Ci sono due casi di doping al Salisburgo, ma forse c’entrano il Mali e il mal di montagna

Mohamed Camara e Sekou Koita sono risultati positivi ai test dopo due partite con la loro Nazionale.

Mai come quest’anno, con la pandemia in corso, i break del calcio di club per le partite delle rappresentative nazionali sono stati molto criticati. Il nuovo centro della polemica è la città di Salisburgo: il club locale, di proprietà della Red Bull, ha infatti annunciato che due giocatori della rosa, i maliani Mohamed Camara e Sekou Koita, sono risultati positivi a due test antidoping, avrebbe attribuito la causa della positività proprio alla convocazione in Nazionale. Entrambi, infatti, sono stati chiamati dal ct del Mali, Mohamed Magassouba, per rappresentare il proprio Paese nelle gare giocate a novembre per la qualificazione alla Coppa d’Africa 2021.

Secondo la ricostruzione dello Spiegel, che a sua volta racconta la vicenda dal punto di vista del Red Bull Salisburgo, Camara e Koita hanno assunto dei medicinali per combattere il mal di montagna. Le due partite giocate a novembre, entrambe contro la Namibia, si sono svolte a Bamako (capitale del Mali, posta a 350 metri di altitudine sul livello del mae) e a Windhoek, città capitale della Namibia che sorge a 1700 metri sul livello del mare. Per compensare questa salita in quota, i medici della Nazionale maliana hanno somministrato dei farmaci a tutti i giocatori convocati. Pochi giorni dopo il rientro dall’Africa, Camara e Koita sono risultati positivi a un test predisposto dall’Uefa per un ingrediente che risulterebbe presente nei medicinali in questione. Tutti gli altri otto giocatori del Salisburgo che sono stati sottoposti alle analisi sono risultati negativi a qualsiasi sostanza proibita.

Lo Spiegel riporta anche alcune dichiarazioni dell’amministratore delegato del Red Bull Salisburgo, Stephan Reiter: «Siamo molto orgogliosi quando i nostri giocatori vengono convocati nelle rispettive squadre nazionali. Ma ci aspettiamo che i medici di tutte le federazioni a cui li affidiamo abbiano familiarità con i regolamenti e con i protocolli sanitari internazionali». Il Salisburgo ha annunciato che collaborerà con tutte le autorità competenti per provare a risolvere la questione.