Il Betis vuole diventare il club più sostenibile al mondo

Come funziona l’iniziativa Forever Green, che attraverso il club andaluso vuole supportare iniziative contro il cambiamento climatico.

La lotta al cambiamento climatico sta occupando sempre di più l’agenda politica di tutti i governi e di tutte le organizzazioni internazionali, ma anche alcune istituzioni sportive hanno deciso di fare la loro parte. Pochi giorni fa, per esempio, l’Arsenal è stata la prima squadra di Premier League ad aderire allo Sports for Climate Action Framework, piano d’azione delle Nazioni Unite per contrastare il cambiamento climatico – sottoscritto, tra gli altri, anche dalla Formula Uno, dalla Juventus, dal Comitato Olimpico brasiliano. Un altro club che vuole fare un passo in questo senso è è il Betis Siviglia.

Dal suo arrivo nel 2016, il presidente Ángel Haro – ingegnere industriale con un master in scienze – ha infatti investito molto perché il suo club potesse diventare un punto di riferimento nella protezione del pianeta: nel 2019, il Betis è stato una delle due società di calcio – insieme al Forest Green, squadra di quarta divisione inglese – ad aver deciso di partecipare a Climate Neutral Now, un’altra iniziativa delle Nazioni Unite sulla riduzione di emissioni di carbonio, progettata per stati, organizzazioni private e commerciali. L’ultimo progetto si chiama “Forever Green” ed è stato presentato a fine ottobre. Si tratta di una piattaforma che «vuole utilizzare lo sport più famoso del pianeta come cassa di risonanza per provare a salvarlo», che è «aperta a tutti i partner che vogliono mostrare il loro impegno per contrastare il cambiamento climatico», come si legge sul sito ufficiale dell’iniziativa. L’idea del Betis è promuovere le iniziative di tutti gli attori che si battono per la lotta ai cambiamenti climatici, non solo quelle interne: attraverso la nuova piattaforma, infatti, il club andaluso ha deciso di sostenere i progetti di numerose ONG che si occupano di tutela dell’ambiente. La scritta “Forever Green” è stata impressa anche sulla maglia biancoverde, nello spazio sul retro che di solito viene destinato al logo di uno sponsor.

Il direttore delle infrastrutture del Betis, Javier Montérdez, ingegnere tecnico industriale specializzato in strutture e impianti elettrici, ha spiegato a El Paìs che «sul tavolo ci sono una serie di progetti che vogliono rendere sostenibile il Betis. Anzi, l’obiettivo è renderlo il club più sostenibile al mondo». Finora sono già state avviate e portate a termine iniziative di grande impatto, per esempio diverse sessioni di pulizia del fiume Guadalquivir, l’installazione di un impianto di illuminazione al led allo stadio Benito Villamarín, e poi l’utilizzo della fertirrigazione nel centro sportivo del Betis, «in modo che durante l’irrigazione i prati ricevano tutti i fertilizzanti e le macchine non debbano essere utilizzate in modo da non consumare gasolio», ha spiegato Montérdez.  Per il futuro, l’obiettivo della società andalusa è quello di spostarsi utilizzando un pullman 100% elettrico, inoltre alcune partnership – tra cui quella con Amazon e quella con il Parco Eolico di Orosi, in Costa Rica – porteranno il Betis a sostenere la riduzione delle emissioni carboniche, così da compensare il suo impatto sull’ambiente. Il presidente Haro ha spiegato perché sono state attuate tutte queste strategie: «Il 30% dei soci del Betis sono bambini, esponenti di una generazione in arrivo che si preoccupa molto dell’ambiente. In passato il successo era accettabile senza tener conto dei valori, ma ora non lo è più».