Con i suoi 33 anni, Julian Nagelsmann è ovviamente l’allenatore più giovane di sempre ad aver raggiunto la semifinale di Champions League. Il suo Lipsia affronterà il PSG di Thomas Tuchel, un altro allenatore tedesco, anzi il primo grande ispiratore di Nagelsmann. La loro storia si è già incrociata in diverse occasioni, come spiega lo Spiegel in un estratto dall’autobiografia di Thomas Tuchel, pubblicato qui: secondo il racconto di Daniel Meuren e Tobias Schachter, autori del libro, dopo che l’attuale tecnico del PSG ha allenato Nagelsmann nelle giovanili dell’Augusta, l’ha convinto a intraprendere la carriera in panchina.
Nagelsmann era un calciatore molto promettente, oltre che nel vivaio dell’Augusta è passato anche per le squadre giovanili del Monaco 1860. Una crudele sequenza di infortuni alle ginocchia lo hanno costretto al ritiro a soli 21 anni, nel 2008, proprio mentre Tuchel stava concludendo la sua prima esperienza da allenatore fuori dai settori giovanili, sulla panchina della squadra riserve dell’Augusta. A gennaio 2008, Nagelsmann è entrato a far parte dello staff tecnico del club bavarese e viene incaricato proprio da Tuchel di seguire una gara del TSV Gersthofen, avversario della squadra riserve nella partita successiva. «Era divertente», ha raccontato Nagelsmann, «andavo alle partite con mia moglie, una telecamera amatoriale e un blocco per gli appunti. Nient’altro. Oggi sarebbe impossibile analizzare una partita in questo modo». Il primo report, proprio quello della gara del Gersthofen, in realtà non è molto dettagliato. Ma le osservazioni di Nagelsmann sono così profonde e precise da sbalordire Tuchel, che decide di affidargli questo compito fino alla fine della stagione. «Non potevo più giocare a calcio», ha aggiunto Nagelsmann, «però Thomas ha visto in me un altro talento: quello dell’allenatore. “Dovresti provare”, mi diceva, perché vedeva in me delle doti importanti di analisi dell’avversario, delle intuizioni tattiche».
È andata proprio così, anche se Nagelsmann in realtà non era proprio convinto delle sue stesse doti: «Non avevo alcuna intenzione di diventare allenatore, non sentivo di poter diventare bravo. Ho iniziato a studiare economia aziendale, ma poi è stato Thomas a farmi cambiare idea, a convincermi che potessi farcela». In realtà, come spiegato nella biografia, l’attuale tecnico del PSG non ha solo spinto il suo ex giocatore e collega a diventare allenatore: ha segnalato a Nagelsmann che il Monaco 1860 stava cercando un assistente per la squadra Under 17; lui si è proposto e ha ottenuto l’incarico, il primo della sua carriera. Un anno dopo, nel 2010, è entrato nello staff tecnico dell’Hoffenheim: ne sarebbe uscito solo nel 2019, per diventare allenatore del Lipsia, dopo tre stagioni alla guida della prima squadra. Un anno dopo, i due si incontrano di nuovo in una partita incredibilmente importante. In conferenza stampa, Nagelsmann ha ringraziato Tuchel per «avermi dato l’idea di diventare allenatore», ma al tempo stesso ha spiegato che «non sono amico di Thomas, né particolarmente legato a lui». Anche nell’autobiografia di Tuchel c’è un accenno ad alcuni diverbi tra loro: «Ci siamo scontrati diverse volte ad Augsburg», racconta Nagelsmann, «poi per un certo periodo non ci siamo più sentiti. L’ho rivisto solo a un corso per allenatori nella scuola di Stoccarda, quando ero alla guida dell’Hoffenheim Under 19. Sembrava essere diventato più calmo, più familiare nei rapporti rispetto all’inizio della sua carriera».