L’inizio della Champions League è stato tutt’altro che trionfale per il Salisburgo, squadra campione d’Austria, alla seconda esperienza (consecutiva) nella fase a gironi: inserito in un raggruppamento con Lokomotiv Mosca, Bayern Monaco e Atlético Madrid, il club di proprietà della Red Bull ha pareggiato per 2-2 in casa con la formazione russa, un risultato che compromette già la qualificazione agli ottavi di finale – vista soprattutto la superiorità netta del Bayern Monaco e dell’Atlético nelle gerarchie di questo girone. Nonostante tutto, però, è arrivata una buona notizia dalla Red Bull Arena della città austriaca: Dominik Szoboszlai sta continuando a giocare come l’anno scorso, quindi sta confermando di essere uno dei talenti più accattivanti del panorama europeo. Basta riguardare il gol segnato al 45esimo minuto, pochi secondi prima dell’intervallo: la sua squadra era sotto di un gol, Szoboszlai ha pareggiato con uno splendido tiro scoccato a pochi centimetri dal vertice lungo dell’area di rigore.
Nel video in alto si vede che si tratta di una giocata che il giocatore ungherese ha pensato e ha attuato esattamente nello stesso modo, come capita agli eletti del gioco: su calcio d’angolo a favore dalla sinistra, Szoboszlai si stacca dalle marcature in area e va verso il pallone; controllo a seguire che sposta leggermente la traiettoria del passaggio basso, e poi conclusione immediata verso il palo lungo, a giro eppure potente, forte eppure dalla traiettoria arcuata. Il portiere avversario, Guilherme, prova ad abbozzare l’intervento, solo che il pallone risulta troppo veloce, è praticamente impossibile da bloccare e da intercettare o anche solo da deviare, al punto che lo stesso autore del tiro esulta mostrando incredulità per il tiro che ha pensato, che ha realizzato, per lo splendido gol messo a segno.
Non si tratta di un exploit isolato: è dalla scorsa stagione che Szoboszlai risulta essere un calciatore sovradimensionato rispetto alla sua stessa squadra, da luglio 2019 a oggi ha segnato 16 gol e servito 24 assist in tutte le competizioni, e la nuova annata è iniziata rispettando il trend – quattro gol messi a segno, di cui tre in Champions League, tra preliminari e fase a gironi, più sei assist decisivi. A queste cifre vanno aggiunti i due gol realizzati con la Nazionale ungherese, di cui uno splendido su calcio di punizione, a inizio settembre. Quello è arrivato con un bellissimo calcio di punizione, altro pezzo forte del repertorio di Szoboszlai, un giocatore ancora molto giovane (compirà 20 anni il 25 ottobre 2020) e ancora un po’ informe dal punto di vista tattico. Questo aspetto, però, non è una debolezza, anzi è la sua forza. Nel Salisburgo è stato e viene utilizzato in tanti ruoli diversi: contro la Lokomotiv, per esempio, il tecnico Marsch l’ha schierato come esterno sinistro di un centrocampo a quattro, ma in passato ha occupato anche altre posizioni – centrocampista centrale o anche trequartista dietro le punte, il suo ruolo nell’Ungheria.
Il punto è che il suo gioco è sempre estremamente creativo in tutte le zone del campo, come si evince dal numero di assist decisivi più che dai gol segnati: le reti sono frutto di grandi intuizioni tecniche, soprattutto col destro – il suo piede preferito – ma la continuità nel servire il compagno è davvero spaventosa, anche perché si manifesta in tanti modi, con i cross dall’esterno, con taglienti tocchi su scatti in profondità dei compagni, con intelligenti ricezioni e appoggi tra le linee. Nella scorsa primavera e poi in estate, si era parlato di un suo probabilissimo trasferimento al Milan – in un “pacchetto” composto da Rangnick, mentore del calciatore come dell’intero universo-Red Bull – e anche di un interessamento del Napoli. Le trattative, se ci sono state davvero, non sono andate a buon fine, così Szoboszlai ha deciso di continuare con il Salisburgo per un’altra stagione, «per continuare a giocare la Champions League», ha detto. Proprio all’esordio nella nuova Champions League ha dimostrato di essere più che pronto, di poter essere decisivo su questo palcoscenico, ancora una volta. Era quello che voleva e che voleva dimostrare, in attesa di capire quale sarà la (grande) squadra del suo futuro.