Jack Grealish è uno dei migliori giocatori d’Europa, in questo momento

Dopo essersi impadronito dell'Aston Villa e (in parte) della Premier League, sta facendo la stessa cosa anche nella Nazionale inglese.

Per la gara giocata il 12 novembre contro l’Irlanda, il ct dell’Inghilterra Southgate ha fatto un po’ di esperimenti. Erano assenti, o comunque non sono stati schierati dal primo minuto, i seguenti talenti offensivi under 30: Kane, Rashford, Sterling, Greenwood, Alli, Abraham, Foden, Hudson-Odoi. In campo c’erano Mason Mount, Jadon Sancho, Dominic Calvert-Lewin e Jack Grealish. Ecco, proprio il 25enne trequartista/esterno dell’Aston Villa potrebbe sembrare un usurpatore, un elemento che toglie spazio a giocatori più forti, più talentuosi e più riconoscibili di lui. È un’idea sbagliata, perché i numeri e le sensazioni rispetto a Grealish sono estremamente chiari: in questo momento, è uno dei migliori giocatori d’Europa, uno dei più moderni, dei più belli da veder giocare.

Partiamo dai numeri, quelli sono sempre indicativi anche perché sono incontestabili: nelle prime 11 gare di questa stagione – nove con l’Aston Villa, le prime tre della sua vita con la Nazionale inglese – Grealish è stato direttamente coinvolto in 12 gol segnati; per la precisione, cinque li ha realizzati personalmente, mentre in sette azioni è stato ha servito l’assist decisivo. Già questo basterebbe a dargli una collocazione importante, la collocazione che merita, ma in realtà Grealish è un calciatore di presenza, che dà e si fa sentire molto nell’economia tecnico-tattica di una squadra – e basta dare uno sguardo agli highlights personali di Inghilterra-Irlanda per rendersene conto. Se questa dimensione da protagonista è praticamente inevitabile in una squadra di medio livello come l’Aston Villa, il discorso cambia con l’Inghilterra. Eppure anche ieri sera, dopo l’ottimo esordio da titolare un mese fa contro il Galles, Grealish ha dimostrato di poterci stare tranquillamente, nella Nazionale più cool e più talentuosa del momento – forse anche del futuro.

Non è solo la questione dei due assist serviti in queste due gare, a Sancho contro l’Irlanda e a Dominic Calvert-Lewin contro il Galles, ma di presenza e importanza nel gioco, appunto: contro l’Irlanda, Grealish è stato schierato sulla sinistra del tridente d’attacco – un ruolo che odia, tra l’altro, come confessato in un’intervistaThe Athletic – eppure era costantemente nel vivo del gioco, nel posto giusto, cioè era sempre pronto a ricevere e giocare il pallone tra le linee, ad accorciare verso il centrocampo, così da dare ai compagni una linea di passaggio interna; una volta ricevuto il pallone, l’ha portato direttamente dentro e dietro la difesa avversaria, con la sua conduzione frenetica, fatta di tocchi rapidi, nervosi, che sembrano tanti e forse lo sono, ma raggiungono l’obiettivo: scompaginare le difese avversarie, creare pericolo in fase offensiva. Sono le cose che fa (benissimo) all’Aston Villa, grazie a un fisico compatto ma estremamente forte e resistente – che gli permette di resistere a falli continui e durissimi –  e grazie alla sua tecnica esplosiva, non raffinata solo se analizzata superficialmente.

Sul Guardian, questa mattina, Grealish viene definito «un dribblatore che non dribbla davvero, ma manipola la palla con grande fantasia; quando corre, sembra un uomo che fa jogging sulla spiaggia». Sono due belle frasi, che descrivono in maniera accurata il gioco, le qualità, perfino l’atteggiamento di Grealish: il fantasista dell’Aston Villa, infatti, è un generatore/acceleratore di azioni calcistiche che ragiona e funziona su due livelli, individuale e collettivo, che ha la personalità e il talento necessari per creare azioni pericolose da solo o anche con il supporto dato ai compagni, ricevuto dai compagni. Non è una dote scontata per uno che non è solo il giocatore-franchigia dell’Aston Villa a livello emotivo – Grealish è cresciuto nell’Aston Villa, tifa da sempre per l’Aston Villa e ha giocato solo nell’Aston Villa, a parte un breve prestito al Notts County – ma lo è anche a livello tecnico, considerando che la squadra di Birmingham ha iniziato bene la stagione dopo la salvezza all’ultimo respiro raggiunta ad agosto 2020, ok, ma non ha altri grandi talenti offensivi.

Un po’ di azioni belle di Jack Grealish

Per un giocatore del genere, passare dall’interazione con Watkins, Douglas Luiz e Trezeguet a un contesto come quello dell’Inghilterra potrebbe avere un effetto negativo. E invece Grealish, almeno fino a questo momento, ha dimostrato di poter essere determinante in entrambe le situazioni: se nell’Aston Villa si esalta perché ha tutti i riflettori puntati addosso in ogni momento, perché i compagni si affidano sempre a lui, nell’Inghilterra i rapporti di forza sono ovviamente diversi. Eppure le prestazioni di Grealish dicono che anche i vari Sancho, Mount e altri talenti generazionali possono davvero fidarsi di lui. Non sta usurpando niente e nessuno, ecco.

Proprio in virtù di tutto questo, sembra che la crescita di Grealish possa non arrestarsi più. Del resto è bastato un anno perché il suo talento anarchico si razionalizzasse al punto da farlo diventare uno dei calciatori più decisivi della Premier League – il campionato più competitivo del mondo. E ora questo processo di miglioramento sta continuando così bene che l’impatto di Grealish è simile anche a un livello superiore. L’unico dubbio riguarda proprio l’ultimo passaggio, quello in corso, quello che da 9 porta a 10: finora, infatti, Grealish non ha mai giocato nelle coppe europee e nella Nazionale titolare, anche nel match contro il Galles non c’erano Kane, Sterling, Rashford e Greenwood, i giocatori su cui Southgate fonderà inevitabilmente la sua squadra agli Europei. Le caratteristiche e l’unicità di Grealish potrebbero rendere possibile la sua convivenza con questi campioni, magari in un ruolo di cucitura più che di rifinitura e finalizzazione. Oppure potrebbe avvenire il contrario, cioè che Grealish ribalti completamente le gerarchie, costringa Southgate a dargli il controllo assoluto della Nazionale, che riesca a farlo grazie a un’altra grande stagione in Premier League, magari dopo aver riportato il Villa nelle coppe europee. Ecco, oggi questa ipotesi potrebbe sembrare eccessiva, utopica. Ma anche un anno fa nessuno poteva aspettarsi che Grealish sarebbe diventato uno dei giocatori migliori d’Europa, e invece è andata proprio così.