Come i club stanno gestendo gli stipendi dei calciatori durante la crisi per il Coronavirus

La Juventus è l'unica squadra di Serie A che ha tagliato ufficialmente i salari, così come hanno fatto diverse società europee.

Secondo molti esperti, la crisi economica che attende l’economia mondiale al termine della pandemia Coronavirus sarà molto più aggressiva di quella del 2008, causando perdite miliardarie anche all’industria del calcio. Per questo, oggi, molti club in Europa hanno iniziato ad applicare misure economiche di un certo impatto per limitare l’inevitabile calo degli introiti. Sebbene non ci siano soluzioni comuni da parte dei campionati, vari club hanno già agito indipendentemente e in accordo con i propri giocatori.

La Juventus ha annunciato in accordo con i membri della rosa di tagliare i pagamenti per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, e finora è l’unica squadra di Serie A ad essersi mossa in questo senso – anche se le altre società stanno pensando a misure simili, e si attende un tavolo comune tra Lega e Assocalciatori per trovare una soluzione. In Inghilterra nessun club ha ancora dichiarato di voler rinunciare a pagare lo stipendio ai propri giocatori, ma il Bournemouth, il Tottenham e il Newcastle hanno deciso di tagliare del 20 per cento le cifre dei contratti dei dipendenti non strettamente legati al calcio, magazzinieri, impiegati negli store e/o nei botteghini. La questione ha fatto ovviamente discutere, ma le società che hanno intrapreso questa strada ammettono che è stato un atto dovuto a causa dai costi di gestione molto alti – proprio il Tottenham, ad esempio, deve far fronte a un profondo indebitamento dovuto alla costruzione del nuovo stadio, inaugurato esattamente un anno fa.

In Spagna, il Barcellona ha comunicato invece di aver trovato un accordo sindacale con i suoi giocatori per la riduzione degli stipendi fino al 70 per cento. Stando a quanto scritto da Messi in un post su Instagram, gli stessi calciatori, ovvero gli unici destinatari del provvedimento, aiuteranno economicamente gli dipendenti del club. Nella Liga, anche Espanyol, Atlético e Real Madrid seguiranno azioni simili, così come in Francia hanno fatto il Marsiglia e il Lione, che però hanno incluso nei tagli – del 30 per cento – tutti i dipendenti del club. Il Psg non ha ancora annunciato modifiche salariali per la rosa della prima squadra, la terza al mondo per monte ingaggi dopo Barcellona e Real Madrid. Molto più solidali sono state alcune società di Bundesliga: i calciatori del Borussia Mönchengladbach, del Werder Brema, dello Schalke e dell’Union Berlino hanno rinunciato all’intero stipendio per aiutare gli impiegati del club non coinvolti direttamente nell’attività agonistica. Le due società più importanti del campionato, il Bayern Monaco e il Borussia Dortmund, hanno annunciato il taglio del 20% dello stipendio dei giocatori, che hanno aderito all’unanimità, e volontariamente, a questa proposta.