Il Chelsea incasserà 15 milioni di euro per Pasalic, che in sei anni non ha mai giocato nel Chelsea

Il club londinese applica questa strategia di mercato con un numero enorme giocatori, da moltissimi anni.

Giovanni Sartori, direttore sportivo dell’Atalanta, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Sky Sport sul mercato della squadra bergamasca: «Stiamo trattando Pasalic con il Chelsea». È un modo per dire che la squadra orobica sta per acquistare a titolo definitivo il cartellino del centrocampista croato, arrivato in prestito nell’estate 2018. Secondo le indiscrezioni, l’Atalanta ha la possibilità di riscattare la proprietà del giocatore versando 15 milioni di euro al club londinese. Che, quindi, sarebbe pronto a incassare una cifra non elevatissima, ma comunque importante, per un giocatore che non ha giocato un solo minuto di una sola partita ufficiale con la maglia dei Blues.

Non sarebbe una cosa strana o assurda, soprattutto nel calcio di oggi, se non fosse per un dettaglio abbastanza significativo: Pasalic non è mai riuscito a esordire col Chelsea, eppure si è trasferito nella società inglese nel 2014, quando aveva 19 anni. Il suo cartellino fu acquisito dalla società di Abramovich direttamente dall’Hajduk Spalato, la squadra in cui era cresciuto, per tre milioni di euro. Da allora, Pasalic è andato in prestito in cinque società diverse: una stagione all’Elche, una al Monaco, una al Milan, una allo Spartak Mosca e le ultime due all’Atalanta. Il suo contratto era in scadenza nel 2022, ed è stato rinnovato l’ultima volta nel 2017. Da questo dato, si capisce che il Chelsea puntava su Pasalic, ma solo come elemento da poter valorizzare in esterna, magari attraverso il passaggio in una squadra che gli desse la possibilità di esprimersi su grandi palcoscenici. Dopo alcuni tentativi a vuoto, è arrivata l’Atalanta: in una stagione e mezza, il croato ha giocato 74 partite di tutte le competizioni e ha realizzato 15 gol. Il suo ottimo rendimento ha convinto il club nerazzurro a tagliare – finalmente, viene da dire – il cordone ombelicale che lo legava al Chelsea.

La strategia applicata dal club di Roman Abramovich con Pasalic non è certo una novità: in passato è stata utilizzata in maniera intensiva, per esempio con Thorgan Hazard, acquistato nel 2014 per 500mila euro e rivenduto per otto milioni al Borussia Mõchengladbach nel 2015, dopo due stagioni in prestito allo Zulte Waregem e una proprio al Borussia – ovviamente anche il belga, fratello di Eden, non ha mai giocato una partita ufficiale per i Blues. In realtà, il Chelsea tenta questa strada per un numero incredibile di giocatori, ogni anno sono tantissimi i prestiti in uscita sottoscritti dal club londinese: alla fine della sessione di mercato invernale del 2020, risultavano 28 contratti per cessioni temporanee di un calciatore a un’altra squadra. Molti di questi, ovviamente, riusciranno a ripetere il percorso di Pasalic, e infatti il Chelsea è una delle società nel mirino di tutti quegli analisti e addetti ai lavori che chiedono una limitazione dei prestiti. Il problema non riguarda la qualità o il caso singolo di un giocatore mai utilizzato e ceduto, piuttosto la quantità, la ripetitività di questo schema, l’accumulo di giocatori che vengono acquistati solo per essere un asset da sfruttare sul mercato, e non per potenziare la prima squadra.