La notizia del trasferimento definitivo di Mauro Icardi al Psg ha riaperto la secolare discussione intorno all’attaccante argentino ex Inter. La sua figura è sempre stata polarizzante – nel senso di divisiva – per una questione puramente tecnica, ma anche perché lui ha una personalità particolare, distante per molti aspetti dall’idea classica di calciatore, o almeno dell’idea di calciatore che abbiamo noi. Il punto è che spesso abbiamo finito per mischiare in maniera confusa, ambigua, le due valutazioni: dal punto di vista puramente statistico, ovvero l’unico strumento oggettivo che abbiamo per giudicare un calciatore al di là dei gusti e dei pareri, Icardi è un attaccante strepitoso, che ha sempre avuto e saputo mantenere medie gol pazzesche. Anche in Francia sta andando bene, per lui: 20 gol realizzati in tutte le competizioni, di cui 19 con un solo tocco di palla e uno con due tocchi, dopo aver controllato un cross al centro dalla sinistra. Qualcuno ha storto il naso rispetto a questo suo modo di intendere il ruolo di prima punta, ma evidentemente l’intero corpo direttivo del Psg ha deciso di privilegiare l’aspetto pratico del gioco, di affidare proprio a Icardi l’eredità di un altro attaccante fantastico come Edinson Cavani.
Poi c’è tutta la storia sulla sua condotta fuori dal campo, sul suo modo di essere e di vivere, di rapportarsi con i tifosi, i media, sul fatto che il suo agente sia Wanda Nara, una donna, sua moglie, un personaggio pubblico e influente. Tutti i pregiudizi in merito alle cose avvenute lontano dal terreno di gioco hanno finito per offuscare un po’ la fama di Icardi presso gli appassionati, ed è una sensazione evidente negli articoli che abbiamo letto e scelto per raccontarlo. A volte questo atteggiamento nei suoi confronti si è manifestato in maniera anche esagerata, per non dire indebita: magari alcuni suoi atteggiamenti sono sembrati distaccati rispetto a certe dinamiche emotive che caratterizzano il calcio, ma la verità è che Mauro Icardi ha sempre voluto imporre la sua personalità, ha sempre visto e vissuto la sua carriera da atleta professionista come un lavoro, e questo non gli ha impedito di diventare un grande giocatore. Al punto da convincere il Psg, una squadra che ha Neymar e Mbappé in rosa, a sceglierlo come attaccante di riferimento dei prossimi anni. Per Mauro Icardi è una piccola rivincita, ma questo lo diciamo noi, lui magari vede questo trasferimento come un semplice premio per il suo modo di fare il calciatore, di fare gol, soprattutto.
Mauro Icardi: “El que me conoce sabe cuáles son mis valores” – El Gráfico
Il manifesto del pensiero di Icardi, in questa intervista rilasciata quando aveva 22 anni: «Chi sono nella vita è principalmente determinato dalle decisioni che ho preso. Ogni volta che devo fare una scelta, non mi preoccupo delle ripercussioni che potrebbe avere, dei soldi che potrebbe guadagnare, dei nemici che potrei trovare dopo o degli ammiratori che potrebbe perdere. Di fronte a una decisione da prendere, penso solo alle cose che sono importanti per me».
Ciò che rende speciale Mauro Icardi è la sua efficacia sotto porta, una dote composita che però va oltre la lettura intelligente degli spazi, la qualità nel tiro, l’esplosività atletica che serve perché possa bruciare sul tempo i difensori avversari: il centravanti argentino ha anche una sensibilità tecnica eccezionale, completamente asservita alla ricerca del gol. In occasione di questa rete contro il Napoli, nel 2016, Icardi mostra di essere un grande centravanti ma anche un grande giocatore di calcio: il controllo di destro dopo il lancio a spiovere di Medel è delicatissimo, l’immediato tocco col sinistro sembra elementare, ma non è così, perché supera Reina, un portiere d’esperienza e dal fisico imponente (188 centimetri per oltre 90 chili di muscoli).
– FourFourTwoA febbraio 2019, scoppia un nuovo caso diplomatico: un controverso rinnovo del contratto incrina di nuovo il rapporto tra Icardi, Wanda Nara e tutto l’ambiente Inter. FourFourTwo ne approfitta per creare una timeline di tutti i momenti più controversi nell’avventura nerazzurra del centravanti argentino.
Le PSG doit-il tout faire pour conserver Mauro Icardi? – France Football
Quella dell’inverno 2019 è la crisi definitiva: Icardi passa al Psg in prestito, il club francese ha esercitato proprio in questi giorni il riscatto del cartellino. Prima, però, France Football ha analizzato i pro e i contro di questa operazione. Un giornalista che difende Icardi scrive che «non ci sono altre prime punte migliori di lui e accessibili per il Psg, almeno in questo momento», mentre invece un’altra penna del giornale francese, che evidentemente non ama Icardi, tira in ballo il fatto che l’argentino «tenda a nascondersi nelle grandi partite». Non si parla della sua vita privata, finalmente.
Icardi sa fare anche altro
Si è intravisto nel video in alto, qui invece si vede chiaramente: Icardi è un giocatore che sa trattare e toccare molto bene il pallone, lo fa poco perché probabilmente ama molto di più segnare, muoversi in funzione del gol, ma in molte azioni il suo contributo tecnico risulta fondamentale. Come in questo gol di Perisic contro l’Udinese: Icardi ragiona e si sposta come una prima punta moderna, crea uno spazio da attaccare alle spalle della difesa avversaria, lo attacca e si fa passare il pallone, poi lo controlla, punta il difensore e infine serve perfettamente il compagno che gli detta l’inserimento. Il passaggio di Icardi è tutt’altro che banale, dimostra che in un sistema più complesso, che manovra in modo più complesso, Icardi potrebbe starci benissimo. Solo che non gliel’hanno mai fatto fare e lui probabilmente non ne sente il bisogno, gli basta segnare, a fare quello ci riesce benissimo.
Leggere il gioco, muoversi e coordinarsi di conseguenza
L’istinto dell’attaccante è una dote innata che coinvolge diverse sfere del pensiero. Tra tutte, quelle più sollecitate sono quelle che riguardano la lettura dello spazio, la capacità di prevedere le cose e la coordinazione del proprio corpo in base a questi parametri, e a quello che si vuole fare un attimo dopo, quando il pallone arriverà. In tutti questi procedimenti, Icardi è letale: in questa azione condotta da Mbappé, lui sembra fare pochissimo, in realtà decide di muoversi in base alla direzione di corsa del compagno, alla chiusura del difensore, poi si ferma, perché capisce che il cross sarà più pericoloso se arriverà arretrato; Mbappé, che a sua volta è un campione, lo pesca perfettamente, Icardi non deve fare altro che scegliere la soluzione migliore per tirare e fare gol. Lo fa benissimo, col destro al volo, il modo in cui porta indietro e poi lascia andare la gamba dimostra che Icardi è nato per fare questo, per fare gol, per fare gol essenziali che possono essere anche molto belli.