La lettera con cui Rashford ha convinto il governo inglese a devolvere buoni pasti gratuiti agli studenti

«Non è possibile che, nel 2020, i bambini vadano a letto affamati. Dobbiamo proteggere le persone più vulnerabili».

Marcus Rashford è uno dei giocatori più rappresentativi del Regno Unito, non solo per le sue qualità sul campo e la sua precocità, ma anche per il suo impegno su tematiche sociali. L’attaccante del Manchester United, ieri, ha scritto una lettera aperta ai parlamentari e al governo in cui chiedeva che venissero distribuiti più buoni pasto ai bambini inglesi attraverso il sistema scolastico, soprattutto a seguito della crisi economica causata dalla pandemia. Rashford sa bene di cosa si tratta, dato che anche lui ha vissuto un’infanzia difficile, segnata dalla povertà, prima di entrare nell’Academy del Manchester United.

La campagna di Rashford ha avuto successo: secondo quanto riportato dalla BBC, Downing Street ha promesso ai bambini che rispettano i requisiti di accesso al sussidio un buono di sei settimane per i pasti da consumare nelle scuole. Il leader laburista, Sir Keir Starmer, ha affermato che la mossa è stata una «inversione a U di inclusione rispetto ai provvedimenti precedenti». I buoni pasto avranno un costo di circa 120 milioni di sterline, e serviranno a coprire le richieste di 1,3 milioni di studenti che avevano i requisiti per chiedere il sussidio – circa il 15,4% degli alunni delle scuole statali. Inoltre, sempre secondo la Bbc, il governo britannico «ha accolto con favore il contributo di Rashford al dibattito sulla povertà».

Come detto, Rashford ha vissuto un’infanzia difficile, e nella lettera inviata ai politici ha raccontato quanto sia stato importante per lui il supporto – economico e non solo – delle istituzioni scolastiche durante il suo percorso di formazione: «Se oggi sono Marcus Rashford, un calciatore 22enne nero abbastanza fortunato, lo devo alla gentilezza e alla generosità della comunità che avevo intorno a me. La mia famiglia lavorava molto, ma quanto era nelle nostre possibilità non bastava per mangiare a pranzo e a cena, così abbiamo dovuto fare affidamento su pasti scolastici gratuiti e sulla beneficenza di vicini e allenatori».

«Quando le scuole sono state chiuse», continua Rashford nella sua lettera, «ho collaborato con l’ente benefico di distribuzione alimentare FareShare per aiutare a dare ciò che stava mancando agli studenti e alle persone più vulnerabili del Regno Unito. Ma non era abbastanza. Non si tratta di politica, ma di umanità. Non possiamo tutti essere d’accordo sul fatto che nessun bambino dovrebbe andare a letto affamato? Un quarto degli 1,3 milioni di studenti registrati per i pasti scolastici gratuiti non hanno ricevuto nulla da quando le scuole sono state chiuse. Questo è un fallimento del sistema. Il governo ha adottato un approccio “whatever it takes” per l’economia, e oggi chiedo di estendere lo stesso pensiero per proteggere tutti i bambini e tutte le persone più vulnerabili del Paese. E di riconsiderare la cancellazione dei regimi dei buoni pasto durante i prossimi mesi». È andata proprio così, per fortuna e grazie anche alla lettera di Rashford. Che potete leggere nella versione integrale pubblicata dal Guardian. Oltre alla lettera, Rashford ha pubblicato anche un articolo firmato sul Times in cui ha raccontato la sua vicenda. Dopo l’annuncio del governo, l’attaccante del Manchester United ha sottolineato su Twitter il successo della sua azione: «Questo è quello che possiamo fare quando ci riuniamo».