Lucas Ocampos ha trascinato il Siviglia in Champions League

Al punto che Marca l'ha indicato come miglior nuovo acquisto della Liga in questa stagione.

Sul fatto che Lucas Ocampos avesse un grande talento, c’erano sempre stati pochi dubbi. Le sue scelte e le sue esperienze in Europa, però, sono state un po’ contraddittorie, altalenanti nel rendimento e nell’attitudine, e l’hanno portato a fare molti giri prima di trovare la sua miglior dimensione. Questo evento – molto atteso, soprattutto dai tanti estimatori dell’esterno argentino – si è verificato un anno fa, quando il Siviglia ha deciso di acquistarlo a titolo definitivo dall’Olympique Marsiglia per 15 milioni di euro. Un’operazione che, in pratica, ha liberato Ocampos da un incantesimo: libero da ogni vincolo, con un ruolo da protagonista in una squadra costruita per esaltare (anche) le sue doti, il 26enne cresciuto nel River Plate ha mostrato di essere un giocatore maturo ma soprattutto decisivo. Al punto da essere stato il protagonista principale nella corsa compiuta dal club andaluso fino alla qualificazione in Champions League, con 14 gol segnati e tre assist serviti in 33 partite.

Anche i giornali spagnoli hanno evidenziato l’ottima stagione di Ocampos e l’intuizione di Monchi, tornato a lavorare come direttore sportivo del Siviglia dopo l’esperienza alla Roma: Marca ha eletto l’ex Milan e Genoa come miglior nuovo acquisto della stagione, e nell’articolo che gli ha dedicato l’ha definito «la chiave tattica del sistema di Lopetegui». Le statistiche confermano questa lettura: l’85% dei suoi gol è stato decisivo per portare punti al Siviglia, primato assoluto per un giocatore della Liga in questa stagione – neanche Messi e Benzema sono stati così determinanti per i risultati di Barcellona e Real Madrid. Lopetegui ha utilizzato Ocampos come esterno del suo tridente offensivo; l’ha schierato soprattutto a destra, la fascia del capitano Jesús Navas, accanto a un centravanti di peso (l’olandese De Jong oppure il marocchino En-Nesyri) e insieme a un altro esterno con caratteristiche più offensive (Munir) oppure più portato a costruire gioco (Óliver Torres).

In questa posizione e con questi incastri, l’ex ct della Spagna ha esaltato al massimo le qualità di Ocampos: la presenza di un attaccante forte fisicamente lascia tanto spazio all’imprevedibilità dell’argentino, alla sua qualità nel duello individuale con i difensori avversari. In alcune partite con il Siviglia, Ocampos dà la sensazione di essere immarcabile, perché con la sua velocità di gambe e di pensiero riesce a scappare sistematicamente ai suoi avversari, inoltre la sensibilità tecnica e la sua capacità di giocare il pallone con entrambi i piedi gli permette di farlo in tutte le direzioni. La grande crescita di Ocampos, però, si è manifestata soprattutto in zona gol: se in carriera ha sempre mostrato di avere una grande – anche se intermittente – capacità creativa, la sua prima stagione al Siviglia è stata caratterizzata da una continuità sotto porta che si era vista solo nell’annata 2017/18 a Marsiglia. Anche due anni fa realizzò 16 gol, però spalmati in maniera uniforme su tutte le competizioni – nove in Ligue 1, tre in Coupe de France e quattro in Europa League. Quest’anno, invece, il Siviglia ha puntato su di lui soprattutto in Liga, nella competizione più importante: l’argentino, infatti, ha accumulato solo tre presenze in Europa League, con zero gol segnati, ma conta 14 centri in 31 partite di campionato.

In un’intervista rilasciata durante la stagione a Radio Continental, Ocampos ha detto che la sua crescita in questa stagione è dovuta a un cambio di attitudine: «Ora gioco in maniera diversa, perché in questi ultimi due anni ho messo in pratica ciò che alcuni dei miei allenatori mi avevano suggerito in passato. Ciò ha cambiato la mia vita, e l’ha fatto in meglio. Fino a un certo punto della carriera ho giocato in maniera azzardata, poco intelligente, mi infilavo in spazi chiusi, da cui era difficile uscire. La svolta è iniziata quando ho incontrato Claudio Ranieri a Monaco: mi ha spinto a cambiare atteggiamento, a guardare il gioco in maniera diversa, forse più utilitaristica. Quando ho compreso e messo in pratica questa lezione, sono diventato il giocatore che avete visto in questa stagione. Un altro esempio? Prima volevo giocare solo a sinistra, ora però mi sento forte anche sull’altra fascia, voglio entrare in area e concludere l’azione, non solamente portare il pallone».

Alcuni dei gol realizzati da Ocampos in questa stagione

Sono parole importanti, spiegano com’è avvenuta la maturazione di un giocatore che ha sempre fatto vedere e/o intravedere grandi doti, ma che evidentemente non era ancora pronto perché esplodessero davvero. È dipeso da lui ma anche dal tempo e dal contesto, e anche questa è una lezione importante: magari Ocampos avrebbe potuto tenere un comportamento diverso in alcuni momenti della sua carriera, evidentemente la sua rivelazione ritardata è dipesa anche da lui, ma va detto pure che appena è stato responsabilizzato davvero, appena è messo al centro di un progetto tecnico-tattico strutturato in maniera intelligente, la sua risposta è stata positiva.

Talmente positiva da convincere Lionel Scaloni, ct dell’Argentina, a concedergli il privilegio di giocare nella Selección: l’esordio – con gol – è avvenuto il 9 ottobre scorso contro la Germania, poi Ocampos è stato schierato nelle successive vittorie contro Ecuador (6-1) e Brasile (1-0); contro l’Ecuador, ha anche segnato il suo secondo gol. Anche questo non è un caso, piuttosto la conferma che Ocampos è finalmente diventato il giocatore che ci aspettavamo diventasse, forse un po’ più tardi rispetto ai nostri desideri (ha compiuto da poco 26 anni), ma non troppo tardi, per fortuna.