In Nicaragua il campionato prosegue, ma i giocatori evitano il contatto fisico

E alcuni sono scesi in campo con guanti e mascherine.

La pandemia Coronavirus ha bloccato tutti i campionati di calcio del mondo, tranne quattro: Nicaragua, Bielorussia, Burundi e Tagikistan. Nel Paese centro-americano, però, la situazione potrebbe cambiare in breve tempo, anche perché sono gli stessi calciatori a raccontare come le partite stiano proseguendo in modo surreale. Il quotidiano britannico The Independent, infatti, ha raccolto un po’ di dichiarazioni dei giocatori locali, che sottolineano come la paura per il Coronavirus abbia alterato – e non di poco – lo spirito del gioco.

Carlos Mosquera, portiere del Deportivo Las Sabanas, probabilmente ha potuto sfruttare la sua migliore visuale del campo per elaborare una teoria sul comportamento di compagni di squadra e avversari: «È evidente come i miei colleghi cerchino di evitare il contatto con altri giocatori. Il calcio è cambiato, è difficile vedere un duello uno contro uno che abbia la stessa intensità di prima. La paura di ciò che sta accadendo nel mondo è sempre presente. Mentalmente fai fatica a concentrarti sulla partita, pensi sempre che gli avversari possano avere la malattia». Un altro cambiamento evidente riguarda l’equipaggiamento dei giocatori in campo: in occasione di alcuni match, sono scesi in campo indossando mascherine e guanti. The Independent ha sottolineato che la decisione di continuare con il regolare svolgimento del torneo è stata presa dopo un incontro tra i proprietari della lega e del club, molti dei quali hanno ottenuto sostegno finanziario dal governo del presidente autoritario del Nicaragua, Daniel Ortega.

Il segretario generale della Federazione calcistica nicaraguense, Jose Maria Bermúdez, ha dichiarato che «ci sono dei benefici per il fatto che siamo rimasti solo noi a giocare, non tanto dal punto di vista economico ma per quanto riguarda la visibilità». Molti bookmakers, infatti, hanno iniziato a quotare le partite della Liga Primera del Nicaragua, e così è aumentato il flusso di scommesse. Bermúdez ha spiegato che i soldi dei giocatori «non hanno alcun effetto su di noi dal punto di vista economico finanziariamente, ma abbiamo registrato maggiori richieste di contatto televisivo, anche perché siamo tra i pochissimi che hanno deciso di non fermare il campionato. E continueremo a giocare fin quando la situazione ce lo permetterà». Il dirigente nicaraguense ha chiarito anche che «noi gestiamo il calcio, non il governo, e seguiamo le indicazioni degli esperti sanitari. Fino a questo momento, il nostro Paese non è stato sconvolto dalla pandemia, abbiamo solo tre casi e due di questi sono stati importati dall’estero. Se la situazione dovesse peggiorare, se dovessimo perdere il controllo dei contagi, dovremo sospendere il torneo per proteggere le vite».