Bryan Gil è il nuovo grande talento del calcio spagnolo

Il 19enne centrocampista dell'Eibar, ma di proprietà del Siviglia, ha segnato la prima doppietta nella Liga. E questa è la parte meno interessante.

Vent’anni da compiere a febbraio, un’esperienza già consistente nella Liga (35 presenze in tre stagioni con il Siviglia, il Leganés e l’Eibar) e il 3 gennaio 2021 è arrivata la prima doppietta realizzata in una partita del massimo campionato spagnolo, per la precisione quella che l’Eibar ha vinto contro il Granada per 2-0 (di cui vedete gli highlights in apertura). Il nome di Bryan Gil non è del tutto sconosciuto agli appassionati di calcio, soprattutto quelli più attenti alle giovani promesse, ma la sua crescita è talmente fragorosa che, ormai, non è esagerato parlare di lui come l’ennesimo grande talento prodotto dalla scuola spagnola. Nel suo caso, questo titolo non si riguarda solo l’appartenenza geografica, ma rivendica anche una precisa cultura tecnico-tattica: Bryan Gil, infatti, si muove esattamente come altri grandi giocatori universali nati e cresciuti in terra iberica, è un centrocampista associativo che in realtà non ha un ruolo vero e proprio, che si muove in tutte le zone in cui si svolge il gioco, in cui avvengono le cose; il suo rapporto con la palla, mediato soprattutto dal piede sinistro, è strettissimo, continuo e anche frenetico, Bryan Gil fa molti tocchi in conduzione e molti passaggi, nella gara contro il Granada il tecnico dell’Eibar, José Mendilibar, ha deciso di sfruttare questa sua qualità dal lato del piede forte, ma nei suoi videoskills con Youtube lo si vede muoversi anche all’interno del campo, con la stessa qualità, indifferentemente.

La sua grande sensibilità tecnica gli permette di compensare un gap atletico evidente con molti compagni e avversari (Gil è alto 175 cm e, secondo Wikipedia, pesa appena 60 kg), ma lo stesso giovane centrocampista di proprietà del Siviglia, in prestito all’Eibar fino a giugno 2021, è consapevole di dover crescere da questo punto di vista: «Molti discutono del mio fisico», ha dichiarato a Movistar, «sul fatto che sono un ragazzo magro, e quindi pensano che questo possa un limite per la mia carriera. No, non è così e non deve esserlo. Sto lavorando per migliorare e sono certo di poterlo fare». I due gol segnati contro il Granada sono una conferma, in questo senso: a Bryan Gil mancano solo un po’ di muscoli per poter davvero aspirare a diventare un giocatore completo, uno degli eredi designati dei vari Isco, Ceballos, Fabián Ruiz; non perché questi atleti siano vecchi o in declino, ma perché il giovane di proprietà del Siviglia, il club in cui è cresciuto e che l’ha fatto esordire nel calcio professionistico, sembra destinato a un ruolo di primo piano, al posto o, perché no, pure accanto a questi elementi già affermati, con i quali condivide qualità e tendenze tattiche.

L’altro aspetto che accomuna Bryan Gil a questi altri talenti è il fatto di essere cresciuto in Andalusia, una terra davvero fertile in quanto a talento calcistico: i già citati Isco, Ceballos e Fabián Ruiz sono i successori di un’altra generazione di campioni, quella di Joaquín, Sergio Ramos, Jesús Navas, Callejón. E non è tutto: anche Brahim Díaz, Samu Castillejo, Luis Alberto, Suso e Ansu Fati sono cresciuti nella comunità autonoma della Spagna meridionale, prima di trasferirsi nei settori giovanili di tutto il Paese e poi in giro per il mondo. Proprio con Ansu Fati, Bryan Gil condivide un altro primato: sono i più giovani giocatori nella storia della Liga ad aver segnato una doppietta, gli unici nati nel 21esimo secolo. Il fatto che il gol sia solo una parte del repertorio di entrambi, ma soprattutto di Bryan Gil – che è innanzitutto un giocatore creativo, un centrocampista offensivo, piuttosto che un attaccante puro – è un altro elemento a supporto della tesi per cui il futuro calcistico della Spagna sembra essere davvero brillante.