L’Arsenal di Arteta segna sempre allo stesso modo

Costruzione bassa insistita, cambio di gioco da destra a sinistra. E poi c'è Aubameyang.

Gli ultimi risultati dell’Arsenal, a cavallo tra la fine della stagione 2019/20 e l’inizio del 2020/21: vittoria 3-2 contro il Watford in Premier League, 2-0 al Manchester City nella semifinale di FA Cup, 2-1 contro il Chelsea nella finale di FA Cup, successo ai rigori nel Community Shield contro il Liverpool; e poi 3-0 in casa del Fulham, nel match d’apertura della nuova Premier League. Dalle parti dell’Emirates va tutto molto bene, dunque, o comunque il peggio sembra essere passato.

Molto del merito di questa rinascita va ascritto a Mikel Arteta, e non si tratta di una cosa scontata: lo spagnolo ex Manchester City non è solo l’allenatore dell’Arsenal, è anche l’allenatore di cui l’Arsenal aveva bisogno, un tecnico sistemico, che vuole dare una (nuova) identità ai Gunners partendo da una base chiara, riconoscibile, fondata sull’idea che i principi di gioco fossero messi al centro di tutto, come un totem intorno al quale far girare l’intero progetto del club. Sul breve termine, questo obiettivo di riconoscibilità – del nuovo brand-Arsenal attraverso il gioco, o meglio attraverso un certo gioco – è stato raggiunto: come ha spiegato il Telegraph in questo articolo, l’Arsenal segna spesso ripetendo azioni e movimenti mandati a memoria, come se il calcio fosse uno sport meccanico.

La rete di Aubameyang – quella che ha fissato il risultato sullo 0-3, per la precisione – è molto simile ad altre realizzate dalla squadra di Arteta: sul pressing alto degli avversari, i Gunners forzano la costruzione bassa passando anche dal portiere, poi all’improvviso trovano un corridoio verticale; il pallone viene rovesciato prima sulla fascia destra, dove va a collassare la fase difensiva avversaria; dall’altra parte, intanto, si è allargato Aubameyang, pronto a ricevere il secondo cambio di fronte. A quel punto, l’attaccante gabonese ha due opzioni: puntare la porta e tentare la conclusione oppure assecondare gli inserimenti dei compagni, il laterale difensivo e/o la mezzala di parte. Aubameyang è un grande finalizzatore, e quindi spesso fa tutto da solo. E spesso lo fa bene.

È un gol bello, evidentemente costruito, pianificato in allenamento. Abbiamo la certezza che sia così: come detto, non è la prima volta che l’Arsenal crea un’occasione da gol, anzi segna in questo modo. Contro il Watford, nell’ultimo match della Premier League 19/20, Tierney sfruttò la stessa identica situazione – la creazione del lato debole sulla fascia sinistra dopo la costruzione bassa – per battere il portiere avversario. Su assist di Aubameyang. Data la sua tendenza a giocare in quella zona, e la sua qualità, Aubameyang è il re di questa azione trademark dell’Arsenal: l’ex attaccante del Borussia Dortmund ha segnato una rete praticamente identica contro il Liverpool in Community Shield, come si vede chiaramente da questo (doppio) video comparativo pubblicato dal profilo Twitter Abhimeyang – che è da considerarsi un omaggio al giocatore, non certo una parodia.

Anche il Manchester City di Guardiola (di cui Arteta è stato allenatore in seconda proprio al City) è caduto nella “trappola” dell’Arsenal. La rete realizzata ancora da Aubameyang nella semifinale di FA Cup non è proprio uguale a quelle di cui abbiamo già parlato, ma si origina da un’azione pensata e attuata allo stesso modo: il pallone è gestito coraggiosamente dall’Arsenal nella metà campo difensiva, nonostante il pressing avversario, poi viene spostato sulla destra, e alla fine viene smistato dall’altra parte, dove la punta gabonese segna con un tocco rapace, piuttosto che con una conclusione a giro. Sono 18 passaggi in tutto. In passato, certi video su Youtube venivano creati e pubblicati per celebrare il calcio di Guardiola, oggi succede per lui e per altri tecnici. Arteta sembra essere davvero uno dei più bravi a seguire le orme del catalano.

Non lo diciamo noi, non lo dice il Telegraph, ma lo dicono i suoi stessi giocatori: Matt Macey, portiere di riserva dei Gunners, ha raccontato che «la squadra ormai ha memorizzato il sistema di Arteta, i miei compagni entrano in campo e nove volte su dieci sanno cosa succederà, cosa devono fare, come devono muoversi. È una cosa che ci dà fiducia». Non è un caso che si tratti di un portiere, a parlare in questo modo: nel gioco di Arteta, l’estremo difensore è chiamato costantemente a impostare l’azione, come abbiamo visto nei video in alto, e anche lui ha dei riferimenti fissi, quindi chiari per sé e per la squadra. «Quando ricevo il pallone», ha spiegato Macey, «so sempre dove si trovano il terzino e il centromediano, lo so perché il manager presenta i suoi schemi in modo che noi dobbiamo impararli facilmente. Questo è un nuovo modo di allenare che non avevo mai visto prima. Al suo arrivo, Arteta ha sconvolto tutti, perché ci ha mostrato quanto fosse semplice imparare e attuare un sistema così complesso.