Come funziona il calciomercato del Red Bull Salisburgo

Il direttore sportivo del club austriaco spiega come ha scovato Haaland, Mané e gli altri calciatori lanciati negli ultimi anni.

Si parla tanto di modello Red Bull nel calcio, e se ne parla giustamente: in poco più di dieci anni, la società austriaca di bevande energetiche ha creato un grande impero sportivo, portando club come il Lipsia e il Salisburgo a essere competitivi ai massimi livelli. Merito di una profonda programmazione coordinata, di un’identità progettuale imposta dall’alto e condivisa in tutti i reparti dei club, anche quelli degli altri continenti – New York e Bragantino, appena promosso nel Brasilerão –, ma anche di un modello di scouting che funziona, e che ha generato enormi plusvalenze a bilancio, ovvero il propellente finanziario che serviva per alimentare ogni anno il progetto. Il Salisburgo, per esempio, ha incassato 115 milioni in una sola stagione grazie alle cessioni di Haaland, Dabbour, Schlager e Lainer tra gli altri, e la cifra è molto più alta se si considerano le altre grandi operazioni in uscita imbastite negli ultimi anni – Mané, Haidara, Keita, Upamecano. Al di là dei capitali della Red Bull, dunque, c’è una squadra di professionisti del mercato che funziona. E che a Salisburgo è guidata da Christoph Freund, direttore sportivo ed ex calciatore.

In un’intervista rilasciata al quotidiano spagnolo As, Freund ha spiegato come lavora il team di reclutamento del Salisburgo: «Abbiamo otto osservatori, non tantissimi. Ma maneggiamo un’enorme quantità di dati. Per noi le statistiche sono fondamentali, ci permettono di individuare i migliori profili giovani». Il target ha un’età media molto bassa: «Il nostro dipartimento si concentra su giocatori dai 16 ai 19 anni, controlliamo tra ottanta e novanta ragazzi potenzialmente interessanti, e vediamo quale profilo si adatta meglio a noi». Non ci sono preclusioni geografiche: in questo momento, la rosa guidata dal tecnico americano Marsch, “allevato” nella galassia Red Bull come tecnico di New York, è composta da giocatori di dodici nazionalità diverse, non ci sono giocatori austriaci, piuttosto di quattro continenti diversi – manca solo l’Oceania. L’età media è di 24,1 anni.

Freund ha anche spiegato che non esiste una direttiva imposta dall’alto per la cessione di giocatori al Red Bull Lipsia, al momento il club più rappresentativo del gruppo – i tedeschi hanno raggiunto i quarti di finale di Champions League. «Il caso di Haaland è esplicativo», chiarisce il direttore sportivo del Salisburgo, «noi lo adoravamo ma alla fine ha scelto di andare al Borussia Dortmund». Il modello Red Bull permette grossi incassi, quindi non risentirà della crisi post-pandemia, almeno secondo Freund: «Non abbiamo e non avremo bisogno di vendere. Continueremo a lavorare come al solito, cercando giocatori che possano essere importanti per il nostro progetto».