I giocatori del Bayern “tradirono” Guardiola nel 2014, ha detto il suo vice

Nella partita contro il Real Madrid, una delle peggiori nella vita del tecnico catalano.

Una delle partite più significative nella storia recente della Champions League è quella che si è giocata tra Bayern Monaco e Real Madrid il 29 aprile 2014. Era la sfida di ritorno delle semifinali, i bavaresi erano reduci dal Triplete dell’anno precedente, e avevano affidato la panchina di Heynckes a Pep Guardiola, una scelta che aveva alimentato la loro forza grazie ai cambiamenti tattici e di filosofia operati dal tecnico catalano; dall’altra parte, invece, c’era una squadra che sembrava intrappolata in una maledizione, che non riusciva a giocare una finale di Champions League da dodici anni, che aveva vinto nel match d’andata al Bernabéu (1-0, gol di Benzema) ma non poteva essere considerata favorita per il match di ritorno, date le premesse e i rapporti di forza di quel periodo storico. Eppure, Ronaldo e compagni vinsero per 4-0, conquistarono l’accesso alla finale di Lisbona – dove poi avrebbero battuto l’Atlético – e dettero il via a un dominio continentale che si è interrotto solo nel 2018, dopo quattro vittorie e un’eliminazione in semifinale in cinque edizioni della Champions.

La fragorosa sconfitta del Bayern è stata oggetto di numerosi racconti, ne ha parlato anche lo stesso Guardiola nel libro Herr Pep, che racconta dall’interno il suo primo anno in Germania. Ora, però, è arrivata una nuova versione, molto più controversa. Domènec Torrent, ex secondo di Guardiola al Barça, al Bayern e al City, poi tecnico dei New York City, ha ricordato quella notte in un’intervista al quotidiano tedesco Kicker: «L’idea di Pep sarebbe stata una tattica più attendista, di controllare la partita come al solito. Ma i giocatori più importanti del Bayern volevano giocare in maniera più offensiva, volevano attaccare i loro avversari fin dai primi minuti della partita. Ci furono tanti errori difensivi che portarono il Real Madrid al gol».

Insomma, Torrent non ha raccontato di un vero e proprio tradimento, ma di un piccolo ammutinamento tattico rispetto alle istruzioni classiche di Guardiola. Dopo ha aggiunto che «se avessimo messo in pratica le idee di controllo di gioco di Pep, forse avremmo perso comunque, 0-4 o anche 0-5», quindi ha riconosciuto anche la forza di un grande avversario. In un altro punto dell’intervista, l’ex tecnico in seconda del Bayern ha spiegato che «ci sarebbe piaciuto lavorare con Kroos per più di una stagione, era ed è uno dei migliori centrocampisti del mondo». Kroos lasciò il club bavarese per unirsi proprio al Real Madrid, con cui ha vinto tre edizioni consecutive della Champions League, tra il 2016 e il 2018.