Marco van Basten ha detto che la sua carriera non è valsa le sofferenze che ha provato

«Se tornassi indietro farei altre scelte, ma allora il calcio era tutta la mia vita».
di Redazione Undici 06 Novembre 2020 alle 13:59

Marco van Basten è considerato uno degli attaccanti più forti della sua generazione, se non di sempre. Ha segnato e vinto tantissimo (oltre 300 gol e 22 trofei conquistati con le maglie del Milan e della Nazionale olandese, a cui vanno aggiunti tre Palloni d’Oro) ma in realtà la sua carriera è durata davvero poco, dal 1982 (anno dell’esordio con l’Ajax) al 1993, quando ha giocato la sua ultima gara con il Milan – la finale della Champions League persa contro il Marsiglia. Colpa degli infortuni, che l’hanno tormentato a lungo, fino a costringerlo al ritiro nel 1995, prima che compiesse 31 anni.

In un’intervista alla BBC, l’ex attaccante olandese ha raccontato questo aspetto così duro e controverso della sua vita da calciatore, e l’ha fatto con parole molto significative:  «Se potessi tornare indietro, se potessi rivivere la mia carriera con l’esperienza che ho accumulato, non rifarei le stesse scelte. Ho avuto una grande carriera, ma non è valsa quanto tutto il dolore e la sofferenza che ho provato. La mia caviglia ha creato tantissimi problemi al giocatore che ero, ma ha anche influenzato anche la mia vita quotidiana. Solo che a quel tempo il calcio era tutta la mia vita, non potevo sapere a cosa sarei andato incontro». I problemi alla caviglia di Van Basten sono iniziati durante la sua esperienza all’Ajax, quando aveva poco più di vent’anni, e sono proseguiti per tutta la carriera. Ha subito diverse operazioni, e ora sta pagando le conseguenze di quel calvario: «Ancora oggi non posso giocare a calcio. È troppo difficile, la mia caviglia è fissata, non posso tirare, non posso fare niente con il pallone. E pensare che in tutta la mia vita non c’è stato un giorno in cui non avessi toccato un pallone, e poi ad un tratto tutto è finito. È stato molto duro, molto doloroso».

Oggi Van Basten ha lasciato il grande calcio dopo aver tentato la carriera di allenatore: nel 2003 è stato nominato tecnico della seconda squadra dell’Ajax, poi ha guidato la Nazionale olandese, l’Ajax e l’Heerenven, prima di rinunciare al ruolo di tecnico a causa dello stress: nel 2014 firma un contratto con l’AZ Alkmaar, poi dopo alcune settimane di lavoro e uno stop per problemi cardiaci, decide di “retrocedere” ad allenatore in seconda perché «stare in panchina mi ha sempre più spesso causato problemi fisici e mentali, preferisco un ruolo più in ombra». Da allora, van Basten ha ricoperto solo ruoli da vice e poi è diventato ambasciatore del calcio UEFA e opinionista tv: nell’intervista alla BBC, ha dichiarato che ha saputo imparare a vivere «una vita senza calcio. Penso che si possa avere un’esistenza comunque appagante, non esiste solo il calcio».

>

Leggi anche

Calcio
La Coppa d’Africa ha un grande problema: gli stadi sono mezzi vuoti nonostante i biglietti risultino sold out
Si sono quindi creati dei casi paradossali, come nell'esordio dell'Algeria dove c'erano quasi diecimila persone in meno rispetto a quelle previste
di Redazione Undici
Calcio
Il progetto Insuperabili e il grande potere del calcio come inclusione
Intervista a Davide Leonardi, che dal 2012 è un punto di riferimento per gli atleti diversamente abili: così, insieme a BMW, lo sport diventa un mezzo di integrazione.
di Redazione Undici
Calcio
I risultati europei del Bodo Glimt hanno portato molti soldi agli altri club norvegesi, che però non li hanno condivisi con le squadre di seconda divisione
Una decisione che stride con un modello calcistico fondato sulla crescita organica e corporativa.
di Redazione Undici
Calcio
Il ritorno del Sunderland in Premier League ha dato un nuovo impulso anche alla rinascita della città
di Redazione Undici