Marco van Basten ha detto che la sua carriera non è valsa le sofferenze che ha provato

«Se tornassi indietro farei altre scelte, ma allora il calcio era tutta la mia vita».

Marco van Basten è considerato uno degli attaccanti più forti della sua generazione, se non di sempre. Ha segnato e vinto tantissimo (oltre 300 gol e 22 trofei conquistati con le maglie del Milan e della Nazionale olandese, a cui vanno aggiunti tre Palloni d’Oro) ma in realtà la sua carriera è durata davvero poco, dal 1982 (anno dell’esordio con l’Ajax) al 1993, quando ha giocato la sua ultima gara con il Milan – la finale della Champions League persa contro il Marsiglia. Colpa degli infortuni, che l’hanno tormentato a lungo, fino a costringerlo al ritiro nel 1995, prima che compiesse 31 anni.

In un’intervista alla BBC, l’ex attaccante olandese ha raccontato questo aspetto così duro e controverso della sua vita da calciatore, e l’ha fatto con parole molto significative:  «Se potessi tornare indietro, se potessi rivivere la mia carriera con l’esperienza che ho accumulato, non rifarei le stesse scelte. Ho avuto una grande carriera, ma non è valsa quanto tutto il dolore e la sofferenza che ho provato. La mia caviglia ha creato tantissimi problemi al giocatore che ero, ma ha anche influenzato anche la mia vita quotidiana. Solo che a quel tempo il calcio era tutta la mia vita, non potevo sapere a cosa sarei andato incontro». I problemi alla caviglia di Van Basten sono iniziati durante la sua esperienza all’Ajax, quando aveva poco più di vent’anni, e sono proseguiti per tutta la carriera. Ha subito diverse operazioni, e ora sta pagando le conseguenze di quel calvario: «Ancora oggi non posso giocare a calcio. È troppo difficile, la mia caviglia è fissata, non posso tirare, non posso fare niente con il pallone. E pensare che in tutta la mia vita non c’è stato un giorno in cui non avessi toccato un pallone, e poi ad un tratto tutto è finito. È stato molto duro, molto doloroso».

Oggi Van Basten ha lasciato il grande calcio dopo aver tentato la carriera di allenatore: nel 2003 è stato nominato tecnico della seconda squadra dell’Ajax, poi ha guidato la Nazionale olandese, l’Ajax e l’Heerenven, prima di rinunciare al ruolo di tecnico a causa dello stress: nel 2014 firma un contratto con l’AZ Alkmaar, poi dopo alcune settimane di lavoro e uno stop per problemi cardiaci, decide di “retrocedere” ad allenatore in seconda perché «stare in panchina mi ha sempre più spesso causato problemi fisici e mentali, preferisco un ruolo più in ombra». Da allora, van Basten ha ricoperto solo ruoli da vice e poi è diventato ambasciatore del calcio UEFA e opinionista tv: nell’intervista alla BBC, ha dichiarato che ha saputo imparare a vivere «una vita senza calcio. Penso che si possa avere un’esistenza comunque appagante, non esiste solo il calcio».