Focus — Kevin De Bruyne

Qualità, completezza e semplicità di un fuoriclasse globale.

Esiste un solo motivo per cui Kevin De Bruyne non debba essere considerato uno dei migliori calciatori della sua generazione? Probabilmente no, magari si può dire che la sua carriera è rimasta un po’ “schiacciata”, ma solo dal punto di vista narrativo, sotto il peso ingombrante di Messi e Ronaldo. De Bruyne, però, è stato ed è un calciatore diverso, naturalmente portato a gestire e interpretare da protagonista tutti gli aspetti del gioco, non solo il gol e la rifinitura, ma anche la transizione, la costruzione della manovra a centrocampo, gli scambi di posizione con gli esterni, con il regista davanti alla difesa. De Bruyne, soprattutto dopo l’incontro con Guardiola, è diventato – ed è ancora – un genio totale del calcio, un innovatore che ha cambiato e sta cambiando questo sport senza forzare un solo aspetto, ma portandoli tutti a un livello molto superiore. Tra l’altro, è riuscito e sta riuscendo in questa impresa con una semplicità disarmante, figlia di un talento e di un’intelligenza calcistica con pochi eguali al mondo.

Negli articoli che abbiamo scelto per raccontarlo, questa sensazione di superiorità quasi antropologica, oltreché tecnica, si percepisce appieno. In realtà qualcuno non ha capito De Bruyne, forse neanche lo stesso De Bruyne ci è riuscito fin da subito – e Kevin lo spiega nel testo autografo di The Players’ Tribune che trovate sotto. Dopo l’arrivo al Chelsea da giovanissimo, c’era bisogno di un ulteriore step di crescita, così che De Bruyne e il mondo potessero prendere coscienza delle sue qualità, della sua completezza formale e sostanziale. Poi è arrivato l’incontro/incastro perfetto con Pep Guardiola, e così oggi De Bruyne ha 29 anni e ha dimostrato – più e più volte – di essere uno dei migliori centrocampisti al mondo, se non il migliore in assoluto. Nell’ultima stagione ha toccato la perfezione, l’ha fatto nonostante l’annata negativa del City, ha raggiunto quota 20 assist in Premier e ora ha ricominciato esattamente dove aveva finito. Anche fuori dal campo è un esempio perfetto di professionista figlio del suo tempo, anzi del futuro: i suoi interessi e la sua immagine sono curati da Roc Nations, l’agenzia di Jay-Z, un’ulteriore dimostrazione del fatto che KDB sia una star globale, uno dei simboli migliori del calcio contemporaneo.

Kevin De Bruyne and the journey to perfecting midfield simplicityThese Football Times
La storia di De Bruyne dagli esordi a oggi, raccontata con una delle chiavi migliori per poter restituire la sua grandezza: il suo calcio è efficace, bellissimo, «è perfetto ma è anche molto semplice, De Bruyne infatti abbatte la complessità del gioco con la sua tecnica, e questa cosa lo rende unico».

Let Me TalkThe Players’ Tribune
De Bruyne racconta se stesso, con lo stile inconfondibile degli articoli di TPT, ma soprattutto spiega com’è andato il suo addio al Chelsea, snocciola alcuni retroscena sul suo rapporto con Mourinho, sul perché ha scelto di lasciare i Blues e di firmare per il Wolfsburg, la decisione che lancerà definitivamente la sua carriera.

De Bruyne, el chico formal que revienta la pelotaEl País
Il City acquista De Bruyne al tramonto del mercato estivo 2015, è un investimento enorme (78 milioni di euro) che però viene “giustificato” fin da subito, perché il centrocampista belga ha mostrato tutto il suo enorme talento al Wolfsburg, dimostrando di essere «un giocatore completo e pure molto versatile, un ragazzo forse anche troppo formale che però in campo si trasforma, è estremamente dinamico e ha una qualità tecnica incredibile».

Probabilmente l’aggettivo migliore per descrivere questo tiro, questo gol, è terrificante. È terrificante il tiro, ovviamente, una botta di collo pieno che nessun portiere al mondo avrebbe mai potuto respingere o solamente contenere, data la velocità con cui viaggia il pallone, la potenza con cui è stato colpito. È terrificante la velocità con cui De Bruyne controlla il pallone di petto e si coordina in maniera perfetta. È terrificante l’armonia del gesto atletico, persino la ricaduta sul piede sinistro è pulita, essenziale, in pratica De Bruyne ha fatto un gol da favola con la stessa facilità, con la stessa immediatezza con cui un calciatore medio serv un passaggio verso un compagno posto a cinque metri, senza marcatore diretto. In questo breve video, nel momento in cui l’inquadratura diventa quella dietro la porta del Newcastle, si vede un compagno di De Bruyne che alza le braccia e poi si piega sulle gambe subito dopo il gol del belga: sembra quasi sconvolto dalla bellezza abbacinante di questa conclusione, vorrebbe esultare ma è come se gli mancasse il terreno sotto i piedi, è una sensazione frequente per chi guarda le partite di De Bruyne, allo stadio o in televisione, figurarsi per chi gioca a pochi metri da lui.

Kevin de Bruyne’s intelligent rage transcends space and timeThe Guardian
Col tempo, con l’esperienza accumulata, De Bruyne è diventato un giocatore totale, praticamente perfetto da ogni punto di vista. Per Jonathan Wilson, ciò che colpisce del belga è «la sua intelligenza calcistica, che va oltre i concetti di spazio e tempo e permette ai suoi compagni di migliorare nel proprio gioco».

Why Kevin De Bruyne deserves the Footballer of the Year awardFourFourTwo
La migliore annata di Kevin De Bruyne è stata l’ultima, a livello statistico (48 tra gol e assist con il City e con il Belgio) e di incidenza sul contesto intorno a sé. Tanto che a nessuno è parso strano che abbia vinto il titolo di miglior giocatore dell’anno in Premier League, nonostante la Premier League sia stata vinta a febbraio, più o meno, dal Liverpool di Klopp. Lo scrive chiaramente anche FourFourTwo, spiegando che «Kevin è trasceso durante l’arco di questa stagione, e il fatto che il premio fosse destinato a lui sembrava addirittura scontato».

La progressione prima dell’assist

Come detto anche sopra, Kevin De Bruyne ha eguagliato – superato? – il record di 20 assist in una sola edizione della Premier League, che apparteneva a Thierry Henry. La sua grande capacità di servire il compagno nasce dalla sua immensa lucidità tecnica, che praticamente non si spegne mai, nemmeno quando il belga parte in azione solitaria per fare a fette le linee della squadra avversaria. Come in questo caso, contro l’Aston Villa: De Bruyne riceve il pallone in una posizione che sembra innocua, poi però accelera e diventa imprendibile per chiunque. La sua traiettoria di corsa mette a soqquadro il sistema difensivo dei Villans, è un’espressione maestosa di fisicità, tecnica, pura intelligenza tattica. Quando vede – o meglio: sente – il movimento di Gabriel Jesus dall’altra parte dell’area di rigore, lo cerca e lo trova con un passaggio perfetto, teso, che taglia fuori i difensori e mette il compagno davanti alla porta, da solo, e il pallone da spingere dentro con un tocco elementare.

Un nuovo concetto di regia

Finora abbiamo visto un gol e un assist arrivato al termine di una grande progressione, azioni tipiche di un calciatore offensivo, un trequartista, un laterale d’attacco. Il punto è che De Bruyne è tutto questo, ma è anche un meraviglioso centrocampista. Ed è proprio questo l’aspetto migliore, più importante, più moderno, del suo portfolio tecnico. In questa azione contro il Crystal Palace, De Bruyne interpreta perfettamente il compito della regia in chiave contemporanea: prende palla nel mezzo spazio di centrosinistra, e sfrutta la sua immensa sensibilità tecnica per creare – letteralmente dal nulla – un’azione da gol. Passaggio alto sul piede di Agüero, tocco dentro per Sterling, appoggio a porta vuota. Una rete bellissima in tre tocchi, pochi istanti di genio calcistico avviati da Kevin De Bruyne.