Il talento di Phil Foden è talmente puro e autoevidente che quasi non si avverte il bisogno di catalogarlo, di dargli una collocazione. È un discorso di universalità che riguarda in primis la tattica individuale: Foden può essere utilizzato in qualsiasi ruolo creativo dal centrocampo in su, perché è un calciatore già fatto, completo e poliedrico; poi è praticamente ambidestro, gestisce benissimo la palla quando c’è da impostare il gioco, sceglie perfettamente i tempi di inserimento in area avversaria, ha un controllo raffinato negli spazi stretti e possiede l’intelligenza necessaria per non creare scompensi in fase difensiva.

Queste qualità sono talmente grandi e riconosciute che riescono a superare anche il concetto del tempo per come lo intendiamo noi comuni mortali: il discorso su Foden ignora completamente il fatto che il ragazzo abbia soltanto 19 anni, si parla di lui come di un calciatore già affermato e/o che si affermerà facilmente.

Il fatto che non vada in campo con continuità è percepito come uno scandalo internazionale: Chris Waddle ha scritto sulle pagine della Bbc che Foden «dovrebbe essere tranquillamente titolare nel City, e sarebbe pure uno dei migliori giocatori nell’Inghilterra campione a Euro 2020». In realtà è stato lo stesso Pep Guardiola ad alimentare questa attesa bramosa nei confronti di Foden, dichiarando di non aver mai allenato un giocatore con più talento rispetto a lui.

La realtà è necessariamente più sfumata, la strategia di Guardiola è chiara: anche l’anno scorso Foden esordì da titolare in Champions a dicembre, e in Premier ad aprile, è evidente come Pep sappia perfettamente delle prospettive enormi di Foden, ma è come se non volesse bruciarlo, ha deciso di farlo crescere nell’ombra, più che alla luce del sole. Al City quest’ombra può essere molto fertile, perché Foden andrà pure poco in campo ma nel frattempo si sta giovando degli insegnamenti di De Bruyne, Bernardo Silva e David Silva, che lascerà l’Inghilterra alla fine di questa stagione e quindi ha bisogno di un erede.

Phil Foden non ha ancora compiuto vent’anni, ma ha già segnato tre gol in Champions League. Dopo questa rete realizzata contro la Dimano Zagabria, mostra e bacia il simbolo del Manchester City sulla maglia azzurra, è una cosa molto significativa

Foden era già stato individuato per la successione interna, solo che la sua affermazione potrebbe avere anche dei significati politici, culturali: da quando la proprietà emiratina ha acquistato le quote del City, nessun calciatore cresciuto nel vivaio è riuscito a imporsi davvero in prima squadra. Foden potrebbe essere il primo prodotto artigianale e al tempo stesso industriale della nuova academy, unisce il dinamismo classico del football inglese ai concetti di gioco importati da Guardiola; poi è cresciuto a Stockport, una località borderline della Greater Manchester, è un tifoso dichiarato del City, perciò potrebbe diventare un simbolo nuovo per un club che negli ultimi anni ha fatto fatica a produrre elementi identitari. In virtù di tutto questo, sarà divertente capire cosa potrà diventare Phil Foden: è possibile che dopo di lui niente possa essere più come prima. Al Manchester City, e non solo.

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“Classe 2000” è la serie di profili dei 50 più interessanti calciatori nati nel nuovo millennio, pubblicata originariamente sul numero 30 di Undici e realizzata in collaborazione con Wyscout

Illustrazione di Cristina Amodeo