Il futuro è di Eduardo Camavinga

Si è preso il Rennes e la Nazionale francese, e non ha ancora compiuto 18 anni.

Un anno fa, Eduardo Camavinga era già considerato la promessa più brillante mai espressa dal vivaio del Rennes e una delle più accecanti del calcio francese. Proprio ad agosto 2019, l’angolano aveva incantato tutti durante la gara di campionato vinta contro il Psg, la sua decima con la prima squadra del Rennes nonostante avesse soltanto 16 anni; inoltre giocava come centrale di centrocampo, un ruolo delicato, complesso, non era un esterno offensivo funambolico a cui si possono concedere – e perdonare – un errore di misura o un eccesso di egoismo in cambio di un dribbling potenziale, di una fuga sulla fascia che crea superiorità numerica; no, Camavinga era già il direttore d’orchestra, l’organizzatore tattico della propria squadra, dettava il gioco muovendo il pallone e/o il proprio corpo, inoltre ispirava gli attaccanti con passaggi precisi, smarcanti, spesso illuminanti.

Un anno dopo, cioè oggi, Eduardo Camavinga ha 17 anni ed è stato convocato per la prima volta nella Nazionale francese. Se dovesse disputare una delle gare che attendono la squadra di Didier Deschamps – contro la Svezia (5 settembre) o la Croazia (8 settembre), avversarie dei Bleus nella prima fase della Nations League – diventerebbe il più giovane giocatore a esordire con la Nazionale maggiore francese dal 1932 a oggi, e anche il terzo in assoluto nella storia della rappresentativa transalpina.

Proprio Deschamps si è espresso con parole impegnative sul talento, sulle prospettive di Camavinga: «È molto giovane, ma si vede che ha qualcosa in più. Tutto sembra più facile, per lui. Certo, è necessario essere cauti, forse tutto è avvenuto troppo presto, ma la realtà è che Eduardo ha il potenziale per essere parte della Francia e per rimanere nella lista dei convocati». Deschamps non ha aggiunto che Camavinga potrebbe restare in questa lista per più di quindici anni, ma questo è solo un corollario temporale, oggettivo, rispetto a ciò che rende speciale il centrocampista del Rennes: Camavinga ha il fisico e la tecnica per fare tutto ciò che vuole in campo, per fare qualsiasi cosa gli venga chiesta. E il suo allenatore, Julien Stéphan, non fa altro che pungolarlo in questo senso: prima dell’ultima partita di campionato contro il Montpellier, il tecnico del Rennes ha detto che Camavinga «deve tenere alto il suo livello di aggressività, così che possa recuperare palloni in fase difensiva; al tempo stesso, però, deve continuare a crescere nel dribbling, nei movimento con e senza palla, nelle progressioni; in fitiro, poi, dovrà essere ancora più determinante in fase offensiva, quando si tratta di segnare, di servire l’ultimo passaggio». Poche ore dopo queste parole, Camavinga ha segnato il gol che vedete nel video appena sotto.

Non solo un regista, e non solo in questa azione: basta rivedere gli highlights personali di Rennes-Montpellier per rendersene conto

Proprio tutta questa azione contro il Montpellier, che ha portato alla sua seconda rete da professionista, racconta gli enormi miglioramenti fatti da Camavinga nell’ultima stagione, cioè da quando è diventato titolare inamovibile del Rennes. Ora il centrocampista franco-angolano – è nato a Miconje, cittadina della provincia di Cabinda, exclave angolana che confina con il Congo e con la Repubblica Democratica del Congo – è più consapevole di essere un giocatore fuori scala per qualità tecniche e fisiche, continua a far girare la squadra come un veterano, ma nel frattempo ha iniziato a proporsi di più in avanti, a strappare di più il gioco, a dare maggiore imprevedibilità al Rennes con le sue azioni in verticale. Contro il Montpellier l’ha fatto soprattutto nel secondo tempo, e anche questo è un segnale della sua (precocissima) maturità: quando la squadra avversaria ha perso lo smalto necessario per controllarlo, per arginarlo, Camavinga ha alzato i giri del suo gioco, dal punto di vista tecnico e fisico. Ha segnato il gol del 2-0, decisivo ai fini del risultato finale, perché dopo la squadra ospite ha trovato la rete dell’1-2. Ha esultato tantissimo, l’ha fatto in maniera spontanea, senza sovrastrutture commerciali o semplicemente personali. Avrà tutto il tempo per inventarsele, perché il futuro è tutto suo.

Anzi, in realtà questo futuro è già presente: come detto, Camavinga potrebbe esordire nei prossimi giorni con la Nazionale maggiore della Francia, tra l’altro nel suo curriculum c’è una sola presenza nell’Under 21, perché praticamente non hanno avuto il tempo di convocarlo dall’Under 17 in giù; e poi ci sarà la Champions League, a cui il Rennes parteciperà per la prima volta, ovviamente il club bretone sarà un outsider assoluto, ma anche questa sarà una tappa importante per Camavinga, un altro palcoscenico (più) impegnativo in cui il centrocampista francese potrà testare le sue abilità. Forse è proprio per questo, per non accelerare troppo un’affermazione già troppo accelerata, che Camavinga ha deciso di restare nel club in cui è cresciuto, fosse anche solo per un’altra stagione, che però potrebbe essere quella della consacrazione definitiva, dell’accesso a quel livello che sembra già appartenergli di diritto. Perché la storia di Camavinga è molto simile a quella di Mbappé, di Sancho, degli altri grandi teenager della sua generazione: siamo già certi del suo talento e anche di quale sarà il suo futuro, bisogna solo attendere e capire quando e come e dove esploderà in maniera definitiva, quale club deciderà di fare un investimento enorme ma sicuro su di lui, in quale stadio e in quale campionato potremo ammirarlo nei prossimi anni, al di là ovviamente della Nazionale francese, che non se l’è lasciato scappare anche se tutto sembra essere successo troppo in fretta, perché la realtà è che Camavinga è fortissimo già oggi, e allora perché non dargli la possibilità di dimostrarlo fin da subito, anche nella Nazionale campione del mondo?