Il Manchester United ha migliorato il rapporto con i suoi tifosi durante la pandemia

Prima del lockdown i risultati erano in miglioramento, i provvedimenti nel corso dell'emergenza hanno rispolverato orgoglio e appartenenza.

Una delle squadre più in forma al momento dell’inizio dell’emergenza Coronavirus, e dell’inevitabile blocco delle competizioni sportive, era il Manchester United. Solskjaer e i suoi uomini si erano ripresi da un inizio di stagione da incubo grazie a undici risultati utili consecutivi in tutte le competizioni, la classifica era tornata promettente (quinto posto a tre punti dal Chelsea) e all’orizzonte c’erano i quarti di finale in Fa Cup (da giocare contro il Nowrich) e di Europa League (già ipotecati dopo la vittoria per 5-0 in Austria, contro il LASK Linz, nell’andata degli ottavi).

Insomma, lo stop per la pandemia non avrebbe dovuto essere accolto con entusiasmo dalle parti di Old Trafford. E invece la situazione pare essere ulteriormente migliorata. Oltre agli ottimi risultati e alle buone sensazioni dell’ultimo periodo, infatti, le scelte della dirigenza dei Red Devis durante la pandemia sembrano aver migliorato ancora di più il rapporto con i tifosi. Lo spiega il Telegraph in un articolo sulla sua edizione online, in cui si legge che il board dello United – a cominciare dal vicepresidente esecutivo Ed Woodward, uno degli uomini più odiati del calcio inglese, tra l’altro vittima di un’aggressione a gennaio – vive un momento di grande popolarità: «Le politiche adottate dalla società hanno mostrato grande classe e solidarietà, nei confronti di tutti: innanzitutto hanno rimborsato i 700 fan che erano volati in Austria per sostenere la squadra e poi non hanno avuto accesso allo stadio per via delle restrizioni d’emergenza; poi hanno continuato a pagare i lavoratori occasionali di Old Trafford, oltre 3mila persone; e poi hanno offerto dei contributi importanti per aiutare il servizio sanitario nazionale e gli enti di beneficenza di Manchester, messi a dura prova dalla pandemia. Tutte queste scelte «preannunciano una nuova era di leadership positiva in un club che ha smarrito la sua identità nell’era post-Ferguson».

Sempre secondo il Telegraph, l’ultima riunione in teleconferenza tra la dirigenza e un gruppo di tifosi è stata caratterizzata da toni non più ostili, piuttosto da un rinnovato orgoglio per ciò che lo United fa e rappresenta. Certo, tutto va inserito in un contesto che sembrava essere in miglioramento prima del lockdown: l’arrivo di Bruno Fernandes dallo Sporting Lisbona è uno dei primi colpi di mercato dall’impatto immediato daopo diversi anni – soprattutto considerando la resa di acquisti come Fred, Diogo Dalot e Sánchez –, alcuni giovani come James e Wan-Bissaka stavano dimostrando di poter essere all’altezza della situazione, Solskjaer aveva trovato la quadratura del cerchio tattico dopo un anno di esperimenti negativi. E poi, l’impegno umanitario di Maguire e Rashford, due giocatori di qualità, nuovi uomini simbolo della squadra, ha fatto il resto, facendo ritrovare al club di Old Trafford un certo senso di appartenenza che sembrava smarrito, sbiadito dal tempo e da una programmazione inesistente, o quantomeno improvvisata.