La Nba cambierà il fornitore dei palloni per la prima volta dal 1983

Wilson subentra a Spalding, storico partner della lega.

In questi giorni senza Nba, e con la docuserie The Last Dance in programmazione su Netflix, in tanti si saranno accorti di come la lega americana pallacanestro sia cambiata tantissimo, meno che in un aspetto: i palloni. Oppure, per dirla meglio: i palloni saranno anche cambiati, ma il brand fornitore è rimasto invariato da allora, anzi per la precisione dal 1983, quando iniziò il contratto con Spalding. Dalla stagione 2021/22, la 75esima nella storia della lega, assisteremo a un cambio storico. WIlson, infatti, ha firmato un nuovo contratto pluriennale di fornitura, tornando così a marchiare il pallone della Nba dopo averlo fatto tra il 1946 e il 1983.

L’accordo prevede che l’azienda di Chicago crei e distribuisca i palloni utilizzati non solo nelle partite Nba, ma anche dalle leghe professionistiche consociate: Women’s National Basketball Association (WNBA), Nba G League, NBA 2K League e Basketball Africa League (BAL).  Per ogni campionato, la partnership inizierà in momenti diversi. Salvatore LaRocca, President of Global Operations and Merchandising della Nba, ha dichiarato che la nuova collaborazione con Wilson «ci riporta alle nostre radici mentre siamo impegnati a pianificare il futuro. La lega ha lavorato con questa azienda per 37 stagioni in passato, sono stati i primi a creare i palloni che abbiamo usati nelle nostre partite, e non vediamo l’ora di farlo di nuovo. E di far crescere insieme il gioco del basket».

La lega e i giocatori lavoreranno allo sviluppo dei nuovi palloni insieme con i tecnici Wilson, ma è già certo che resteranno invariate le pelli utilizzate finora e la configurazione a otto pannelli. Il brand americano fornisce già i palloni per la NCAA, il campionato collegiale statunitense, e per la Champions League, la principale competizione europea per club organizzata dalla FIBA Europe.