Chi vince la Champions League di Twitter?

Chi ha detto che i social media manager migliori siano nelle squadre più forti?

Trentadue squadre e anche di più gli account Twitter: la Champions League si gioca anche a colpi di gif di gufi, auguri per la giornata dell’asciugamano e frecciatine a Timo Werner dopo che ha lasciato il Lipsia e il Lipsia è approdato in semifinale.

Perciò abbiamo scelto e raccolto un po’ di tweet che ci sembrava giusto mostrare anche a voi, con un solo paletto: restare all’interno del circolo composto dalle 32 squadre iscritte alla fase a gironi della Champions 2020/21, cioè quelle che vanno in campo tra stasera e domani. Non viene ancora assegnato un trofeo per il miglior account calcistico, un nome (poco) fantasioso potrebbe essere proprio Twitter Champions League, ma forse è solo questione di tempo – e di spazio in un calendario già molto intasato, ovviamente.

Simboli

L’Istanbul Basaksehir non è esattamente il club più cool del calcio europeo: legami con l’entourage di Erdogan, pochi tifosi, un passato senza infamia e senza gloria. Per suscitare simpatia, ai turchi, non resta che il gufo, animale-simbolo della società: è un gufo la mascotte, con un proprio profilo Instagram, e in generale l’animale appare continuamente nell’iconografia del club. Il social media manager sa che c’è un gufo per ogni occasione: salutare il Paris Saint-Germain, l’entusiasmo per il debutto casalingo in Champions League, battere il Manchester United, un gol di Visca, un tiro di Visca che finisce di poco fuori:


Santificare le feste

Avere un account sui social network, anche se si è soltanto una squadra di calcio, significa doversi ricordare delle ricorrenze. Lo sa bene il Bayern Monaco, che non si lascia sfuggire la giornata internazionale degli chefs (20 ottobre), celebrata con Gnabry che indossa un cappello da cuoco, e nemmeno San Valentino, festeggiato con un Coutinho piuttosto kitsch, dotato di palloncino a forma di cuore.

Menzione d’onore per il Manchester City, che sfrutta la somiglianza tra Kevin De Bruyne e Macaulay Culkin per dare il via alle feste natalizie, e per il Borussia Dortmund, che augura ai suoi follower un felice Towel Day, il giorno dell’asciugamano, ricorrenza osservata ogni 25 maggio dai lettori di Douglas Adams, ma anche occasione, in realtà, per tornare sull’annoso problema, molto sentito nel mondo britannico, dell’abilità dei turisti tedeschi a prendere posto in spiaggia e in piscina, con i loro asciugamani, prima di chiunque altro: una questione risolta soltanto da alcuni neuroscienziati, che hanno stabilito come i tedeschi siano abituati a dormire meno e ad alzarsi prima degli altri.

Festeggiamenti

Calciatori che indossano maschere da cavallo o mangiano la pizza: nell’eterna ricerca del nuovo, le gif per festeggiare un gol su Twitter si fanno ogni giorno più contorte e surreali. Ma se il genio è fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione, allora il premio va all’account in lingua inglese del Siviglia, che nell’estate del 2018, di fronte alla tripletta all’esordio nella Liga di André Silva, deve improvvisare: la gif di Silva non c’è ancora, quindi ecco Kermit la Rana. Funziona.

Identità

Essere su Twitter è, prima di tutto, un’occasione per ricordare al mondo chi si è davvero. È il caso, per esempio del Borussia Dortmund, che qualche anno fa, di fronte ai complimenti di una confusa fan dei Black Veil Brides, particolarmente attratta dal bassista Ashley Purdy, ha ringraziato per le belle parole e ha chiarito, non per l’ultima volta, di non essere la band in questione e, a dirla tutta, di non essere proprio un gruppo musicale, ma una squadra di calcio.

Chi sul proprio nome e sulla propria identità ha lavorato di più, però, è il Borussia Mönchengladbach, che della difficoltà di pronunciare il proprio nome ha fatto un vero e proprio tormentone, arrivando nel 2016, sulla scia dell’intuizione di un pub di Glasgow, a cambiare nome in un più generico “A German Team”, producendo anche delle sciarpe con la nuova ragione sociale. Una definizione che l’account Twitter in inglese non ha più abbandonato, inserendola nella propria bio (“We are a German team”) e riproponendola a ogni occasione buona. Ma potere chiamarli anche, semplicemente, B.

Meme

Un meme è un’idea, stile o azione che si propaga, spesso per imitazione, diventando improvvisamente famosa. I più bravi a giocarci, anche in questo caso, sembrano essere i club tedeschi, che passano senza problema dai Simpson a SpongeBob arrivando fino a Scooby Doo:

Interazioni

Sui social network, per definizione, si sta anche per conversare con altre società di calcio o semplici inserirsi nelle discussioni altrui. Il Barcellona, per esempio, sembra essere su Twitter per provocare altri club, da una Juventus a cui intende ricordare chi sia davvero il miglior giocatore al mondo, a un Chelsea su cui infierire per una mancata qualificazione in Champions League.

Lo stesso Chelsea, peraltro, ha un account, dedicato al pubblico statunitense, la cui funzione principale sembra essere quella di praticare il bullismo nei confronti dell’Arsenal.

Tra club di Manchester ci si è divertiti a correggersi per una vocale di troppo, ma anche in questo genere di tweet a prevalere sembra essere il Gladbach, sempre pronto a salutare la mamma confusa di una tifosa, a commentare i complimenti ricevuti o a chiedere milioni di retweet per ottenere la vittoria della Bundesliga.

Arte e cultura

Per chi è stufo di meme e interazioni facili, il Rennes è un’ottima alternativa. Per il club bretone, all’esordio assoluto nella fase a gironi in Champions League, la trasferta a Siviglia è stata anche una sfida all’insegna dell’arte tra Isidore Odorico, mosaicista nativo di Rennes, nonché calciatore e poi dirigente del club nella prima metà del Novecento, alle cui opere è ispirata la maglia casalinga della stagione 2020-21, e l’architetto e urbanista Anibal Gonzalez, noto per aver concepito Plaza de España a Siviglia, in uno spirito subito colto dall’utente che ha commentato la sua preferenza per Odorico rispetto al “Gonzalez dei miei coglioni”.

In occasione del debutto casalingo con il Krasnodar, invece, il Rennes aveva scelto di utilizzare la musica per celebrare il momento, lanciando l’iniziativa #MusiqueSacrée, pubblicando un video in cui quarantacinque cantanti e musicisti dell’Orchestra Nazionale di Bretagna eseguono l’inno della Champions League all’Opéra de Rennes e sugli spalti del Roazhon Park, e invitando quindi i tifosi a diffondere dalle finestre lo stesso inno a pochi minuti dal calcio d’inizio della partita.

Punta sull’arte figurativa il Marsiglia, che propone per ogni partita casalinga l’opera di un giovane artista locale, pubblicata in edizione limitata, ma che ricorre alle immagini anche per le altre gare. Porto-Marsiglia, per esempio, è presentata, in maniera forse fin troppo drammatica per la fase a gironi di Champions League, con una scena propria di un film di fantascienza: un Villas-Boas corazzato e con una bandiera in mano guida Thauvin e Amavi, mentre sullo sfondo, tra montagne e sentieri scoscesi, un dragone sputa fiamme davanti a quello che potrebbe essere uno stadio sospeso nel vuoto. Tutto bello, forse troppo enfatico per una squadra il cui andamento in Europa è stato descritto, dal suo stesso allenatore, così: «on fait de la merde».