Tutte le volte che il Liverpool ha perso il titolo di Premier League, più o meno incredibilmente

The Slip e altri drammi sportivi dei Reds negli ultimi trent'anni.

Liverpool-Crystal Palace 4-0 di mercoledì 24 giugno ha praticamente sancito la vittoria del titolo nazionale da parte dei Reds. Non che prima di quella partita il trionfo non fosse certo, ma stiamo parlando del Liverpool. Cioè di una squadra che ha vinto due Champions League e ZERO Premier negli ultimi trent’anni, e che in questo stesso periodo è riuscita a perdere dei tornei in maniera almeno rocambolesca. Per non dire assurda. Sì, avete già visto la foto che pensavate di vedere, che volevate vedere, Steven Gerrard disperato pochi secondi dopo essere scivolato all’improvviso, pochi secondi dopo aver concesso a Demba Ba di involarsi, solo, verso la porta di Mignolet. Era il 27 aprile 2014 e il Liverpool di Brendan Rodgers, capolista solitario, riuscì nell’impresa di farsi battere in casa da una squadra di Mourinho che pochi giorni dopo avrebbe disputato una semifinale di ritorno di Champions League, e che quindi si presentò ad Anfield con tantissime riserve – del resto aveva pochissime opportunità di conquistare ancora il titolo, che infatti andò al Manchester City.

Oltre a The Slip – la partita contro il Chelsea viene conosciuta così, semplicemente, con questo nickname così atroce – ci sono state altre occasioni in cui i Reds si sono fatti scivolare via dalle mani, più o meno incredibilmente, il titolo nazionale. Abbiamo deciso di raccontarle senza uscire da questi ultimi trent’anni, anche perché ci sono tutte le sconfitte possibili, cioè il Liverpool ha perso la Premier League in tutti i modi. Quest’anno non accadrà, perché il City deve vincere tutte le otto partite che restano da qui alla fine del suo campionato – a cominciare da quella contro il Chelsea – e la squadra di Klopp deve riuscire a non fare due punti in sette gare. Neanche il Liverpool può arrivare a tanto, forse.

Stagione 2001/02

Nell’annata 2000/2001, il Liverpool di Houllier ha vinto tutte le competizioni a cui ha preso parte. Tutte, tranne la Premier League ovviamente: FA Cup, League Cup, la Coppa Uefa dopo la splendida finale contro l’Alavés; nell’estate del 2001, poi, i Reds completano un incredibile Quintuple vincendo pure Supercoppa Europea e Charity Shield. Un trionfo assoluto e pure meritato, perché quella squadra può contare su giocatori molto forti: un giovane Steven Gerrard, il gruppo dei tedeschi composto da Ziege, Hamann e e Babbel, poi ci sono Sami Hyypiä, Jamie Redknapp, Emile Heskey, Robbie Fowler, soprattutto c’è il Pallone d’Oro in carica, Michael Owen. Nel mercato estivo del 2001 arrivano due giocatori destinati a fare la storia, cioè Jerzy Dudek e John Arne Riise, e infatti il Liverpool inizia alla grande: dieci vittorie nelle prime 14 giornate di Premier, tra queste c’è un sonoro 3-1 contro il Manchester United, ad Anfield, firmato da una doppietta di Owen e da Riise.

La partita che cambia tutto

Alla 15esima giornata, i Reds hanno quattro punti di vantaggio sull’Arsenal di Wenger, e sono attesi dallo scontro diretto in casa, ad Anfield. Finisce 2-1 in favore dei Gunners, che da quel momento in poi non perderanno più una sola partita, addirittura ne vinceranno 18 su 21. Anche il Liverpool tiene un buon ruolino di marcia – dodici vittorie, cinque pareggi e due sconfitte nel girone di ritorno – ma non può bastare: a fine stagione, la classifica dice Arsenal 87 e Liverpool 80. Anche la classifica marcatori riflette queste stesse distanze: Owen si ferma a 19 reti, Henry raggiunge quota 24. Sono le prove generali degli Invincibles, due anni dopo infatti Wenger e i suoi uomini termineranno la Premier da imbattuti.

Stagione 2008/09

Il Liverpool di Benítez è una squadra-brand che esiste e vince da un po’: nel 2005 è arrivata la Champions al primo colpo, un anno dopo ecco la FA Cup; nel 2007 un’altra finale in Champions, mentre nell’avventura europea del 2008 i Reds si fermano soloin semifinale, contro il Chelsea di Grant. In Premier, i risultati sono in crescendo: quarto posto, terzo posto, ancora terzo posto, ma in quegli anni ci sono squadre difficilissime da battere, il Chelsea di Mourinho e poi il solito Manchester United di Ferguson.

È proprio contro i Red Devils che si infrange il sogno del 2009: il Liverpool mette insieme 86 punti in campionato, una quota altissima per una squadra seconda in classifica, e tiene il primato per dieci turni nella prima parte della stagione. Ci riesce grazie a Gerrard, Kuyt e Fernando Torres, a giocatori di grande livello come Javier Mascherano, Pepe Reina e Xabi Alonso, ma anche grazie al contributo di elementi meno riconoscibili ma molto importanti, come Yossi Benayoun, Albert Riera, Fábio Aurélio. Il dato di sole due sconfitte a fine stagione, in trasferta contro Tottenham e Middlesbrough, spiega quanto quel Liverpool sia andato realmente vicino al titolo. Un altro dato abbastanza eloquente – tre pareggi consecutivi nel mese di gennaio contro Stoke, Everton e Wigan – dice che forse quello stesso Liverpool non era pronto per battere il Manchester United di Ronaldo, Tévez, Rooney.

Stagione 2013/14

Andiamo per un attimo oltre The Slip, perché in quella stagione c’è tanto altro da raccontare. Per esempio il gioco brillante di quel Liverpool, costruito da un manager tra i più moderni d’Inghilterra – Brendan Rodgers – sulle qualità di calciatori fortissimi, primi tra tutti Suárez, Coutinho, ovviamente Gerrard, Agger, Johnson, i senatori dei Reds. È una stagione di grandi vittorie e inaspettate cadute, per esempio le undici vittorie consecutive tra la 25esima e la 35esima giornata, una progressione che sembra irresistibile e che annulla sconfitte clamorose come quella ad Anfield contro il Southampton, o quelle negli scontri diretti di dicembre contro Manchester City e Chelsea, le altre due squadre in lotta per il titolo.

È davvero crudele che il dipartimento media del Palace abbia intitolato questo video “Crystanbul Classic”

Quando il 13 aprile 2014 i Reds battono il City ad Anfield, grazie a un gol al 78esimo di Coutinho, tutto sembra fatto. Basterà battere il Chelsea per festeggiare, anche perché le altre sfide che mancano – contro Norwich, Crystal Palace e Newcastle – sembrano abbordabili. Poi ecco il dramma di The Slip, ma anche l’incredibile 3-3 contro il Palace nella penultima giornata, che permette al City di vincere con due punti di vantaggio, 86 contro 84. La squadra di Rodgers si fa rimontare due gol negli ultimi dieci minuti, forse questo, più che la clamorosa scivolata di Gerrard, spiega meglio di qualsiasi altra cosa l’allure di sfiga perenne che caratterizza il rapporto tra i Reds e la Premier League.

Stagione 2018/19

Se non fosse per quello che è successo l’anno scorso: un duello disumano, gli uomini di Klopp perdono solo una partita, in casa del Manchester City, e in quella partita John Stones toglie dalla porta il gol del vantaggio dei Reds con una scivolata miracolosa. Il City va in vantaggio, Firmino pareggia ma poi segna Sané, la squadra di Guardiola risale a meno quattro, il Liverpool è ancora in testa.

Solo che da lì in poi i Citizens vinceranno tutte le partite meno una, mentre Klopp e i suoi ragazzi si fanno fermare sul pareggio dal Leicester ad Anfield, dal West Ham, dal Manchester United e dall’Everton nel derby di Goodison Park. Le ultime nove partite vinte di fila non bastano, Guardiola vince con un punto di vantaggio a quote siderali, mai raggiunte prima: il Manchester City chiude a 98 punti, il Liverpool termina secondo a 97, il Chelsea di Maurizio Sarri è terzo con 72 punti. Klopp si consola con una delle Champions League più meritate della storia, e un istante dopo la (lunga, sacrosanta) festa per il successo contro il Tottenham prepara già l’assalto alla Premier 2019/20. Missione quasi compiuta.

Bonus: stagione 1988/89

Un anno prima dell’ultimo titolo, quello del 1990, il Liverpool riesce nell’impresa di perdere il titolo nei minuti di recupero dell’ultima partita, nello scontro diretto casalingo contro l’Arsenal. La rete decisiva è di Michael Thomas. Chi ha letto Fever Pitch di Nick Hornby sa di cosa stiamo parlando. I tifosi del Liverpool, magari, non potevano aspettarsi che quella sconfitta, anche se “ripagata” dalla vittoria in First Division della stagione successiva, sarebbe stato il presagio di una sventura che dura da trent’anni. E che oggi sta per finire.