Il Lille è primo in classifica, ma potrebbe essere retrocesso in seconda divisione

A causa dei propri debiti, ma anche della disastrosa situazione economica della Ligue 1.

Per il Lille, il pareggio (0-0) nello scontro diretto del 20 dicembre contro il Psg ha avuto un valore molto superiore al singolo punto accumulato in classifica: intanto, ha tenuto dietro la squadra di Tuchel, ma soprattutto è valso la conferma del primato, a pari punti (33) con il Lione di Rudi Garcia. In linea del tutto teorica, il Marsiglia potrebbe prendersi il primo posto (gli uomini di Villas-Boas hanno ha 28 punti e devono recuperare due gare rispetto alle due capolista), ma il risultato del Lille resta comunque eccezionale, considerando le premesse di inizio stagione: la squadra di Christophe Galtier è stata smantellata nel mercato estivo, gli addii di Osimhen e Gabriel Magalhaes hanno fruttato cifre enormi (oltre 100 milioni di euro in due), ma al loro posto sono arrivati giocatori tutti da conoscere, da valorizzare. Nulla di nuovo, nel Nord della Francia: Luís Campos, direttore sportivo in carica questa estate, ha vinto un titolo nazionale con il Monaco, nel 2017, applicando la stessa strategia; era il Monaco di Mbappé, Bernardo Silva, Falcao, Fabinho, Lemar, tutti calciatori giovani e/o semisconosciuti lanciati in prima squadra, che erano destinati a trasferirsi nelle squadre più importanti del panorama europeo. Esattamente come tutte le nuove stelline scovate negli ultimi anni dal Lille, che al club rossoblu hanno fruttato il ritorno in Champions League dopo sette anni, e poi delle enormi plusvalenze: si tratta dei già citati Osimhen e Gabriel, ma anche di Pepé, Rafael Leão, Thiago Mendes, finiti all’Arsenal, al Milan, al Lione, dopo essere esplosi a Lille.

Da poche ore, però, Luís Campos non fa più parte dell’organigramma del Lille. La rivoluzione non ha coinvolto solo lui, piuttosto ha riguardato l’intero corpo dirigenziale del club: il 18 dicembre 2020, il presidente Gérard Lopez ha ceduto le sue quote a Merlyn Partners SCSp, un fondo di investimento con sede in Lussemburgo di cui, secondo il Guardian, si conosce solo solo l’identità del socio maggioritario, ma non quella degli altri componenti. Questo cambiamento ai vertici del Lille è stato caldeggiato dai veri proprietari del club, vale a dire gli investitori del fondo Elliott: quando Lopez ha acquistato le quote della società, nel 2017, lo ha fatto sfruttando un prestito di 225 milioni garantito da Elliott e da JP Morgan. Il debito è stato estinto solo in parte (rimangono 123 milioni, da rimborsare entro agosto) e il bilancio non promette nulla di buono, in questo senso. Per questo, allora, il presidente è stato invitato a farsi da parte ed è stato sostituito da Olivier Létang, ex giocatore professionista dello Stade Reims, nonché successore di Leonardo come diesse al PSG, quando nel 2013 il brasiliano decise di terminare la sua prima avventura dirigenziale nella capitale francese. Létang ha lasciato il lavoro nel 2017, è stato presidente del Rennes fino a febbraio 2020 e ora avrà un ruolo gestionale e operativo al Lille.

Al netto dei risultati sul campo, la situazione societaria ed economica del Lille resta molto ingarbugliata. Elliott ha deciso di forzare il passaggio delle quote per provare a rientrare del proprio investimento, ma la crisi non riguarda l’intera Ligue 1, non una singola società: il fallimento dell’accordo per i diritti tv con Mediapro e l’interruzione del campionato nella scorsa stagione hanno determinato delle perdite senza precedenti, poi il protrarsi della pandemia ha reso ancora più incerte le prospettive future. Difficile che il Lille, un club già oberato dai debiti, possa pensare di sopravvivere senza ricorrere a (tante, onerose) cessioni nel mercato di gennaio. Ma questa non è la paura più grande per i tifosi dello stadio Pierre Mauroy, gioiellino tecnologico da 50mila spettatori inaugurato nel 2012: l’ottimo rendimento in questa prima fase di stagione è sorprendente, perdere qualche giocatore importante e poi qualche posizione in classifica rientrerebbe nella realtà delle cose. Il punto, dicevamo, è che andare molto peggio: il DNCG, l’organismo che vigila sui conti delle società calcistiche francesi, ha accolto con favore il nuovo progetto del Lille, ma in ogni caso la società rischia di andare incontro a provvedimenti drastici. Il prossimo 4 gennaio ci sarà un’udienza che detterà l’agenda dei prossimi mesi, e una delle ipotesi è che il Lille possa andare incontro a una retrocessione d’ufficio qualora non riuscisse a risanare la sua posizione debitoria. Sarebbe una beffa davvero atroce, considerando l’ottimo lavoro svolto finora nello scouting, sul mercato, sul campo da gioco.